Addio Campania felix: oggi è terra di tumori

DISASTRO AMBIENTALE. PUBBLICATO DA DENAROLIBRI UN DOSSIER SCRITTO DA ANTONIO GIORDANO E GIULIO TARRO. CANCRO AL SENO: È UN`EPIDEMIA
31 luglio 2012 - C.F.
Fonte: Il Denaro

CRESCE in modo esponenziale il numero dei tumori mammari in Campania. Questo uno dei dati che emergono dal libro bianco "Campania, terra di veleni" di Antonio Giordano, ricercatore e direttore dello Sbarro Institute cancer research presso la Temple University e di Giulio Tarro, primario emerito dell`ospedale Cotugno di Napoli, realizzato in seguito a uno studio finanziato dal governo federale americano. Nel volume - edito da Denarolibri e presentato ieri presso la sede del Denaro - gli autori pongono l`accento sulla correlazione tra l`incremento delle malattie tumorali e lo smaltimento di rifiuti tossici.
Secondo i dati riportati nel volume, edito tra il 2000 e il 2005 sono stati 40 mila i casi di tumori non censiti di cui il 15 per cento tra donne al di sotto dei 40 anni. Una ricerca che è stata successivamente ampliata fino ad arrivare al 2008. All`indice le tonnellate di veleni e rifiuti tossici e speciali smaltiti senza alcun controllo in discariche pubbliche e in quelle abusive. L`unica soluzione per arrestare questo disastro ambientale - avverte Antonio Marfella oncologo de! Pascale che cura uno dei capitoli del libro - sarebbe tracciare il percorso (non solo sulla carta) dei rifiuti speciali. Sono passati quattro anni da quanto Antonio Marfella membro del comitato medici per l`ambiente effettua a proprie spese un`analisi del sangue per vericare i livelli di diossina. Un veleno, uno dei più potenti cancerogeni conosciuti) che si sprigiona dai roghi di spazzatura soprattutto se effettuati a basse temperatura e che si diffonde nella matrici ambientali giungendo poi nella catena alimentare attraverso i cibi che contengono grassi (uova, mozzarella, olio ecc.). I livelli registrati sono diverse volte superiori alla norma. Un allarme che presuppone una larga contaminazione ambientale confortata dai controlli a campione effettuati in quegli anni dall`Istituto zooprofìlattico del Mezzogiorno ma poi abbandonati per gli ingenti costi delle analisi. Emerge così la drammatica carenza di sistemi epidemiologici di monitoraggio, su tutti il registro tumori adottato in Regione solo poche settimane orsono. Ma i segnali di aliarne non mancano. I pur pochi e frammentari dati ufficiali dicono che in Campania si muore di cancro più che in ogni altra regione d`Italia. Ma non per carenze dei servizi sanitari come avveniva un tempo bensì perché cresce l`incidenza dei casi. E anche l`aspettativa di vita scende all`ultimo gradino del Paese abbassando la vita media di uomini e donne di alcuni punti rispetto alle altre regioni. Un segno lasciato da discariche che hanno ingoiato veleni e rifiuti tossici di ogni tipo. E` la punta di un iceberg che rimanda ad un`irrisolta emergenza. Poi è la volta di Lancet che pubblica uno studio di un medico napoletano Alfredo Mazza, che caratterizza la zona a Nord di Napoli tra il casertano e il nolano "il triangolo della morte". Quindi giungono vari studi che confortano i dati emergenti. Su tutte si leva la voce dello scienziato napoletano Antonio Giordano tra i massimi esperti al mondo di biologia molecolare, che denuncia inascoltato un`emergente fragilità del Dna (che durerà per decenni) dovuta all`inquinamento da rifiuti tossici.


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