Stipendi d'oro, 154 indagati per la truffa rifiuti
Centocinquantaquattro avvisi di garanzia sono stati notificati ieri mattina dai carabinieri della stazione Mercatello a dirigenti e dipendenti del consorzio di bacino Salemo 2. L`accusa, a vario titolo, è di associazione a delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato, peculato, abuso d`uffcio e falsità ideologica.
È questo il risultato di una lunga indagine partita nel luglio del 2010 e svolta dai carabinieri della compagnia di Salemo (diretti dal maggiore Enrico Calandro e dal maresciallo Locascio) su carte e documenti contabili del consorzio, con il coordinamento del sostituto procuratore Marinella Guglielmotti.
Una truffa che, secondo le prime risultanze investigative, si aggirerebbe intomo ai due milioni di euro. Il periodo preso in considerazione dagli inquirenti è quello che va dal 2007 al 2010. Periodo durante il quale sarebbero stati pagati straordinari mai fatti; sarebbe stato fatto un utilizzo personale di carte carburante, viacard e telepass intestati al consorzio; effettuati prestiti con addebiti su conto corrente del consorzio poi mai restituiti; gonfiate buste paga e dichiarati redditi non veritieri. Il tutto per cifre da capogiro come 800mila euro di spese carburante, 13.658 ore di straordinario, prestiti da 20mila euro.
Centoquarantatrè di questi sono dioendenti del consorzio, undici invece i dirigenti ritenuti i promotori dell`associazione in quanto titolati ad eseguire i controlli mai effettuati o in quanto avrebbero autorizzato pratiche illecite. Si tratta del presidente e del direttore di quel periodo, Dario Barbirotti e Filomena Arcieri; del consulente del lavoro Luigi Salvato; del ragioniere campo Donato Cuozzo; dei tré revisori dei conti Pellegrino Barbato (quest`ultimo già amministratore delegato della Imo Picentini Sviluppo spa e ora presidente di Salemo Pulita), Luciana Catalano e Olga Buonomo; della segretaria Adele D`Elia e di un commercialista. Due degli indagati sono ancora in servizio presso il consorzio. A carico del presidente Barbirottì e del direttore Arcieri il sostituto procuratore Guglielmotti avrebbe anche riscontrato un «ingiusto vantaggio» derivato da stipendi erogati a se stessi e sproporzionatirispetto allavoro effettivamente svolto. Una cifra che, per ciascuno di loro, supererebbe i mille ero mensili.
Oltre agli undici dirigenti sono considerati promotori dell`associazione anche i titolari di due distributori della Q8 di Napoli e di Giugliano, Nicola Capasse eArmando Caccavallo, che avrebbero guadagnato dall`affaire la fatturazione di mille-mille e cinquecento litri di carburante al giorno mai effettivamente erogato. È proprio da qui che parte l`indagine dei carabinieri, a seguito di un esposto presentato a luglio, quattro mesi dopo il suo insediamento, dal commissario liquidatore del consorzio, Giuseppe Corona. Ad insospettire il commissario non solo la spesa eccessiva (30mila euro di carburante al mese) ma anche il fatto che le fatture riguardavano l`erogazione di benzina invece che diesel, quello solitamente utilizzato per i cento mezzi del consorzio. Soltanto i trentaApe in dotazione alla società consortile vanno a benzina: e 30mila euro di spesa mensile p er mettere in moto i «tré ruo te» sono davvero tanti.
«Credo fortemente nel diritto e nella giustizia. Per questo - scrive in poche righe Corona - ciò che mi aspetto è gratificazione per il rigoroso lavoro svolto dai carabinieri di Mercatello, equità nel trattamento delle posizione degli indagati. Ringrazio coloro che ogni giorno si impegnano al servizio del consorzio, senza la loro collaborazione non ci sarebbe potuto essere alcun rinnovamento».