Macchie marroni Una enorme estensione di mucillagine al largo di Precida: le alte temperature favoriscono la «fioritura»

«Mare mostrum, fuorilegge un depuratore su due»

Goletta Verde: tra il Samo e Cuma sette punti critici. «Mucillagine generata dagli inquinanti»
15 luglio 2012 - Davide Morganti
Fonte: Il Mattino

Dunque, andiamo per ordine, escherichia coli, liquami tossici, scarichi abusivi, infezioni, mare cloaca, sversamenti a Cuma da parte dei dipendenti per protestare contro i mancati pagamenti. Se, in questo momento, mi risvegliassi da un lungo sonno capirei che è estate, perché, come ognuno di noi sa, questi termini, ormai, sono diventatìricorrenze, allo stesso modo di ombrellone, abbronzante, lido, vacanza. DaErcolano a Lieola, sembra di attraversare le corsie di un ospedale dove il malato si sente diagnosticare sempre lo stesso male a cui consigliano sempre la stessa cura che, però, essendo immobilizzato a letto, non può certo cominciare da solo.
Depuratori che non funzionano, reati da record, e la lenta e inesorabile agonia dell'ente deputato al controllo, l`Agenzia regionale per laprotezione ambientale. Nell`impietoso rapporto di Goletta Verde, la campagna itinerante di Legambiente, ecco spiegate le emergenze verificatesi nel nostro mare negli ultimi giorni. La mucillagine, per esempio, quella «cosa» galleggiante che spostandosi tra le isole di Ischia e Procida e la costa flegrea ha portato sulle spiagge già provate dalla crisi economica un`ondata d`ulteriore inquietudine, è scatenata dall`alta temperatura dall`acqua, ma è generata da problemi ambientali. «La causa principe - spiega il vicepresidente di Legambiente Stefano Cianfani - è lo stato di sofferenza del mare causato da problemi ambientali derivanti dal cattivo funzionamento dei depuratori». Le temperature dell`acqua - generalmente d`estate si attestano sui 26 gradi - ma quest`anno in alcune zone si sono addirittura toccati i 30 gradi, consentono alle sostanze che arrivano in mare dagli scarichi di «crescere» : il caldo fa da «fertilizzante» per le sostanze scaricate in acqua.
Sotto accusa, dunque, finiscono i depuratori - secondo l`analisi o non ci sono o funzionano male - e gli amministratori. «I dati - ha aggiunto Cianfani - evidenziano lungo la costa regionale un sistema di depurazione per lo più inefficace, sintomo di una politica che fino a oggi ha visto al mare soltanto come una risorsa da sfruttare e in cui riversare ogni genere di rifiuto». Se è in provincia di Caserta che gli impianti di depurazione risultano (65%) maggiormente «non conformi» alle disposizioni di legge, non migliore è lo stato dei depuratori nella provincia di Salemo (57% non conforme) e in quella di Napoli dove i controlli ai sei grandi impianti regionali hanno rilevato che il 44 per cento non è conforme.
E le maggiori criticità riguardano proprio la costa della provincia con 7 dei dodici punti risultati fortemente inquinati : San Giovanni a Teduccio presso la foce delVolla dove sono stati rilevati, oltre alla presenza di topi, valori di Escherichia Coli talmente alti da essere «non classificabili»; a Pozzuoli presso la foce Licela e in località promontorio di Cuma; a Ercolano presso l`ex Bagno Risorgimento e presso la foce Lagno vesuviano; a Castellammare di Stabia presso la foce del Samo e sul lungomare comunale presso la spiaggia antistante via Tito.
Ma Legambiente suona l`allarme anche per l`Arpac che, denuncia Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Campania, sottodimensionata e in procinto di perdere altre 120 unità «non è posta nelle condizioni di svolgere le attività obbligatorie previste dallalegge». La Regione - èl`appello degli ambientalisti - «dia una vera svolta alla realizzazione dei servizi idrici tra cui quelli depurativi e avvii una decisa azione di potenziamento dell`Arpac».

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