L`anomalia La discarica della Provincia doveva essere già svuotata La rabbia Il sindaco accusa: il sito è fuorilegge non aspettiamo altri disastri

Le piste: ritorsioni dei senza paga e business del clan delle bonifiche

Due raid m soli cinque mesi ma l'impianto non ha più la protezione dei militari
20 agosto 2012 - p.n.
Fonte: Il Mattino

ACERRA. Brucia più che mai la terra dei fuochi letali. Vanno in fumo le centinaia di discariche abusive ma prendono fuoco anche gli sversatoi autorizzati. Come quello di Acerra, appunto, 74mila tonnellate d`immondizie minacciate dagli incendi dolosi per due volte consecutive dall`inizio di quest`anno. E come nel più classico dei paradossi l`immensa discarica presa di mira dagli attentati incendiari si trova accanto all`inceneritore, il grande impianto bruciarifiuti sorvegliato giorno e notte dagli uomini in mimetica della marina. Datempo però il sito di stoccaggio, che si trova proprio lì, a pochi metri dal recinto di rilo spinato che delimita la zona militare, non è più protetto dal vincolo dell`interesse strategico nazionale. All`interno c`è solo una ditta di vigilanza.
Quando i carabinieri del maresciallo Vincenzo Vacchiano, il comandante della stazione di Acerra, hanno fatto irruzione nella discarica in fiamme all`intemo hanno trovato solo due persone: un addetto del consorzio di bacino e una guardia giurata. Intanto le migliaia di tonnellate di immondizie ammassate sui terreni della campagna acerrana dovrebbero essere sparite già da un pezzo. La proroga dell`ordinanza dellaProvincia, che quattro anni fa diede vita all`impianto di deposito temporaneo, è scaduta a febbraio. C`è un`ordinanza di sgombero ad horas dell`impianto firmata dal presidente Luigi Cesaro. La Sapna, società controllata da piazza Matteota, ha avviato qualche mese fa la tanto attesa opera di svuotamento delle 22mila tonnellate di rifiuti solidi urbani che gestisce. Ma le fiamme divampate a marzo e poi appena l`altra sera stanno ostacolando la bonifica.
Una situazione resa più complicata da tensioni e malumori: non percepiscono gli stipendi da sette mesi gli operai del consorzio di bacino addetti al sito di località Pantano, zona chiamata così perché sorge su un`immensa falda acquifera superficiale. Inoltre si stagliano cervellotiche complicazioni burocratiche. In primo luogo perché non si sa dove smaltire i rifiuti incendiati, sono migliaia di tonnellate, sia quelli prodotti dalle fiamme divampate a marzo che quelli scaturiti dal rogo di sabato. I rifiuti urbani bruciati sono diventati rifiuti spedalipercuila Provincia dovrebbe indire una gara d`appalto persmaltirli in modo adeguato. Accanto alla piazzola gestita dalla Provincia ce n`è un`altra, la numero 7, che contiene 54mila tonnellate di rifiuti. Ebbene, quest`altro mostro è terra di nessuno: non si sa chi lo gestisca. Provincia e governo negano qualsiasi competenza.
«Siamo stanchi di subire - lamenta il sindaco diAcerra, Raffaele Lettieri - devo ricordare che la piazzola minacciata dagli incendi è stata occupata con un decreto del presidente della Provincia emanato in deroga a tutte le normative nazionali in materia di tutela ambientale e contro cui il Comune si è costituito in giudizio per far valere il sacrosanto diritto alla salute dei suoi cittadini. Inoltre - aggiunge Lattieri - ricordo anche che le piazzole antistanti l`inceneritore non possono essere considerate pertinenze del termovalorizzatore, corn`è stato stabilito da una sentenza del Consiglio di Stato, per cui ci voleva una preventiva valutazione d`impatto ambientale che non è stata fatta».

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