Consorzio unico, la doppia beffa
CENTINAIA di dipendentisenza stipendio da mesi, insolvenze nei confronti dei fornitori, una situazione debitoria catastrofica nei confronti dell`Inpdap, a cui da anni non vengono versati i contributi. Questa è la situazione in cui versa ilConsorzio unico di bacino delle Province di Caserta e Napoli, un ente a totale partecipazione pubblica, nato nell` agosto del 2008 per far fronte alla gestione al ciclo integrato dei rifiuti. «Prima della sua costituzione», afferma Giuseppe Chiatto, rappresentante sindacale Uil e coordinatore d`area, «none chelecose andassero proprio bene, ma almeno ¡lavoratori vedevano garantiti i propri diritti. Invece orala situ azione è diventata insostenibile». Erano diversi, infatti, i consorzi che operavano nel casertano e nell`area nord di Napoli prima che si decidesse di farli confluire in quest`unico Consorzio interprovinciale. «Il problema», prosegue Chiatto, «è che tra questi ve ne erano alcuni virtuosi e con bilanci in attivo e altri, la gran parte, con bilanci in forte perdita. Quando i politici hanno deciso di fondere i vari enti, la situazione di profondo rosso è confluita nel nuovo Consorzio Unico che da subito ha iniziato a non versare i contributi previdenziali Inpdap ai lavoratori».
Sono decine i dipendenti che da mesi dovrebbero essere collocati in pensione e tanti altri che sono pronti ad andarsene, ma trovano il muro dell`Inpdap, l`ente previdenziale dei lavoratori pubblici, al quale non sono stati corrisposti i versamenti pensionistici, nonostante i lavoratori siano regolarmente inquadrati con buste paga da cui sono state detratte le quote previdenziali. Tra loro anche chi doveva accedere da mesi alla pensione di inabilità al lavoro mache si sono visti respingere dall`Inps le domande di pensionamento. «Inoltre - raccontano i dipendenti - l`azienda non accantona da anni il Tfr ne versa le quote a chi è iscritto a PreviAmbiente, e così gli viene negata la possibilità di richiedere un anticipo del Tfr. Da qualche anno, poi, il Consorzio, pur trattenendosi dalle buste paga le quote del quinto dello stipendio, non pagale Finanziarie. Insomma, ci sono tutti gli estremi per una denuncia penale per appropriazione indebita».
E mentre centinaia di lavoratori sipreparano apresentare un altro esposto alla Procura della Repubblica, fioccano al Consorzio le diffide daparte dell`Inpdap e di alcuni studi legali cui si sono rivolti alcuni lavoratori in attesa da mesi della pensione. Negli uffici di viale Giannone 90 a Caserta, sede del Consorzio, c`è sconforto e senso di impotenza. L`ufficio amministrativo rimanda la palla ai comuni insolventi nei confronti del Consorzio che ha giusto i soldi per saldare i fornitori, versare gli stipendi, fermi tuttavia al mese di aprile, nonostante i ripetuti scioperi e le occupazioni di depositi e autorimesse da parte dei lavoratori.
Per provare a risolvere la situazione, a capo dell`azienda fu messo alcunianni fa un commissario liquidatore, 9 mila euro al mese. Racconta Chiatto: «Ha da poco istituito una commissione paritetica di cui fanno parte solo una parte delle sigle sindacali presenti in azienda, evidentemente le più acquiescenti, per discutere dei livelli occupazionali dei dipendenti, argomento quanto mai superfluo in questo momento di profonda emergenza. Una commissione che si avvale di una consulenza legale esterna di circa 65 mila euro».