«Fanghi e liquami, spesi 35 milioni ma impianti inadeguati»
«Gli impianti non sono ancora a norma, ma certamente la loro capacità depurativa è migliorata negli ultimi mesi». A dirlo è Paolo Massarotti, 71 anni docente di Meccanica razionale alla Federico II di Napoli, ma soprattutto custode giudiziario dei tré depuratori casertani di Orta diAtella, Marcianise evilla Utemo. Itre impianti finirono sotto sequestro nel 2010 perché ritenuti inquinanti dalla procura di Santa Maria Capua a Vetere. Ed è da allora Massarotti si occupa di fatto anche di Cuma ed Acerra «perché sono afflitti dagli stessi problemi e richiedono le stesse soluzioni».
Allo stato attuale qual è la situazione dei cinque depuratori?
«Sono stati effettuati dei lavori di rifunzionalizzazione costati 35 milioni di euro per all ` originaria efficienza di quanto furono progettati».
Quindi ora sono a norma?
«No assolutamente, ma le loro performance sono migliorate. Pensi che prima finivano in discarica SOmila tonnellate di fanghi, mentre nell`ultimo anno ne smaltiamo lOOmila fermo restando la quantità di liquami trattati».
Quindi prima finivano direttamente in mare.
«Certamente non in discarica».
La depurazione delle acque è attualmente soddisfacente?
«No non ancora, bisogna rifunzionalizzare completamente gli impiantì per riportare i valori delle acque depurate ai limiti di legge. La Regione per questo ha avuto accesso ad un finanziamento europeo di 230 milioni di euro, ma devono essere utilizzati entro il 2015». Esiste un sistema di monitoraggio delle qualità delle acque depurate? «I cinque depuratori sono stati dotati dall`Arpac di centraline che controllano i liquami in entrata ed in uscitainoltre Hydrogest effettua analisi sui reflui ogni ora. Ad Orta di Atella giungono sostanze acide che mettono a rischio tutto il sistema di depurazione dell`impianto e stiamo tentando di risalire alla fonte dell`inquinamento».
Ma la cattiva qualità del mare è colpa dei depuratori che non funzionano?
«Anche se gli impianti funzionassero anorma e fossero efficienti, comunque il problema persisterebbe perché ci sono troppi scarichi abusivi di liquami da parte di privati ed addirittura di Comuni che direttamente giungono amare attraverso i Regi Lagni senza passare per il sistema di depurazione campano».