Consorzio, Roma rinvia a settembre
Doccia fredda per i dipendenti del Consorzio rifiuti: gli stipendi non saranno pagati La struttura è in liquidazione, i lavoratori sono circa 1.600, metà Impiegati tra raccolta e spazzamento nel Casertano, metà praticamente inutilizzati nel Napoletano
NAPOLI — I soldi per gli stipendi non arrivano e la tensione non accenna a calare. Ieri mattina un operaio del Consorzio unico di bacino di Napoli e Caserta per protesta si è cosparso di benzina minacciando di darsi fuoco. Sul posto anche i vigili del fuoco. Alla fine, gli agenti del commissariato di polizia di Giugliano lo hanno convinto a desistere.
I dipendenti del Consorzio rifiuti m liquidazione sono circa 1.600, metà impiegati nella raccolta e nello spazzamento nel Casertano, metà praticamente inutilizzati nel Napoletano, tranne i 155 distaccati presso gli impianti gestiti dalla Sapna, l`azienda della Provincia. Quelli di Terra di Lavoro sono in arretrato di due mensilità: non ricevono la paga da maggio. I loro colleghi di Napoli addirittura da marzo. Per trovare il modo di versare loro almeno uno stipendio, il nuovo commissario liquidatore, il commercialista Claudio Crivaro, e l`amministratore della Sapna, l`avvocato Enrico Angelone, hanno cercato di portare a termine un accordo con la Protezione civile, créditrice nei confronti della società provinciale e débitrice nei confronti del Consorzio. Ma il Dipartimento di Protezione civile ha posto problemi procedurali che vanificano l`operazione, cioè rendono impossibile alla Sapna l`anticipazione di almeno una mensilità arretrata prima di fine settembre.
Come porre rimedio? «I dipendenti — dice Crivaro — sanno che sto lavorando per una soluzione alternativa. Spero che loro abbiano pazienza e che io riesca a trovare collaborazione». Di che si tratta? Ð liquidatore sta raschiando il fondo del barile dei crediti. Cioè sta cercando di ottenere pagamenti da altri debitori del Consorzio. Ma l`operazione andrà a buon fine soltanto se qualche Comune sarà disponibile a pagare immediatamente.
Sullo sfondo, intanto, c`è il problema più generale e ancora più delicato del futuro dei dipendenti del Consorzio, la cui esistenza è stata nuovamente prorogata fino al 31 dicembre con il decreto cosiddetto — appunto — Milleproroghe. Senza però chiarire l`incognita della copertura finanziaria. Ne, tanto meno, definire che fine faranno i dipendenti. Tortorano, il precedente commissario, aveva definito il piano degli esuberi, che dovrebbero essere 424. Ma è un piano monco: non è stato stabilito, infatti, in base a quali criteri scegliere chi sia in esubero. Un altro grande problema è sorto poi con la spending review: anche i circa 1.200 da ricollocare non possono essere assorbiti dai Comuni o dalle Province perché il blocco delle assunzioni lo impedisce. Comunque quasi tutti quelli di Napoli sono già ora privi di un vero impiego, quindi a rischiare sono almeno 600. «E un problema enorme, una bomba innescata», sospira Crivaro: «Per risolverlo occorre una norma, un intervento a livello governativo».
Per affrontare il problema del futuro, nella speranza che sia almeno risolto quello contingente della paga , alcuni giorni fa i sindacati confederali hanno incontrato l`assessore regionale Giovanni Romano e gli hanno chiesto di promuovere un incontro al ministero dell`Ambiente. Stessa richiesta è arrivata dai Comuni campani, a partire da Napoli, e dai presidenti delle Province di Napoli e Caserta. E Romano ieri mattina ne ha parlato con il sottosegretario con delega ai rifiuti Tullio Fanelli e il direttore generale del ministero Maurizio Pernice, con i quali ha concordato l`istituzione di un tavolo tecnico nazionale. «La Regione, pur non avendo competenza sui Consorzi, che fanno capo agli enti locali — dice l`assessore — ha sottoposto al Governo la necessità di istituire il tavolo, ricevendo una risposta positiva. La cabina di regia si insedierà entro i primi 15 giorni di settembre presso il ministero dell`Ambiente». L`allarme è finalmente arrivato a Roma.