Chi viene dai paesi lascia i propri sacchetti nelle zone di confine

Caccia alle discariche abusive dalla periferia all`area collinare

Sono 66 i siti censiti, a Ponticelli difficile smaltire i rifiuti bruciati
12 luglio 2012 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Superano le stazioni della Via Crucis. n Calvario di Cristo ne prevede quattordici. Invece i siti dimonnezza speciale, bruciata, puzzolente, avvelenata, sono molti di più. Ï Comune ne ha censiti ben 66 di abituali, di dimensioni varie, alcunespaventose.Lamaggiorparte è disseminata, come una mappa dell`orrore, in periferia. Dietro e dentro ogni cumulo informe c`è l`anima nera non solo della città, ma di buona parte della provincia. E sì, in queste terre di nessuno vengono a scaricare dai paesoni confinanti, soprattutto da quelli dove si fa la differenziata. ÑÛ si scoccia di stare a separare l`umido dal secco, la plastica dalla carta, e magari fa il pendolare, appena in città se ne libera. E la patata bollente finisce nelle mani del Comune di Napoli. Ï vicesindaco Tommaso Sodano, che fa da Virgilio attraversoigtroni infernali, èchiaro: «Da soli a smaltire `sta roba non ce lafaremomai. Qseivono autorizzazioni e fondi anche dalla Regione e dalla Provincia». Per i prossimi gioni è annunciata la firma di un protocollo tra Palazzo San Giacomo e Palazzo Santa Luda. L`accordo prevederebbe la gestione di questa zona franca chericadendterritorio napoletano come un`area a gestio ne mista, quindi a carico anche di un ente amministrativo più ampio. Le schifezze bruciate hanno dei costi altissimi per lo smaltimento, proibitivi per Napoli.
Questi sacchetti itineranti sembrano usciti da un film surreale alla Terry Gilliam con un`ulteriore spruzzata di umorismo macabro. C`è poco da ridere, però. Prendiamo la mostruosa discarica cresciuta negli anni sotto il cavalcavia della 162, la strada che collega unaparte dei comuni a nord di Napoli con l`area orientale della atta. Da tempo immemorabile ci buttano di tutto.
All`ombra delle carreggiate e nel dedalo deipilonisi è alzato un blob di almeno due piani. E su questo cumulo ammorbante sono cadute le fiamme dell`autocisterna che lo scorso 13 giugno si è ribaltata e incendiata. Scalogna pura, anche se, per come stanno messi i cavalcavia, dovunque si fosse verificato l`incidente sarebbe stata una tragedia ambientale. Se prima era monnezza ora è veleno puro, costoso e difficile da eliminare. Ci sono frigoriferi, centinaia di pneumatici, sfravecatura, buste piene di tramezzi a pezzi. «Le buttano le ditte che ristrutturano studi notarili, laboratori diagnostici» spiega Sodano. «Colletti bianchi. Lo abbiamo scoperto aprendoli, perché abbiamo trovato documenti buttati via insieme ai rifiuti. Molti sono stati denunciati. Appena possibile metteremo delle videocamere». Sperando che resistono, ù certe zone ci vorrebbero videocamere supplementari per controllare le videocamere della monnezza.
Qualche chilometro dentro la città, a via Brecce a SanfErasmo, i rifiuti sembrano nprodursi da soli e invadono la strada. «li togliamo e rispuntano» sottolinea in vicesindaco. Quando arriviamo d sono deibobcat al lavoro. Ma, ci assicurano, che domani altra monnezza prenderà ³³ posto di quella tolta.Anche qui, tantissimo materiale di risulta. «Arrivano con camion ogni sera» si lamenta Costantin il capo della baraccopoli rom circondata dalla spazzatura, in gran parte bruciata. «Spesso sono cinesi. Noi protestiamo, ma minacciano di tagliarci la gola». E fa un gesto eloquente. «Qui, la domenica mattina italiani e stranieri vengono a fare un mercato abusivo. Vendono di tutto, mercé di poco valore». Accanto ai rifiuti? «Sì. Ma dateci dei cassonetti e facciamo la differenziata. Do la mia parola d`onore». Un pregiudizio che si ribalta. La proposta è agguantata a volo da Sodano. Arriva il responsabile di zona dell`Asia e prende accordi. Tra un paio di giorni li avranno. «Ma non fate scherzi, mando gli ispettoria controllare» insiste il vicesindaco. «Ho dato la mia parola» replica, risentito, Costantin.
Dall`altra parte della città, lungo via Campegna e via Cattolica, alle spalle di Fuorigrotta e fino a Bagnoli, la seena della vergogna è la stessa. Anche qui vengono ad alleggerirsi tanti camion. È tutta una traccia di elettrodomestici scassati, gomme, ma pure tanti sacchetti. «Li butta quel 30 per cento di napoletani che, in una zona dove la differenziata è oltre il 60 per cento, si ostina a non volerla fare» commenta Sodano. «Un mese fa abbiamo portato via tonnellate di spazzatura. Ora ce n`è di nuovo. È come giocare a guardia e ladri».
Ultima tappa, il Vomero. Quartiere borghese. Mercatino di Antignano. Ore 14,30. Gli ambulanti sono andati via e hanno lasciato di tutto. Non solo cartoni, ma resti di verdure e frutta che Minosse fa fermentare rapidamente. n profumo è ormai puzza. I commercianti, quando smontano le bancarelle, dovrebbero separare i vari rifiuti. Ma non lo fanno. E così rendono più lungo e difficile il lavoro dell`Asia, ma sprecano pure una risorsa come la carta che, imbrattata dall`umido, non può essere più riddata. Presto, assicura il vicesindaco, arriveranno controlli e sanzioni ancora più dure. Laddove non può la prevenzione, scatta la repressione. Perché la zella è nell` anima e non fa differenze di ceto.

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