I rifiuti, il libro bianco

«Tumori in aumento, troppi silenzi dalla politica»

L`affondo dei ricercatori della Temple University: più colpite le donne, subito le bonifiche
31 luglio 2012 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

C`è un legarne strettissimo tra aumento delle patologie tumorali e sversamenti di rifiuti tossici che per decenni hanno martoriato l`area tra Napoli e Caserta, tristemente nota come il triangolo della morte. Un`emergenza rispetto alla quale «i politici non hanno fatto nulla restando in silenzio». È la denuncia contenuta nel libro bianco curato dagli scienziati Antonio Giordano e Giulio Tarro, che è stato presentato nella sala conferenze del Denaro, alla Mostra d`Oltremare. Un`opera che si pone in continuità con un altro libro bianco, «Salute e ambiente in Campania», scritto nel 1977 dal padre di Antonio Giordano, l`illustre anatomo patologo Giovan Giacomo Giordano. Nel volume - che si intitola «Campania, terra di veleni» ed ha una copertina firmata dall`artista Leilo Esposito - sono contenuti numeri allarmanti: l`indice di mortalità è aumentato del 9,2 per cento per gli uomini e del 12,4 per cento per le donne, ma in alcuni punti del territorio si registrano picchi del 20 per cento. Drammatico, in particolare, il dato dei tumori mammari analizzati tra il 2000 e il 2005, «risultato superiore a quello riportato dagli organi ufficiali»: «Oltre 40mila i casi non censiti - si legge nel rap porto - statistiche sottostimate del 26,5 per cento, soprattutto nella fascia d`età tra i 25 e i 44 anni». L`indagine, condotta dai ricercatori della Temple University di Philadelphia e pubblicata in anteprima sul Mattino nel febbraio del 2011, ha suscitato un acceso dibattito e violente polemiche. Poi, a distanza di mesi, le conclusioni a cui è giunto il team guidato da Giordano sono state confermate da un altro studio choc, elaborato dei medici del Pascale.
L`affondo alla classe politica arriva nel corso del dibattito, moderato dal direttore del Denaro Alfonso Ruffo. Giordano va all`attacco: «La Campania è diventata un laboratorio "a cielo aperto" di cancerogenesi dove le cavie sono i napoletani e i campani. Ancora oggi non abbiamo a disposizione una mappa degli sversamenti e dei roghi abusivi. I rifiuti tossici potrebbero essere stati depositati nel nostro giardino o in quello del nostro vicino». Colpa della camorra, insiste, ma anche di chi non ha vigilato: «I politici, ed i tecnici che hanno lavorato per loro, non hanno fatto abbastanza per arginare il fenomeno. In certi casi i risultati dei nostri dossier sono stati sottovalutati. Ricordo le parole dell`ex ministro della Salute Ferruccio Fazio, secondo cui le preoccupazioni sui pericoli della diossina erano esagerate. Qualcuno ci ha definito pazzi. Ma ora in tanti si sono resi conto che il nostro "manicomio scientifico" aveva ragione». PerTarro l`unica via d`uscita è «avviare subito un programma di bonifiche partendo dalle aree più colpite concentrandosi al tempo stesso sulla tracciabilità dei rifiuti»: la parola d`ordine, chiarisce il primario emerito del Cotugno, dev`essere «conoscenza perché solo così saràpossibile difendersi da questo male oscuro». In un videomessaggio il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare d`inchiesta sul servizio sanitario nazionale, invita «governo, enti locali e cittadini a collaborare per superare un`emergenza che in Campania dura dal 1994. Non è più tempo di denunce e studi, ma di agire. In questa regione ci sono 6 milioni di ecoballe abbandonate. Riuscire a smaltirle è una scommessa che riguarda l`intero Paese». Anche l`ex procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore invoca «il gioco di squadra»: «Occorre decidere insieme quali impianti costruire altrimenti questa crisi sarà davvero infinita». E l`attore Gino Rivieccio rilancia: «II popolo napoletano ha una grande pazienza che gli ha impedito di ribellarsi. È tempo di farlo».

Powered by PhPeace 2.6.4