L`INTERVISTA L`ONCOLOGO ANTONIO GIORDANO: STUDIO UTILE. MA IN RITARDO

«Neoplasie, danni per altri 100 anni»

20 luglio 2012 - anac
Fonte: Roma

NAPOLI. «È dossier dell`Istituto Pascale conferma quello che noi stiamo dicendo da anni, siamo contenti di questo, ma i dati giungono in ritardo e adesso non c`è più tempo da perdere, le istituzioni devono intervenire». A denunciare, ancora una volta, come già ha fatto negli anni dalle pagine del nostro giornale, la correlazione tra rifiuti e tumori è Antonio Giordano, l`oncologo napoletano, direttore dell`Istituto Sbarro di Filadelfia e docente all`università di Siena. Sulla rivista "Cancer Biology and Therapy" ha pubblicato uno studio epidemiológico su cancro e rifiuti e ha creato un gruppo di ricerca internazionale al lavoro sulle questioni ambientali, composto da un team di napoletani: Massimo Di Maio, Giulio Tarro, Alfredo Massa e dall`Istituto Tumori di Roma Maddalena Barba.
A cosa portarono le ricerche degli anni scorsi?
«Abbiamo pubblicato il primo lavoro nel 2009 - risponde Giordano - il nostro lavoro ha stimolato chi avrebbe dovuto fare questo lavoro già da anni, le agenzie governative, scientifiche e paragovernative, intanto, dalle istituzioni non abbiamo ricevuto nessun sostegno. Come gruppo di ricerca, il nuovo lavoro realizzato sull`incidenza del cancro in Italia perfeziona la metodologia del precedente studio ed estende il periodo di osservazione uno al 2008. Abbiamo superato il registro tumori con una strategia molto innovativa, siamo andati ad estrarrei dati elettronici di divisione ospedaliera direttamente dal ministero della Sanità. I risultati scientifici confermano oltre 40mila casi non censiti di tumori alla mammella e che l`aumento più significativo del numero di interventi, peri tumori al seno, statìstiche sottostimate del 26,5 per cento, soprattutto nella fascia d`età tra i 25 e i 44 anni, cioè in età prescreening».
Quali malattie sono correlate ai rifiuti?
«Senza dubbio, ai rifiuti tossici, ¡e patologie tumorali e le malformazioni congenite. Quello che fa male alla salute sono i "veleni" delle industrie del nord e non tanto i rifiuti in strada. Se poi si considera che nanoparucelle tossiche e diossine non sono ne biodegradabili ne biocompatibili, si capisce come possono determinare molte malattie. Tra le più comuni, bronchiti croniche, cancro (sarcomi, ¡inforni, rnielorni e altri tipi di cancro), malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus».
Le conseguenze nei prossimi anni quali saranno?
«Drammatiche. Con la mia equipe abbiamo effettuato uno studio in Texas su tumori e malformazioni congenite alla nascita. Le istituzioni hanno preso provvedimenti e dopo 4 anni c`è stata una riduzione del 25% di malformazioni. Noi in Italia e soprattutto in Campania siamo molto indietro, se partirà da subito una bonifica i risultati potranno essere valutati tra cento anni. Questo sarà uno dei temi che affronteremo nel libro bianco "Campania Terra di veleni". È una riedizione della ricerca che nel 1974 fece mio padre e che presenterà con il virologo di fama internazionale, il professor Giulio Tarro».

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