La spending review, il caso

Rifiuti caos, scure sulla società delle bonifiche

Soppressa la Sogesid: restano i veleni in 180 siti tra Napoli e Caserta. Servono 500 milioni
22 luglio 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Cinquecento milioni necessari solo per intervenire nei 183 siti che si trovano sul suolo pubblico dove è già stata provata la contaminazione del suolo, del sottosuolo o delle acque sotterranee e 31 solo per analizzare quelli (e sono quasi tremila) di quelli potenzialmente contaminati. Intanto, però, con la spending review sta per essere soppressa la Sogesid e quindi è sparito il braccio operativo del ministero dell`ambiente nel settore bonifiche. E questo mentre il 70 per cento del territorio delle province di Napoli e Caserta risulta inserito nei Sin, i siti di interesse nazionale con alti tassi di inquinamento. Una situazione complessa nella quale l`allarme del ministro Clini serve a confermare la gravita della situazione. Lunedì il responsabile dell`ambiente incontrerà il generale Vincenzo Paticchio, comandante del Noe: ma senza nuovi fondi, ogni iniziativa sembra difficile da concretizzarsi. Finora nel piatto ci sono i 140 milioni delle compensazioni ambientali, alle quali bisognerà aggiungere i 140 a carico della regione Campania.
La situazione è stata riassunta in maniera efficace il 13 luglio dal direttore tecnico dell`Arpac Marinella Vito nel corso della conferenza permanente Regione-autonomie locali: uno dei passi necessari per arrivare alla definitiva approvazione del piano regionale per le bonifiche voluto dall`assessore Giovanni Romano che, dopo le osservazioni di tutti gli enti interessati, dovrebbe arrivare in consiglio tra dicembre del 2012 egennaio del 2013.
Per il momento il commissariato all`ambiente sta intervenendo nelle aree dell`ex Resit e dei laghettì di Castelvoltumo perle quali il geólogo Giovanni Balestri ha annunciato entro il 2064 il disastro ambientale. Attualmente il commissario Mario De Biase sta provvedendo nel giuglianese all`estrazione del percolato nelle aree dell`ex Resit, alla caratterizzazione della così detta «area vasta» nella stessa zona e al progetto per la messa in sicurezza delle cave Resit, Z e X nelle quali sono state sversati tonnellate e tonnellate di veleni, come hanno raccontato moltissimi pentiti, a cominciare dal Buscetta dei rifiuti, Gaetano Vassallo.
Resta, poi, tutto da definire il capitolo degli interventi che dovrebbero essere pagati dai privati che hanno gestito discariche e siti di stoccaggio: dalla discarica di Masseria del Pozzo-Schiavi, alla Novambiente, dal sito di stoccaggio gestito dalla Fibe a Ponte Riccio a quello di Cava Giuliani. L`area a Nord di Napoli e a Sud di Caserta viene chiamata terra dei fuochi: gli invasi e le relative soprelevazione vanno periódicamente alle fiamme e le diossine che si sprigionano sono probabilmente uno dei fattori ( insieme ai veleni interrati abusivamente) che fa incrementare i casi di morte per malattie oncologiche come è stato rilevato dall`Istituto Pascale. E sulla vicenda l`onorevole Gianfranco Paglia annuncia un`interogazione per chiedere una task force capace di
scoprire «non solo i responsabili di un simile scempio che ha distrutto una delle province più belle d`Italia ma, anche i mandanti».

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