Enerambiente, speculazione dal Nord
UN`AZIENDA del Nord, coinvolta nella gestione dello smaltimento dei rifiuti e già usata come "cassaforte" per operazioni finanziarie illecite, alimentava a Napoli l`emergenza e lucrava cifre a sei zeri. Speculando, grazie a complicità locali, sulla città prostrata dalla piaga infinita.
Ecco il retroscena svelato dal nuovo filone dell`inchiesta condotta dalla Procura di Napoli su Enerambiente. Un`ordinanza di custodia di oltre 200 pagine riscrive un pezzo di "emergenza": tra subappalti irregolari, tangenti, perfino espliciti ricatti inflittì al Comune, messo in ginocchio dalla crisi. Uno scenario «desolante», lo definisce il gip Isabella laselli, che ha firmato i 16 provvedimenti cautelari (9 in carcere e 7 ai domiciliari) eseguiti nei confronti di imprenditori, di professionisti e di un sindacalista. In cella, fra gli altri, l`imprenditore véneto Stefano Gavioli, patron di Enerambiente, già arrestato a novembre e tornato libero ad aprile, i professionisti di fiducia del gruppo Paolo Bellamio, Giancarlo Tonetto e Enrico Prandin, le ex dipendenti di Enerambiente Stefania Vio e Giuseppina Totaro. Finisce di nuovo in carcere Giovanni Faggiano, exad di Enerambiente, che aveva ottenuto gli arresti domiciliari a febbraio. Nell`indagine sono coinvolti anche dirigenti di un istituto bancario e un sindacalista, Vittorio D`Albero, esponente della Fiadel. Su un conto della figlia del sindacalista erano depositati 100 mila euro ritenuti dalla Procura riconducibili a Enerambiente. E in un anno su un conto di D`Albero sarebbero stati movimentati circa 800 mila euro.
Le accuse configurate avario titolo dagli inquirenti vanno dalla bancarotta fraudolenta,al falso in bilancio, ricorso abusivo al credito, fino a corruzione, estorsione e riciclaggio. Per cinque anni, dal 2005 al 2010, Enerambiente ha gestito una parte del servizio di igiene urbana nel capoluogo napoletano. Proprio scavando tra contratti, relazioni e modalità del servizio svolto da questa società sono emersi illeciti di varia natura. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Digos con i pm Danilo De Simone, Ida Teresi, Maria Sepe e Luigi Santulli, coordinate dal procuratore aggiunto Gianni Melillo, svelano i traffici sporchi dell`azienda. Con l`emergenza rifiuti in atto e le prime indagini della Procura in corso, «nessuno — scrive il gip — pensa almeno di cambiare atteggiamento e rientrare nella legalità». Enerambiente è stata dichiarata fallita nel febbraio scorso, dopo un vero e proprio "turismo fallimentare" e dopo il tentativo di proporre un concordato avente a oggetto, secondo gli inquirenti, «un piano di liquidazione fondato su dati del tutto falsi». La Procura ha disposto anche perquisizioni presso le abitazioni di alcuni dirigenti di Asia, la partecipata deputata ad assolvere direttamente a tutta la gestione del servizio rifiuti. Sitrattadeifunzionari Luigi Musella, Ferdinando Coppola, Carlo Lupoli, Paolo Stagnanelli e di Pierfrancesco Gargiulo, direttore amministrativo di Asia. Secondo l`ipotesi dei detective, guidati dal colonnello NicolaAltiero perla Finanza e dal capo della Digos Filippo Bonfiglio, i funzionali avrebbero dovuto verificare la corretta esecuzione dei lavori assegnati in appalto alla società Enerambiente.