Spaccanapoli, slalom tra i rifiuti

ESTATE A NAPOLI I COMMERClANTI PBOTESTANO «QUARTIERE SPORCO, ISTITUZIONI ASSENTI, RIPULIAMO DA NOI LE STRADE»
16 luglio 2012 - Emilia Sensale
Fonte: Roma

NAPOLI. C`è il sole lungo tutti e tre Decumani di Napoli in una domenica di metà estate: nelle antiche strade create nel V secolo a. C., in piena epoca greca, ci pensa la luce solare ad illuminare e riscaldare il cuore pulsante della città partenopea, visitata da tanti stranieri armati di macchina fotografica e sorrisi. Ð decumano superiore, corrispondente a via della Sapienza, Pisanelli, dell`Anticaglia e degli Apostoli, resta quello meno visitato, mentre il decumano maggiore viene percorso da tutti quei turisti che hanno bisogno di rifocillarsi poiché è quello maggiormente contraddistinto da locali e ristoranti ove poter apprezzare le tradizioni culinarie della città. Il decumano inferiore è quello, tuttavia, più visitato, caratterizzato da due grandi piazze e da negozi ove comprare souvenirs per non dimenticare un viaggio o una semplice gita, anche se Napoli è di per sé difficile da scordare. La linearità di Spaccanapoli, però, mostra le due facce della sua accoglienza: da una parte le sue ricchezze artistiche che hanno permesso al centro storico di essere dichiarato nel 1995 patrimonio dell`umanità dall`Unesco, dall`altra degrado e abbandono; da una parte beni culturali unici al mondo, quali palazzi storici di epoche diverse, obelischi, centinaia di chiese, musei, statue, bassorilievi, tradizione presepiale, catacombe, scavi archeologici all`aperto e sotterranei, dall`altra rifiuti lungo le strade a tutte le ore del giorno e della notte. La zona più colpita dall`incuria risulta via Tribunali, specialmente la chiesa di epoca barocca di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, l`entrata della quale è spesso bloccata da cumuli di immondizia d`ogni genere, mentre nei giorni più fortunati i rifiuti vengono appoggiati nel vico omonimo adiacente, lungo tutto la via. «Ð quartiere è sporco ed è un peccato, lo dico a malincuore», commenta Gino Sorbillo, titolare dell`omonima pizzeria ubicata proprio in via Tribunali. Lui, che nel centro storico è nato e vissuto e qui è rimasto nonostante le fiamme che mesi fa hanno distrutto il suo locale, non ci sta a vedere il suo quartiere in queste condizioni. «Ci sono guide turistiche che mi telefonano di domenica mattina per informarmi in che condizioni è la strada dove ho la pizzeria e che addirittura mi dicono che non son riusciti a far entrare i turisti nella chiesa del Purgatorio perché hanno trovata l`entrata piena di rifiuti. A volte noi residenti e commercianti ci dobbiamo sostituire alle istituzioni e mi capita di chiedere ai ragazzi che lavorano da me di pulire la strada, anche quando siamo chiusi. Sto aprendo nuovi uffici nella medesima via e quando vado a controllare i lavori di ristrutturazione mi capita di affacciarmi sulla strada e spesso è uno scempio vedere tutti quei rifiuti». La soluzione, secondo Gino Sorbillo, è sensibilizzare cittadini e istituzioni per far capire che «il centro storico è un vero museo a cielo aperto, la città potrebbe vivere solo di turismo con tutte le ricchezze che abbiamo e l`unica cosa che sappiamo fare è sciupare tutto». Proprio per ribadire l`orgoglio di essere napoletano, Gino Sorbillo è uno dei fautori del Trofeo della Pizza, iniziativa legata al Terronian Festival che «ha l`obiettivo di promuovere la tradizione della pizza napoletana nata tra i vicoli di Via Tribunali, la pizza attira turisti nel quartiere ma bisogna saperlo tutelare». Versa in totale degrado anche Piazza Miraglia: chi passeggia o si siede sulle panchine all`ombra delle palme presenti nello slargo non se ne accorge, ma basta avvicinarsi ai giardinetti connessi all`ingresso del Policlinico per rendersi conto che sono cassonetti a cielo aperto: carte, fazzoletti sporchi, scatole, siringhe e preservativi sono semi-nascosti dalle fronde delle piante. Migliore è la situazione, invece, dei giardinetti di piazza Dante che mesi fa erano contraddistinti da rifiuti abbandonati. «Per forza, qui oramai non ci passa più nessuno, chi potrebbe allora gettare rifiuti in quel luogo?», spiega seccata Anna Paciello (foto al centro), titolare di un negozio d`oggettistica ubicato nella zona interessata da un provvedimento Ztl. «Zona a Traffico Limitato? Io parlerei piuttosto di Zona a Guadagno Limitato - continua Anna Paciello - visto che non si vende più come una volta, non bastava la crisi economica, da mesi c`è anche il provvedimento che limita la mobilità. La nostra città è stata resa a mio parere invivibile e impraticabile pure per i residenti e i commercianti, non solo per i cittadini in generale. Poi, le istituzioni vogliono la Ztl? Può starmi anche bene, ma bisogna potenziare i servizi per la cittadinanza, invece ad esempio il trasporto pubblico è in ginocchio, i bus non passano e i taxi costano, per non parlare della mancanza di parcheggi lungo il perimetro del territorio interessato da Ztl».

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