«Rifiuti, la Campania merita la maxi-multa»

Rifiuti in Campania: il Parlamento europeo invita la Commissione a utilizzare i propri poteri anche «proponendo un nuovo ricorso volto alla condanna al pagamento di sanzioni pecunarie» e bloccando di fatto 145 milioni destinati ai piani per la raccolta differenziata. La decisione è del 3 febbraio, ma è stata pubblicata il 22 giugno sulla Gazzetta Europea e il testo contribuisce a chiarire, casomai ce ne fosse ancora bisogno, i punti considerati drammaticamente critici da Bruxelles. Nodi che non sembra siano stati sciolti dal documento inviato il 27 aprile dalle autorità italiane. Questo viene al momento valutato dal commissario all`Ambiente Janez Potocnick: una decisione era attesaper la metà di giugno, ma gli impegni del commissario in America Latina hanno fatto slittare una sentenza che potrebbe costare più di cinquecentomila euro al giorno alla Campania.
Infatti gli appunti del Parlamento sono numerosi e dettagliati. A cominciare dal funzionamento dell`inceneritore di Acerra che secondo i parlamentari «è stato ostacolato dalla mancanza di adeguate strutture per la differenziazione dei rifiuti» mentre «persistono preoccupazioni sull`eliminazione delle ceneri tossiche derivanti dall`incenerimento». Un punto più volte sottolineato e discusso dai diversi comitati ambientalisti: le ceneri del termovalorizzatore, infatti, non vengono smaltite nell`impianto come previsto inizialmente, ma trasferite a Brescia e poi in Germania.
Non solo. Si sottolineano i minimi progressi fatti nel campo della riduzione e riciclaggio della spazzatura e si sostiene che il sistema dei commissari implica mancanza di trasparenza e vigilanza. Altro punto dolente è considerato la pratica di derogare a regolamenti e controlli visto che ai commissari «è stata conferita à autorità di decidere l`ubicazione di impianti, discariche e inceneritori». Scelta che, in verità non ha prodotto grandi risultati. Il commissario Annunziato Vardè, infatti, dopo le contestazioni seguite all`identificazione dei siti che dovrebbero ospitare le discariche, si è dimesso. E su questo punto anche il documento inviato a Bruxelles il 27 aprile resta vago. All`Europa che ci chiedeva di indicare con chiarezza dove sarebbero finiti i rifiuti nei prossimi anni, non sono state fomite indicazioni precise: per duecentomila tonnellate di monnezza, infatti, si dice che saranno smaltite in discariche da individuare. In realtà tutti i sindaci si oppongono all`apertura di sversatoi sui propri tenitori e per ora la spazzatura viene impacchettata e inviata in diverse regioni italiane e in Olanda. Soluzioni che secondo l`Europa possono essere adottate solo in via temporanea, ma che al momento rischiano di non trovare alternative.
Una soluzione estremamente rischiosa visto che oggi ci dovrebbe essere la sentenza del consiglio di Stato che potrebbe fermare i monnezza tour. In questo caso la situazione potrebbe precipitare e i sacchetti potrebbero tornare in strada.
D`altro canto il Parlamento Ue sottolinea che anche le discariche aperte finora non erano in regola. Quella di Terzigno perché si trovava nel parco nazionale del Vesuvio e quella di Chiaiano perché è a rischio di contaminazione. E come già avvenuto più volte in passato, l`Europa sottolinea lo sconcio di sette milioni di balle che non potranno essere eliminate in tempi brevi.
Non si parla, invece, nel documento pubblicato il 22 giugno, dei termovalorizzatori che dovrebbero essere realizzati. Ma nella lettera del 27 aprile la Regione prevede di aprime uno a Napoli est entro il 2006: obiettivo chiaramente impossibile da centrare visto che la procedura di assegnazione della gara è stata sospesa dopo che l`unico partecipante, la A2A, si era detta non disponibile ad andare avanti, vista la contrarietà del sindaco De Magistris.