Cancro e rifiuti Sos d¡ Antonio Giordano e Giulio Tarro

«Allarme tumori al seno, abbiamo un Dna colabrodo»

I medici Giordano e Tarro: inquinamento trascurato per decenni
31 luglio 2012 - Angelo Lomonaco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Uno studio che è anche un atto d`accusa: questo è «Campania terra di veleni», volume firmato dai medici Antonio Giordano e Giulio Tarro e publicato da Denaro Libri. Dallo studio si apprende che «in Campa nia ci sono 40 mila casi di tumori alla mammella in più» e che il cancro al seno colpisce «nel 15% di casi le donne sotto i 40 anni». E soprattutto che, avendo trascurato per decenni l`inquinamento ambientale causa to soprattutto dai rifiuti tossici e dalla diossina, «il Dna dei campani è diventato un colabrodo».
NAPOLI — «Trent`anni di camorra e di rifiuti tossici non correttamente smaltiti costano alle zone di Napoli Nord e di Caserta Sud un indice di mortalità del 9,2% in più fra gli uomini e del 12,4 per cento per le donne. La mancanza di interventi di bonifica del territorio non ci consente di conoscere le tipologie di prodotti sversati e quindi ci impedisce di capire che azioni mettere in campo». Per questo Antonio Giordano parla esplicitamente della regione come di «un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto, un laboratorio nel quale si lavora direttamente sull`uomo, bypassando gli studi sugli animali». Di chi è la responsabilità? Dipende da «tecnici e politici che continuano a negare il nesso di causalità tra i due fenomeni e da brillanti oncologi che continuano ad affermare che non c`è allarme», risponde il ricercatore campano di fama intemazionale emigrato negli Stati Uniti. Ordinario di anatomia e istologia patologica all`Università di Siena, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia (Usa), Giordano è figlio di Giovan Giacomo, che nel `76 pubblicò lo studio «Salute e ambiente in Campania», del quale costituisce l`ideale proseguimento il suo «Campania terra di veleni», che scaturisce da un nuovo studio finanziato dal Governo federale americano. Ð volume edito da Denaro Libri (187 pagine, 20 euro), presentato ieri alla Mostra d`Oltremare, è firmato con il virologo Giulio Tarro, primario emerito del Cotugno, e presenta anche i contributi di vari di medici, docenti, attivisti, attori e giornalisti. In occasione della presentazione, Antonio Giordano ha duramente criticato la gestione della situazione sanitaria e ambientale nella regione: «In questi anni non abbiamo ricevuto un solo dato dal Registro dei tumori e dalle istituzioni sanitarie. Allora ci siamo messi a studiare da soli. Ed è emerso, per esempio, che in Campania ci sono 40 mila casi di tumori alla mammella in più e un aumento del 15% di casi di cancro per le donne sotto i 40 anni». Le critiche di Giordano sembrano trovare conferma in quanto avvenuto un paio di settimane fa, quando su un altro studio elaborato da Maurizio Montella, responsabile dell`Epidemiologia del Pascale, sono intervenuti ben due ministri, Balduzzi della Sanità e Clini dell`Ambiente, ma più per evitare che i dati contenuti nella ricerca venissero fuori che per spiegare quali provvedimenti stessero adottando per contenere l`incremento delle morti per tumore.
Nel volume, gli autori pongono l`accento sulla correlazione tra lo smaltimento di rifiuti tossici e l`incremento dei tumori. Argomento al quale è interamente dedicato l`intervento di Antonio Martella, oncologo e animatore dei Medici per l`Ambiente. Ð quale illustra i meccanismi che portano i rifiuti tossici in Campania («non meno di 13 milioni di tonnellate in 20 anni») proprio negli stessi camion che portano i nostri rifiuti urbani al Nord, e che «vuoti in Campania non sono mai tornati». Martella sottolinea che «in Campania sono state effettuate solo 86 analisi complessive di diossina e neanche un metro quadro di terreno è stato bloccato realmente alla porduzione agroalimentare in oltre 20 anni». E stigmatizza che la tariva stituzione del Registro tumori regionale, «deliberata solo nel luglio 2012». In mezzo secolo di malagestione dell`ambiente, intanto to, aggiunge Giordano, «il Dna dei campani è diventato un colabro. Mio padre, 40 anni fa, disse che ci sarebbero voluti 150 anni se si fossero prese iniziative serie di bonifica». Una speranza c'è perché «in Texas, da quando hanno cominciato le opere di risanamento del territorio — scrive lo scienziato — le malformazioni sono diminuite del 40%». Ma bisogna pur iniziare, come ha sottolineato ieri nel suo videornessaggio ignazio Marino, medico, senatore Pd e presidente della Commissione di inchiesta sull`efficacia e l`efficienza del Sistema sanitario nazionale: «Siamo davanti a una sfida epocale per tutto il Paese perché la Campania e Napoli sono un patrimonio del Paese e non soltanto responsabilità di alcune Regioni o amministrazioni».

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