Depuratore, il giallo delle paratie aperte
Almeno cinque volte nello scorso inverno i liquami sono stati sversati direttamente a mare per alcune ore senza essere trattati. È accaduto al depuratore di Cuma dove m poco più di un mese è stata sollevata in ben cinque occasioni laparatoia del by pass generale dell`impianto. E questo perché le vasche in funzione avevano già raggiunto la capacità massima di trattamento dei liquami. Ed è cosi che tonnellate di acque reflue seb bene diluite dalle piogge sono finite direttamente sul litorale. L`unico trattamento a cui sono state sottoposte è stata la grigliatura che ha impedito il passaggio dei rifiuti di grossa dimensione.
A comunicarlo alla Regione e alle forze dell` ordine è stata la Hydrogest, la società che dal 2006 gestisce gli impianti per conto di Palazzo Santa Lucia. «Nei mesi invernali ³³ troppo pieno può capitare, ma è un eccezione e fortunatamente i liquami finiscono in mare in parte diluiti dalla pioggia», spiega Paolo Massarotti, il custode giudiziario che si occupa dei lavori di rifunzionalizzazione dei cinque depuratori campani. Ma anche questo è probabilmente un tassello capace di comporre il mosaico delle colpe che hanno portato alla situazione drammatica di questi giorni. Sotto accusa quei lavori di ristrutturazione mai ultimati per i contenziosi sorti tra la Hydrogest e la Regione. A Cuma, ma anche negli altri impianti, la depurazione avviene a scartamento ridotto . E questo nonostante i 35 milioni spesi dalla Regione. «La situazione è migliorata, ma comunque gli impianti depurano al 50-60% dellaloro capacità», spiega Massarottì. A Cuma, in particolare, lavorano al trattamento di ossidazione biologica solo 4 chiarificatori secondari, mentre gli altri sono fermi per i lavori di rifhnzionalizzazione iniziati nel 2010. E quando le piogge sono intense - come è accaduto il 3 gennaio, il 3, 4,10 e 12 febbraio - l`impianto non riesce a reggere la portata d`acqua eccedente e quindi si è costretti a lasciar defluire direttamente in mare i reflui eccedenti. «Tutti i depuratori sono dimensionati al territorio che devono servire, ma non sono funzionanti a pieno regime perché la Regione non ha mai affrontato con determinazione il problema della gestione e della ristrutturazione», incalza il segretario provinciale Fiom Vincenzo Argentato.
La questione è arrivata anche m Parlamento: la senatrice del Pdl Diana De Feo ha presentato un`interrogazione, firmata da oltre trenta colleghi di tutti gli schieramenti, per chiedere al ministro per l`Ambiente Clini di «conoscere modi e tempi necessari per un intervento definitivo e risolutivo dell`emergenza che affligge il golfo di Napoli» e di «avviare una verifica per accertare eventuali responsabilità in ordine alla mancata risoluzione dei problemi». Dell`emergenza mucillagine e del depuratore di Cuma si è parlato ieri in commissione regionale bonifiche. Il presidente Antonio Amato ha incontrato i sindaci dell`area flegrea e il direttore provinciale dell`Arpac Nicola Adamo. Si è deciso di aprire un tavolo permanente che si occupi dei depuratori. «Nonostante lo stato di agitazione, i lavoratori hanno sempre diligentemente assolto alle proprie mansioni e non c`stata alcuna interruzione della depurazione nei giorni scorsi. Inoltre, dalle analisi effettuate dall`Arpac non e` è alcun motivo per ipotizzare un inquinamento delle acque marine dipendente dalle attività condotte da Hydrogest», ha comunicato il liquidatore della società Oreste Cardillo. «Esistono problemi strutturali del depuratore di Cuma che restano irrisolti: nitrati di azoto e fosfati che non vengono filtrati e che, con il caldo, hanno determinato la proliferazionedelle mucillagini per cui bisogna intervenire in fretta», ribatte Amato. E nonostante Hydrogest abbia comunicato il pagamento entro domani della mensilità di giugno, continua lo stato di agitazione dei lavoratori dei depuratori campani. Ieri mattina ad Acerra si è tenuta un` assemblea con le Rsu e con i segretari provinciali di Fismic, Fiom e Ugl.