Forno dei clan nella villa confiscata
CAIVANO. A Gomorra e` è anche la fornace della morte. Funziona 24 ore su 24 ed è alimentata da scorie tossiche, rifiuti speciali delle fabbriche del nord, venduti a un centesimo il chilogrammo e anche dagli immancabili copertoni esausti e cavi di rame (quelli rubati) la cui protezione di plastica bruciando, libera nell`aria, chilogrammi, anzi quintali di diossina. Un veleno subdolo, che resta nei tessuti del corpo umano dai setti ai dieci anni, mentre il suo dimezzamento nel suolo e di cento anni. Nel tragico scenario della «terra dei fuochi» mancava solo questa sorta di inceneritore abusivo, con tanto di forno in funzione a ciclo continuo. La maxi-fornace è stata scoperta nella villa confiscata già da anni al clan Moccia, in via Cinque Vie, apoche decina dimetri dal Trivio delle Janare, nel quale confluiscono le strade che conducono ad Acerra, Afragola e Caivano.
Il nuovo triangolo della morte. Lenta e silenziosa. Come il cancro che in queste zone è in forma non più endemica ma ha l`aspetto di una vera e propria epidemia per l`altissimo numero di casi registrati rispetto alla media nazionale. E a scoprire la fornace della morte, non sono stati gli appartenenti alle forze dell`ordine, ma i rappresentati e ivolontari dei comitati ambientalisti, che ha anni, lanciano, inascoltati grida di allarme su questo irreparabile scempio ambientale. Ieri pomeriggio, nel corso di un controllo, questi privati cittadini, hanno individuato nella villa sequestrata al clan, il punto di origine di quella nube nera e tossica, che da mesiha preso a far parte della sky-line delle campagne del triangolo della morte chimica.
La costruzione, circondata ad un altissimo muro in cemento armato, sorvegliato da ragazzini di etnia rom, è adiacente al campo nomadi, inaugurato una decina di anni fa, provvisto di tutti i servizi essenziali, aria climatizzata compresa, e ora ridotto ad una sorta di bidonville. All`intemo della struttura confiscata, era in funzione la fornace, ricavata da un grande locale sottostante il livello stradale (forse la cantina della villa), provvista anche del camino, ricavato dal taglio della parte centrale del solaio di copertura della cantina. Ed immediata è scattata la denuncia. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, gli agenti del commissariato di Afragola e alcune pattuglie della compagnia dei carabinieri di Casoria.
Resta la perplessità che nessuno, fino a ieri pomeriggio, si fosse accorto di nulla. Eppure quella colonna di fumo, facilmente individuabile nella villa abbandonata, era sotto gli occhi di tutti. E questo micidiale inceneritore illegale era il frutto di un vero e proprio processo industriale, con tanto di «altofomo» capace di distruggere rifiuti di ogni genere, e fondere quintali di rame frutto di furti.
La scoperta dell`inceneritore clandestino ha alzato a livello di guardia la preoccupazione tra quanti risiedono· in Quell`area ed in tutto il territorio circostante. I rappresentanti dei comitati, Lucio lavarone e i medici impegnati nella battaglia contro i fuochi, Luigi Costanze e Gennaro Esposito di «Medici per l`Ambiente» e tanti cittadini guidati dal parroco Don Maurizio Patriciello, promettono ancora una maggiore attenzio ne e anche una battagli legale. Il coordinamento· comitati fuochi ha annunciato una querela contro il presidente della Regione, i presidenti delle province di Napoli e Caserta, oltre a trentasette sindaci peri danni ricevuti dalle popolazione dai roghi di sostanze tossiche. Un biglietto da visita niente male peri componenti la commissione sull`emergenza tumori-rifiuti in Campania, voluta dal dai ministri Renato Balduzzi ( Salute) e Corrado Clini (Ambiente).