Emergenza inquinamento Ieri prelievi a Capri per la balneabilità, la mucillagine invade Marina Piccola

L'Arpac: due i canali-killer del mare Marina Piccola, bagno fra i liquami

Allarme Di Maio, direttore dell`Agenzia: una vergogna. E invia a Capri la barca-laboratorio per le analisi
Gli alvei Sannicandro e Pollena sversano di continuo. Impuniti
9 agosto 2012 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Due canali sversano, 24 ore su 24 veleni di ogni sorta nel golfo di Napoli. Sono il Sannicandro ed il Pollena. Dai comuni vesuviani, arrivano fino a mare, all`altezza di San Giovanni a Teduccio. Con i liquami, portano anche rifiuti di ogni sorta e sostanze residuali di processi industriali. «Un fenomeno noto da anni», sottilinea Lucio De Maio, responsabile per l`Arpac dell`unità operativa che effettua i prelievi in mare, «ma rispetto al quale non sono stati ancora effettuati interventi. Bisognerebbe collegare quegli alvei ai depuratori e vigilare contro gli scarich abusivi al loro interno».
Intanto, nel golfo ancora mucillagine. Invasa Capri. L`Arpac ha effettuato i primi prelievi già ieri.

NAPOLI — Alveo Sannicandro ed alveo Pollena, noto anche come Volla. Sono due tra i peggiori killer del nostro mare. Conosciuti ed impuniti, perché 24 ore su 24, in ogni stagione dell`anno, lo avvelenano di liquami, rifiuti, perfino scarti industriali. «In queste settimane», dice Lucio De Maio, responsabile per l`Arpac dell`unità operativa che effettua i prelievi in mare ai fini delle analisi sulla presenza di coliformi fecali ed escherichia coli, «si parla tanto della mucillagine. Fastidiosa, certo, per i bagnanti, per i gestori dei lidi, per gli operatori turistici. Però, c`è il rischio di non centrare il problema vero. Quello dei depuratori che mancano, degli impianti che non depurano a sufficienza e di quei due alvei che sono una vergogna».
Sfociano entrambi nel mare di San Giovanni e portano in acqua i reflui non depurati di un bei po` di Comuni dell`area vesuviana. Una situazione assurda, al di fuori di ogni logica e contraria a qualunque normativa. Perché cessi, occorrerebbe realizzare i collettori che facciano confluire le acque luride dei due alvei al depuratore di Napoli est, a sua volta da potenziare. Bisognerebbe inoltre che i Comuni vigilassero su chi immette in quegli alvei sostanze tossiche, di natura industriale. Ieri, intanto, ancora grossi banchi di mucillagine in acqua. A Capri, in particolare, le chiazze marroni hanno rovinato la giornata tra i Bagni di Tiberio e la spiaggia libera di Marina Grande sia a Marina Grande. Fenomeno non nuovissimo, per il golfo, ma certamente inusuale in queste dimensioni. I sindaci isolani chiedono all`agenzia per la protezione ambientale prelievi e controlli. Ð proliferare della mucillagine, storia ormai nota, dipende certamente dalle temperature molto elevate del mare (fino a 29 gradi in questa torrida estate) e dall`assenza di vento. Molti studiosi, però, lo correlano anche all`eccessivo apporto di nutrienti in ambiente marino, determinato dall`inadeguata depurazione. De Maio non è di questo awiso:«Uno studio dell`Icra sulla mucillagine conclude che non è associabile all`inquinamento. Del resto le chiazze marroni sono state avvistate in questi giorni in zone diverse, dal punto di vista dell`impatto antropico: le isole flegree, Capri, il Cuento, Napoli, la costiera sorrentina, Bacoli». Certo è, quale che sia la causa della mucillagine, che non è opportuno nuotare dove è presente in quantità consistenti di questa sostanza gelatinosa prodotta dalle alghe. Sottolinea infatti il dirigente dell`Arpac: «Ä banchi inglobano tutto ciò che galleggia, il pulito e lo sporco, e lo concentrano. Fino ad oggi non abbiamo riscontrato tensioattivi o batteri al di là dei limiti di legge, ma è bene non bagnarsi in mezzo alla mucillagine».

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