Macchia Soprana, c’è la denuncia del prefetto

«Vasche di raccolta inadeguate». La segnalazione di Meoli fa partire l’inchiesta della Superprocura
14 giugno 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino Salerno

A denunciare le condizioni di alcune vasche era stato il prefetto di Salerno Claudio Meoli. È così che nasce l’inchiesta sulla discarica di Macchia Soprana, un fascicolo passato come atto urgente da Salerno alla Superprocura di Giovandomenico Lepore. E così che la più grande discarica della Campania finisce sotto inchiesta. Il più grande invaso della regione - una potenzialità di 95mila tonnellate - è dunque al centro di accertamenti investigativi. Il fascicolo è stato assegnato in codelega ai due pm Milena Cortigiano e Antonio D’Alessio, entrambi in forza al pool di dodici sostituti specializzato in reati ambientali e coordinato dall’aggiunto Aldo De Chiara. Il fascicolo ipotizza il reato di discarica abusiva, in relazione ad alcune perdite di percolato registrate nel corso degli ultimi mesi. S’indaga nel massimo riserbo. E si studiano le contromosse. Preoccupano - a leggere gli atti finiti al decimo piano della Torre B - le condizioni di alcune vasche, mentre dal canto loro, i tecnici del Consorzio Comuni Bacino Salerno 2 ribadiscono «la serietà organizzativa e professionale dei monitoraggi effettuati» e si dicono fiduciosi sulla tenuta della discarica. Un fascicolo decisivo nell’ambito della strategia disegnata pochi giorni fa dalle forze militari distaccate in Campania per far fronte all’emergenza rifiuti. È stato il generale dell’esercito Franco Giannini, pochi giorni fa, a parlare delle vasche di Serre, nel salernitano, come di una valvola di sfogo fondamentale per gli interventi da effettuare nelle prossime settimane. Ora la parola passa al procuratore Lepore, che dovrà valutare l’opportunità di intervenire o meno a Macchia Soprana. Quello salernitano è solo uno dei fascicoli approdati a Napoli nei giorni immmediatamente successivi il decreto Berlusconi. Da undici Procure della Campania sono arrivati centinaia di processi sulla gestione del ciclo raccolta rifiuti e su una serie di reati di natura ambientale. Massima attenzione, in queste ore, anche su quanto avvenuto nella discarica di Villaricca, altro grande invaso utilizzato fino a qualche tempo fa su cui la Procura ha deciso di vederci chiaro. Il fascicolo è stato aperto a gennaio dal pm Liana Esposito, nelle stesse settimane in cui il commissariato di Gianni De Gennaro puntava a utilizzare il cratere di Napoli nord per scongiurare l’ultima crisi. Un gruppo di cittadini ha firmato un esposto, affidandosi al penalista Carlo Bianco, che ha fatto scattare controlli e perizie ancora in via di definizione. Inchieste parallele, dunque, messe in moto dall’emergenza rifiuti, indagini che proprio in questi giorni fanno registrare riscontri in aula. È il caso del fascicolo per truffa e traffico illecito di rifiuti che vede coinvolti 25 tra esponenti di spicco del commissariato e manager Impregilo. È di ieri il primo «verdetto» del Tribunale del Riesame. Il collegio presieduto da Nicola Quatrano ha rigettato la richiesta di revoca dell’interdizione a carico di Marta Di Gennaro, numero due della Protezione civile al fianco di Guido Bertolaso. Resta dunque l’inibizione ad occuparsi di questioni ambientali in scenari emergenziali, come disposto dal gip Rosanna Saraceno pochi giorni fa per sedici dei 25 indagati finiti ai domiciliari quindici giorni fa.

 

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