Netturbini senza lavoro e soldi E tornano i roghi di rifiuti

Consorzio, nuovo commissario liquidatore: Crivaro
3 agosto 2012 - Angelo Lomonaco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — «Kafka non avrebbe saputo fare di meglio». È con un riferimento alto che Emilio Castellano, della segreteria provinciale della Cgil Funzione pubblica, definisce l`attuale (l`etemo?) stallo nella gestione del ciclo dei rifiuti a Napoli. Molto meno immaginifica e letteraria la prospettiva che secondo Castellano si potrebbe schiudere dopo la pausa estiva se non si trovano vie d`uscita. Perché già ora i lavoratori dei consorzi danno segnali evidenti di insofferenza. Inoltre, seppure con la città mezza vuota quindi con una produzione di immondizia limitata, si vede qualche cumulo qua e là e sono tornati gli incendi. Ieri sono stati dati alle fiamme rifiuti e sterpaglie al Centro direzionale, non lontano da Regione e Procura, e il presidente della Provincia Luigi Cesaro ha annunciato che sabato partirà un nuovo servizio di pattugliamento del territorio da parte della polizia provinciale. Ð principale motivo di preoccupazione però, in questo momento, è costituito dagli 884 dipendenti del Consorzio unico di bacino di Napoli e Caserta in liquidazione, che continuano a non lavorare e a non percepire la paga. L`altro giorno sono scesi sul sentiero di guerra bloccando i conferimenti al termovalorizzatore di Acerra e sembrano pronti alla rivolta. Per fronteggiare l`allarme, ieri sera c`è stato un lungo vertice in prefettura che ha portato a una soluzione parziale e temporanea per versare parte delle spettanze ai dipendenti.
«Per sollecitare una svolta nella questione — dice Castellano — il io luglio abbiamo tatto un presidio a Roma e incontrato i rappresentanti dei ministeri dell`Ambiente, delle Attività produttive e dell`Economia. In quella sede si è deciso di formare una cabina di regia». Ð 17 luglio l`assessore regionale Romano ha scritto ai Comuni per comunicare loro che «per lo svolgimento del servizio di raccolta differenziata devono avvalersi, obbligatoriamente e in via esclusiva, dei consorzi laddove sono già operanti». «È vero — ammette il sindacalista della Cgil — ma nelle altre province questa possibilità c`è, a Napoli e Caserta invece ci sono centinaia di lavoratori fermi e i Comuni hanno società in house o accordi con aziende private. Al momento, per loro, è prevista una proroga fino al 31 dicembre, poi non si sa. Infatti martedì 7 agosto faremo un presidio davanti alla Regione per chiedere un incontro con Romano e cercare di capire come stabilizzarli». E anche, quindi, per cercare di sciogliere l`inestricabile nodo relativo al loro pagamento. «I lavoratori - spiega Castellano - sono stati pagati dalla Protezione civile, attraverso la Provincia, la Sapna e il commissario liquidatore». Sulle somme da corrispondere, però, adesso è in corso un contenzioso. «La situazione è molto complicata e delicata. Per questo i commissari si dimettono uno dopo l`altro». Proprio ieri i presidenti delle Province di Napoli Cesaro e di Caserta Domenico Zinzi hanno nominato il nuovo: è Claudio Crivaro, commercialista napoletano di 45 anni. Al tempo della giunta di centrosinistra, Crivaro è stato amministratore delegato della Sis, società controllata dall`ente di piazza Matteotti, e in quel ruolo contestato dal centrodestra che oggi punta su di lui. Del resto, fino a pochi mesi fa è stato amministratore unico della Quarto Multiservizi, dove il sindaco del Pdl Giarrusso lo volle come successore di Enrico Angelone, proveniente dall`area di Rifondazione ed ex avvocato della Cgil, da poco al vertice della Sapna. Tornando per un momento alla letteratura, uno scambio di ruoli un po` pirandelliano.
«La transazione è legittima — afferma proprio Angelone — perché la Sapna deve soldi alla Protezione civile per la gestione dell`impianto di Caivano e deve invece avere soldi dal consorzio, che è a sua volta creditore della Protezione civile di 11 milioni. Il residuo sarebbe di circa 4 milioni che la Sapna dovrebbe versare al consorzio. Ma questo per il pregresso. Ora i lavoratori non ricevono lo stipendio ma non lavorano, tranne i 170 impegnati presso la Sapna. E la situazione è irrisolvibile perché lo Stato non è disponibile, ne possono ricadere sulla Provincia e sulla Sapna. Dove non c`è titolo normativo per tenerli, ne si possono assumere a causa della spending review. Tuttavia sono consapevole che se li mandassimo via si scatenerebbe un inferno». Insomma, l`unica soluzione sarebbe un intervento derogatorio da parte del Governo, e la copertura finanziaria necessaria per intervenire.
Intanto si è appena aperto un altro fronte. La Sapna ha disdetto l`integrativo che garantiva mediamente 250 euro al mese ai lavoratori degli Stir, con i quali potevano arrivare a 1.600-1.700 euro: da agosto non sarà più così. «Qualcosa si deve fare — dice Angelone — perché mi è chiarissimo che altrimenti a settembre ci saranno problemi». E cosa si può tare? «Innanzi tutto — continua l`avvocato — è bene spiegare che ho dovuto cancellare l`accordo perché era privo dell`approvazione della Provincia, che ne aveva sollecitato l`annullamento, e senza copertura finanziaria. Tra l`altro la Corte dei conti è già pesantemente intervenuta sui precedenti amministratori della Sapna. Ma se la Provinda mi da il via libera e dice qual è il budget, sono pronto ad aprire subito la trattativa, anche in agosto. Tra l`altro proprio io, ex avvocato della Cgil proprio per la funzione pubblica, non ho ne piacere ne interesse ad avere problemi pratici e di relazioni sindacali».
Nel frattempo, i dipendenti degli Stir sono tornati alla situazione pre-accordo anche in termini operativi: niente più flessibilità. «Quando si è parlato del congelamento dell`integrativo al San Carlo — commenta Castellano — si sono subito mobilitati tutti, a cominciare dal sindaco de Magistris e il suo vice Sodano. Qui è tutt`un`altra musica. Più in generale, le amministrazioni devono capire che il sistema a filiera non regge più, che dopo agosto si deve puntare sulle reti, cogliendo al volo l`occasione che sarà costituita a fine anno dall`abolizione della Provinda di Napoli con la nascita della Città metropolitana, che comporterà la rivisitazione di tutto il dclo. E d vuole coraggio. Nella provincia di Napoli occorrono gli impianti, sicuramente almeno il termodistruttore per i sei milioni di ecoballe accumulate. Per realizzarlo e poi per farlo funzionare, tra l`altro, si darebbe lavoro a tantissime persone. Questo discorso va di pari passo con quello sulla stabilizzazione dei dipendenti dei consorzi, semmai con tempi differenziati. Ma occorre un accordo con il Governo, nel quale si potrebbe prevedere pure il pre-pensionamento per circa 400 dipendenti di Asia, malati o non più in condizione di lavorare in strada, che si dovrebbero sostituire con giovani. Nonostante l`impegno e gli accordi per la razionalizzazione e per la produttività verificabile, l`azienda comunale è ai piedi di Filato, perché non ci sono soldi. Serve una ricapitalizzazione». Ma non c`è appena stata? «Sì — sbotta Castellano — il Comune ha fatto una ricapitalizzazione da 41 milioni. Però non ha pagato il canone di 16 milioni al mese».
Strategia
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Allarme
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