Contenitori vuoti e strade sporche

3 luglio 2012 - Anita Caiazzo
Fonte: Roma

NAPOLI. Napoli è una città sporca. Ai bordi di ogni marciapiede, agli angoli delle strade, finanche alle fermate dei pullman spiccano rifiuti di ogni genere. Non c`è bisogno dell`emergenza rifiuti, delle cataste lunghe chiilometri e alte svariati metri, per rendersi conto che l`immondizia non è mai sparita. Perché il problema della spazzatura, deirifiuti che campeggiano sotto il sole e sotto gli occhi di tutti, sembra non essere più legato all`"emergenza", alle politiche di smaltimento dei rifiuti o alle discariche piene. Quella della spazzatura è un problema che tocca il comportamento di tutti cittadini, che nel vivere questa città non la rispettano. E di coloro che, pur avendo i mezzi, non fanno rispettare le leggi. I rifiuti si buttano per terra, possibilmente più lontano da dove viviamo. Si proclama l`accettazione per la raccolta differenziata, ma molto più spesso di quanto sembra, nessuno ha la pazienza nel tenere il proprio sacchetto in casa, ad spettare il giorno stabilito per la raccolta, e appena può lo getta in strada. E quindi ci troviamo con una città che tra i suoi drammi deve fare i conti con chi la umilia sporcandola, infangando anche il nome di chi s`impegna nel tenerla pulita. Un`immagine di questa "Napoli sporca" si ha, se si gira per il quartiere di Chiaiano, e ci s`infila tra le sue vie, lontano dalla principale via di Santa Maria a Cubito.
La traversa Santa Maria a Cubito, quella che poi conduce alla discarica di Chiaiano, un lungo stradone di quasi 1 chilometro, è diventato il luogo ideale, dove disfarsi dei propri rifiuti: sacchetti, televisori e materiale ingombrante. Chiaiano è una sorta di mercato dell`immondizia; per le sue vie trovi qualsiasi cosa. In piazza Margherita c`è affisso un divieto di discarica, ma sembra non avere nessun tipo d`importanza per chi lo legge, infatti, proprio dove è sancito il divieto, per terra ci sono vecchie ruote d`auto, parafanghi, pezzi di automobili oltre ai soliti sacchetti neri. Un angolo di via Comunale Margherita è invece quasi surreale: è pieno di vestiti, decine di pantaloni lasciati a terra. E pensare che i raccoglitori degli abiti usati non sono lontani. Ma non sembra importare a nessuno; è un angolo di una strada isolata, attira meno attenzione e chi ci passa accanto, non sembra neanche accorgersene.
Il peggio si trova quando si arriva alle palazzine comunali di Chiaiano. Lì, l`implacabile cemento grigio fa pendant con il nero dei sacchetti dell'immondizia. Nell`area che divide i palazzi, nata con l`idea di concedere spazio ai residenti è invece sommersa della spazzatura; lì ogni angolo è idoneo per depositare spazzatura di qualsiasi tipo. Alcune reti metalliche messe a protezione di una piccola parete di terreno, sono diventate contenitori di spazzatura, dietro le reti si trovano, infatti, assi di legno, materiale di risulta e persino mobili. È assurdo ma a Chiaiano qualsiasi cosa cerchi lo trovi gettato per strada, persino una piccola griglia da esterni; posta su di un marciapiede, accanto alla fermata di un pullman, indisturbata, nonostante l`assurdità di trovarla per strada. I contenitori della raccolta differenziata ci sono, ma restano vuoti, la spazzatura, infatti, è fuori dai contenitori: materassi, mobili, indifferenziata. Non molto distante c`è la discarica, che, anche se chiusa, continua a opprimere l`aria di una puzza vomitevole, ma è tutta la zona che ormai sembra essersi trasformata in una discarica.
Molti dei residenti, sono esausti dello spettacolo che vivono ogni giorno. Alcuni si sono dati da fare, nella traversa Santa Maria a Cubito, fuori ad un locale, campeggia un lungo striscione: "vergognatevi questa non è una discarica". In via lïrone, sempre a Chiaiano, sono stati più diretti e senza giri di parole hanno chiaramente detto cosa pensano di chi butta la spazzatura in strada: "non lasciati i sacchetti qui zuzzus" rècita un cartello attaccato ad un palo.
Nella speranza che davvero le parole abbiano più forza della spada e chi legge possa avere un sussulto di dignità ed iniziare a comprendere il rispetto per il "bene comune".

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