Curare un tumore oggi costa il 400 per cento in più
Allarme di Antonio Marfella di Medici per l'Ambiente
«DA quando è iniziata l`era degli sversamenti illeciti di rifiuti tossici in Campania, curare un tumore costa il quattrocento per cento in più. La spesa pubblica per la cura di un cancro al colon retto, ad esempio, in dieci anni è passata da cinque mila euro al giorno a 50 mila euro al giorno. E considerato l`incremento delle patologie tumorali reso noto dal Pascale, il sistema sanitario pubblico non potrà reggere alungo la spesa». Antonio Marfella, membro dell`associazione internazionale "Medici per l`ambiente", si occupa di farmacoeconomia (controllo della spesa) all`Istituto nazionale tumori di Napoli. E sa bene che «i farmaci di ultima generazione hanno raggiunto prezzi spaventosi. Una fiala per il trattamento di un tumore può costare anche 10 mila euro. Il cancro al seno, inoltre, colpisce sempre più spesso giovani donne in gravidanza, e la cura può costare centinaia di miglia di euro».
Le cifre toccano picchi altissimi se correlate all`aumento di patologie nella regione riportate in uno studio del Pascale firmato dal ricercatore Maurizio Montella (il tasso di mortalità per tumore m provincia di Napoli, ad esempio, è aumentato del 27,4 per cento negli uomini e del 23,5 per cento nelle donne) . «L`unico modo — continua Marfella — per contrastare quella che sembra una vera carneficina, è fermare gli sversamenti industriali illeciti ancora m atto. Come? Rintracciando i rifiuti industriali con un sistema satellitare: l`Italia è l`unico paese in Europa ancora fermo alla tracciabilità cartacea. In pratica, ci fidiamo delle bolle industriali».
Nel mirino di Marfella, che dal 10 luglio fa parte della Consultaperla sanità creata dal Comune diNapoli, finisconole politiche a favore dell`inceneritore,laRegioneeilgovemo.Al ministro all`Ambiente Corrado Clini, m particolare, il medico chiede quattro azioni: bonificare i siti infetti; costringere l`Arpac ad assumere poteri di polizia giudiziaria come nelle altre regioni; potenziare l`attività dei carabinieri impegnati nella tutela dell`ambiente; contrastare l`attività illecita delle industrie del falso, che bruciano solventi e scartipericolosi. «I roghi— avverte — sono in pericoloso aumento nella terra dei fuochi, ci stanno avvelenando. Il problema della Campania non sono i rifiuti urbani, ma quelli tossici smaltiti dalla criminalità anche a danno delle sue stesse famiglie». Da sei anni Marfella chiede di sottoporre i campani a dosaggi individuali, per constatare il livello di diossina presente nel sangue di chi vive in terre ancora infette. «Mi sono fatto analizzare in Canada a mie spese — conclude—per capire chedanniha provocato su dimel`emergenza rifiuti. Sono uno dei pochi napoletani a sapere di avere in corpo una preoccupante quantità di diossina TCDD (tetraclorodiossina), il tipo più pericoloso in circolazione».