«Soldi per i cassonetti a Chiaia» Ecco il trucco delle false fatture
Fatture per quattro milioni di euro, anche se poi, a leggere le prime conclusioni investigative sono «relative a prestazioni mai eseguite». È una delle relazioni dei pm sul cosiddetto sistema Enerambiente che, nell`ottica di chi indaga, significa soprattutto sistema Gavioli. Un modoper fare quattrini sullapelle dei napoletani, o sotto ÃîòÜãå²²î della grande emergenza rifiuti, a ripercorrere il ragionamento investigativo culminato in sedici arresti firmati dal gip Isabella lascili. Centinaia di pagine agli atti, consulenze che raccontano l`altra storia dei rifiuti a Napoli. Per anni, almeno dal 2005 al 2010, c`è stato un triangolo: le consulenze false per attestare l`esistenza di un servizio mai svolto sul territorio; crediti fittizi vantati nei confronti diAsia (ma anche nei confronti del commissariato di governo per l`emergenza rifiuti in Calabria e a Ostuni), una banca amica che sblocca soldi grazie a quello che viene definito un «castelletto» di carte assolutamente virtuale. Eccolo il retroscena sul quale è stato interrogato ieri il patron di Enerambiente Gavioli (difeso dai penalisti Gianpiero Biancolella e Massimo Krogh, ha smentito un suo ruolo nel crac di Enerambiente), come responsabile di una sorta di sistema fondato innanzitutto su un giro di carte false. Si parte da un servizio ritenuto inesistente, cui corrispondono fatture ritenute false e, stando ai pm, crediti veri vantati verso Asia, inun clima di assenza di controlli (stando al ragionamento investigativo), che poi generava soldi sbloccati dalla banca di credito veneziano. Una fattura a campione, ecco il sistema del «castelletto» di fatture e crediti vantati: èia numero 185 del 2009, emessa il 15 aprile del 2009. Conviene a questo punto ricordare che in quel periodo interi quartieri erano sepolti dalla spazzatura, mancavano i servizi minimi, come fanno capire le indagini condotte dalla Digos di Filippo Bonfiglio e dalla Finanza di Nicola Altiero. Non per Enerambiente, che in quel periodo attestava l`esistenza di servizi sul territorio con precisione svizzera. Ecco un esempio, a leggere la fattura acquisita agli atti: lotto uno, servizi svolti raccolta rifiuti urbani, lavaggio cassonetti e manutenzioni cassonetti nei distretti Asia A3 e A4, comprendenti i seguenti quartieri "Ghiaia, Posillipo, San Ferdinando, Montecalvario, Avvocata, San Giuseppe Porto, Mercato Pendino"».. Liquidazione dell`importo: 93.268,38. Una fattura tra tante, per un servizio su cui ci sono seri dubbi da parte della Procura, anche alla luce delle testimonianze raccolte. Ecco cosa si legge nella ricostruzione fatta da Enrico Prandin (oggi tra i sedici coinvolti nelle indagini), nel corso di un verbale reso da teste ai pm: «Ricordo che taluni impiegati, in persona della signora RobertaManente eia signora CarmelaPazienza dell`ufficio amministrativo di Enerambiente, ammisero che molte fatture erano state emesse su impulso di Faggiano e di StefaniaVio (entrambi indagati, ndr) al solo scopo di esibire alle banche e di mantenere inalterato il castelletto assicurato alle stesse». Un «castelletto», appunto, che avrebbe assicurato incassi fatti circolare in una azienda nel2011 dichiarata fallita dal tribunale di Napoli su istanza dei pm partenopei. Un «castelletto», appunto, che avrebbeprodotto incassi e rendite diposizioni, tra assunzioni e ingaggi costruiti ad hoc negli anni della grande crisi della raccolta dei rifiuti. Associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, ricorso abusivo al credito, corruzione, concussione e riciclaggio. Inchiesta condotta dal pool guidato dal procuratore aggiunto Gianni Melillo e dai pm Danilo De Simone, Ida Teresi, Maria Sepe, Luigi Santulli, la storia aziendale riletta alla luce della crisi napoletani. Decine di allegati, agli atti anche un file trovato nel pc dello stesso Faggiano, ex ad di Enerambiente, tornato in cella due giorni fa a distanza di poche settimane da una recente scarcerazione. Cosa c`è scritto nel pc di Faggia no? «C`è una dipendente che ha fatto assumere figlia, figlio e compagno, è una sindacalista, compagna di letto di omissis...», si legge nell`ultima inchiesta sui rifiuti a Napoli.