Clini: «La mano dei clan sul rogo di Acerra»

L`allarme del ministro. Gli esperti: diossina in un raggio di 10 chilometri dalla discarica
21 agosto 2012 - Pino Neri
Fonte: Il Mattino

ACERRA. Il giorno dopo il rogo di Acena il ministro dell`Ambiente Corrado Clini è preoccupato e lancia l`allarme: «Stiamo seguendo attentamente tutto quello che sta avvenendo anche attraverso il nucleo operativo ecologico dei carabinieri e naturalmente le autoritàlocali. La mano della malavita organizzata è presente, è sensibile anche in questa vicenda perché sta facendo di tutto per impedire a Napoli come a Palermo che si segua una strada razionale ed efficiente per la gestione dei rifiuti». Parole che lasciano il segno in una situazione preoccupante sotto il profilo della salute sia per i cittadini che per i Comuni della zona. D`altra parte il ministro ha saputo che nel precedente incendio di cinque mesi fa furono trovate tracce di un autentico sabotaggio dei teloni delle ecoballe.
I carabinieri, su disposizione della Procura, sono al lavoro per trovare eventuali tracce lasciate per questo nuovo attentato. Inoltre, da ieri l`Arpac ha messo in moto la sua macchina organizzativa per poter esaminare al più presto i dati dei rilevatori a terra della diossina che si è sprigionata durante l`incendio del deposito di ecoballe vicino all`inceneritore. Sotto osservazione l`area in raggio di dieci chilometri perché il vento da una parte ha contribuito a diluire la diossina ma dall`altro ha allargato l`area in cui può essere precipitata al suolo. «L`analisi dei dati non potrà purtroppo avvenire nell`immediato - avverte Alfonso Dubois, direttore provinciale Arpac -. Le ricadute ambientali vanno valutate in un periodo medio lungo, gli strumenti pur sofisticati non ci consentono risposte immediate».
I vigili del fuoco sono riusciti a domare il rogo della grande discarica pubblica del Pantano soltanto alle cinque di ieri mattina, trenta ore dopo l`inizio delle operazioni di spegnimento. Una lotta incessante ostacolata da un episodio increscioso: la rottura dell`impianto antincendio in dotazione allo sversatoio . Proprio così . Nella notte tra sabato e domenica, cioè quando il rogo doloso era appena iniziato, il generatore elettrico che trasportava l`acqua dalle vasche di emergenza del sito di stoccaggio è andato in tilt per cui i pompieri sono stati costretti a fare la spola tra la discarica e il vicino inceneritore per rifornire i loro camion.
Ora però ci s`interroga sulle conseguenze di questo secondo incendio doloso, dopo quello che aveva colpito a marzo questa struttura vitale per tutto il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti di Napoli e provincia. La nube tossica sprigionata dal lungo incendio ha prodotto diossine ma non altri agenti pericolosi per la salute pubblica. È quanto riferito alle forze dell`ordine dal reparto N.B.C.R. dei vigili del fuoco di Napoli, cioè dalla squadra speciale, intervenuta sulposto, che verifica eventuali forme di inquinamento nucleare, batteriologico, chimico o radio. Un eccesso di diossina, dunque, c`è stato. Il problema ora è di stabilire dove la sostanza chimica si sia depositata e in quali quantità.
I vigili del fuoco e l`Arpac potranno formulare i dati relativi soltanto tra due settimane almeno. «Resta il fatto che trovo assurda la rottura dell`impianto antincendio, che evidentemente era già inadeguato», sottolinea il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri. Il sito di stoccaggio di Acerra è strategico. Grazie a quest`impianto è stato infatti possibile evitare il collasso totale del sistema. Nel Pantano i rifiuti triturati, provenienti dai cdr diTufino e Giugliano, sono stati stoccati per poi essere trasferiti, con i camion del Consorzio Trasporti Campania, nel forno dell`attiguo inceneritore, che però non riesce a funzionare così come predisposto dal progetto iniziale. Vale a dire che il termovalorizzatore non potendo smaltire il milione e mezzo di tonnellate di rifiuti ali` anno prodotti dalla provincia di Napoli ha bisogno di una struttura come quella diAcerra che rallenti le eccedenze. Un surplus che ancora oggi ammonta a centinaia di migliaia di tonnellate all`anno.

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