Consorzi rifiuti, fatture false: un milione alla camorra
Svelati gli esborsi alla camorra per lavori mai eseguiti. Nel mirino anche la gestione dei camion
Fatture false intascate da aziende dei clan e pagate dai Consorzi, inchiesta della Finanza
Intreccio aziende pubbliche-clan. Un affare che, secondo la Guardia di Finanza di Caserta, è andato avanti per anni: fatture false perun milione di euro intascate da imprese della camorra. A pagare il consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta, a incassare aziende vicine a Giuseppe Setola, Aniello Bidognettì, Sergio Orsi. Al setaccio dei militari centinaia di documenti negli archivi del consorzio, trovate fatture sospette, non legate a prestazioni rese o a merci consegnate. Alcune delle imprese, a cominciare dalla Oleodinamica di Claudio Bidognetti, sarebbero legate ai Casalesi. Il tribunale di Santa Maria C. V. già nel marzo scorso ha condannato i boss Francesco Bidognetti e il figlio Aniello, Bernardo Cirillo eAlessandro Cirillo (uno degli autori della strage di 6 africani a Castelvolturno) per reimpiego di capitali illeciti e turbativa d`asta aggravata dalle minacce, per aver riddato soldi del clan nella società Eco4 formata dal consorzio Ce4 e dalla Florambiente dei fratelli Orsi.
Fatture false per un milione di euro intascate da imprese della camorra. A pagare il consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta. A incassare aziende vicine a Giuseppe Setola, Amello Bido gnettì, Sergio Orsi. Un affare che secondo la Guardia di Finanza di Caserta, guidata dal comandante Vincenzo Amendola, è andato avanti per anni. I militari stanno setacciando l`enorme mole di documenti custodita negli archivi del consorzio e continuano a trovare fatture sospette, cioè non legate a prestazioni effettivamente rese o a merci consegnate. Alcune delle imprese, a cominciare dalla Oleodinamica di Claudio Bidognetti, sarebbero legate ai Casalesi. Iltribunale di Santa Maria Capua Vetere già nel marzo di questo anno ha condannato i boss Francesco Bidognetti e il figlio Aniello, Bernardo Cirillo e Alessandro Cirillo (uno degli autori della strage di Castelvolturno che costò la vita a sei extracomunitari) per reimpiego di capitali illeciti e turbativa d`asta aggravata dalle minacce, per aver riciclato soldi del clan nella società Eco4 formata dal consorzio Ce4 e dalla Florambiente dei fratelli Orsi. Con la stessa sentenza si chiarisce che i Bidognetti avevano incassato proprio attraverso la società Oleodinamica (dei fratelli Orsi), 15.000 euro al mese di tangente. Ma l`indagine della Guardia di Finanza è a 360 gradi e va avanti orinai da anni. rio] 9mn chiusura dei seggi dove si votava per eleggere il consiglio regionale, le Fiamme Gialle perquisirono la casa del direttore generale del consorzio, Antonio Scialdone e i comitati elettorali della moglie, MichelaPontillo, candidatanellalistadiCaldoro e prima dei non eletti. Il blitz dopo che alcuni lavoratori, anche tramite il Mattino, avevano denunciato: «II direttore sta facendo promozioni a valanga per procurare voti alla moglie» e Paolo Ferrerò aveva presentato un dossier alla magistratura. I sindacati avevano parlato di settecento promozioni ingiustificate. Ma davanti alla commissione ecomafie il dirigente si era difeso sostentendo: «Con l`accorpamento dei consorzi, le tensioni si sono enormemente acuite. Poiché una delibera relativa ai compiti del Direttore generale mi autorizzava a transigere le liti, onde evitare che ci fosse tutto questo contenzioso, in cui eravamo chiamati a nominare i legali per difenderci, abbiamo ritenuto opportuno transigere aueste liti laddove era evidente la sperequazione nell`inquadramento. Certamente, non si tratta di settecento provvedimenti: questo è un numero buttato sulla stampa a caso. Al massimo, saranno trecento provvedimenti». Trecento promozioni anche se gli organici erano stati bloccati per legge nel 2008. Scialdone, socio della società Ecocampania dei fratelli Ferraro, rivale dei fratelli Orsi nella gara per entrare in società con il consorzio Ce4, è poi passato nel Consorzio unico, diventandone per un periodo direttore generale. Sulla sua testa anche indagini sulla gestione degli impiantì di Parco Saurino e della società partecipata della Regione per le bonifiche, la Recam successivamente diventata Astir. Dell`impresa pubblica Scialdone è stato direttore tecnico e in quella veste è stato inquisito sempre per aver favorito le imprese dei clan.
Ma non è finita. Nel corso delle indagini sul consorzio sono stati anche sequestrati camion, container e ruspe. Ð provvedimento è stato deciso dalla procura di Santa Maria CapuaVetere nel 2009. Ma i mezzi erano già bloccati da anni. Quando il consorzio unico era subentrato ai cinque bacini casertani gli autoarticolati non figuravano nell`elenco. Dimenticati. I trasporti tra il sito di trasferenza di Ferrandella e l`adiacente discarica di Maruzzella sono stati perciò affidati a ditte private mentre i dipendenti del consorzio si limitavano al carico e allo scarico dei rifiuti.