Caivano chiede aiuto agli altri Comuni «Insieme possiamo fermare i piromani»

Servono fondi per concretizzare le iniziative. Per esempio l`attivazione delle centraline per il controllo della qualità dell`aria rimaste inutilizzate e il servizio di controllo diurno e notturno svolto dai vigili urbani
2 agosto 2012 - Antonio Maria Mira
Fonte: Avvenire

CAIVANO (NAPOLI) Le fiamme si sono nuovamente alzate ieri mattina dai resti del rogo appiccato due giorni fa a pochi passi dalla parrocchia di San Paolo Apostolo. Fuoco a ridosso delle case e di alcune officine. Fiamme che salgono da sotto terra. Chissà cosa c`è là sotto... Fiamme che salgono da cumuli di metalli e plastiche. Cosi per alcune ore è dovuta nuovamente intervenire una squadra dei vigili del fuoco che con gli idranti e le pale ha operato la bonifica. Non è bastato l`intervento di una ruspa che martedì, come abbiamo scritto ieri, aveva letteralmente ricoperto di terra i resti del rogo, rifiuti bruciati e quant`altro. Rifiuti diventati pericolosi, dopo la combustione, e che come tali dovevano essere trattati. E non solo ricoperti. Un`operazione che ha indignato l`assessore regionale all`Ambiente, Giovanni Romano che ha deciso di vederci chiaro e di intervenire rapidamente. «Dopo aver letto il vostro articolo - ci spiega - ho chiesto all`Arpac di accertare cosa sia successo a Caivano e di presentarmi una relazione in pochi giorni. È incredibile quello che è successo. Il sindaco doveva intervenire, sequestrare tutta l`area e metterla in sicurezza. E non consentire l`interramento dei rifiuti. Ancora una volta - denuncia - i sindaci non vogliono capire che sono loro i primi responsabili degli interventi. Non lo dico io ma la legge». Ma grazie alla mobilitazione dei cittadini, sostenuti dalle parrocchie, anche l`amministrazione comunale ha deciso di attivarsi. È il risultato di un "vivace" consiglio comunale aperto, terminato nella tarda serata di mercoledì e al quale hanno partecipato centinaia di cittadini. Riunione nella quale è stato pubblicamente ringraziato, con applausi a scena a aperta, l`impegno di Avvenire nel denunciare il dramma della "terra dei fuochi". Un impegno che sta dando risultati anche a livello locale. Il consiglio comunale ha infatti approvato all`unanimità, ed è un segnale importante, alcune proposte operative da realizzare, però, in collaborazione con gli altri comuni colpiti dal fenomeno dei roghi, soprattutto perché i fondi per concretizzarle non ci sono. È il caso delle due centraline per il controllo della qualità dell`aria che circa 10 anni fa la Tav donò al comune come compensazione ambientale. Erano costate 500 milioni lire ma da allora sono rimaste in magazzino. Per farle finalmente funzionare servono soldi che Caivano non ha mentre con l`aiuto dei paesi vicini, anch`essi vittime dei veleni, si potrebbero attivare. Anche perché le nubi tossiche periate dal vento vanno ovunque. La seconda proposta è quella di organizzare un servizio di controllo diurno e notturno svolto dai vigili urbani e dalle guardie ambientali, volontari che percepiscono solo un piccolo rimborso spese. Ma anche per questo servizio mancano i fondi e, quindi, sarebbe auspicabile una collaborazione tra comuni vicini. Insomma, l`unione fa la forza. E i cittadini sono soddisfatti. «Finalmente - commenta una di loro - il sindaco e la giunta hanno capito che da soli non ce la possiamo fare e che bisogna lavorare assieme agli altri comuni». Anche perché i roghi stanno davvero devastando ovunque. Ieri un incendio ha colpito Casapesenna, comune del casertano, "feudo" della camorra più potente. E nello stesso paese un altro enorme rogo era stato appiccato due giorni fa. Proprio nei luoghi che due settimane fa avevamo visitato coi volontari di Legambiente per toccare con mano gli "inceneritori della camorra". Ebbene ieri e mercoledì hanno bruciato sul già bruciato, nuovi rifiuti industriali incendiati sulle ceneri di quelli vecchi. Un vero inferno. E non solo qui. Negli ultimi due giorni roghi di rifiuti ci sono stati a San Tammaro e Santa Maria in Vico, sempre in provincia di Casería. E a Qualino e Giuliano, in provincia di Napoli. "Terra dei fuochi", "triangolo dei veleni" che ogni giorno vede il cielo coprirsi di fumi neri. Antonio Maria Mira Servono fondi per concretizzare le iniziative. Per esempio l`attivazione delle centraline per il controllo della qualità dell`aria rimaste inutilizzate e il servizio di controllo diurno e notturno svolto dai vigili urbani

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