Differenziata Italia divisa in due Nord meglio del Sud Ma a Salemo efficienza record

9 giugno 2012 - Luciana Cimino
Fonte: Unità

ROMA Un mare di rifiuti. Che, anziché diminuire come ci chiede l`Europa e il buon senso, nel nostro Paese aumentano. È l`Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) a fornire un quadro esaustivo ma poco rassicurante sulle politiche ambientali italiane e regionali nel suo «Rapporti rifiuti urbani 2012». Scopriamo quindi che l`Italia, nonostante le situazioni limite di città come Roma, Napoli, Palermo, anziché diminuire aumenta la produzione di rifiuti prò capite: più 4 chili di spazzatura prodotta da ogni cittadino. In totale il 2010 si sono prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti.
In assoluta controtendenza con gli stessi parametri italiani degli anni precedenti e con il resto dei paesi europei, dove invece, diminuisce (nel complesso meno 1,1 rispetto al 2009). Se dalla ricerca si evidenzia come siano le regioni più ricche, e quindi con più industrie e fabbriche, a crescere (ai primi gradini della classifica troviamo l`Emilia Romagna, agli ultimi la Basilicata), è vero anche che continua a preoccupare la situazione della Campania. «Da tempo tra le regioni italiane più in difficoltà, produce sempre di più - osserva l`Ispra - sono 478 i chili a testa, più 11 chili sul 2009». Questo rapporto è «un`istantanea del Belpaese che non tiene volutamente conto del flusso turistico- segnala l`Ispra- che, in alcuni periodi dell`anno, incide in modo rilevante su vari comparti, tra cui anche quello dei rifiuti». E che continua con soluzioni vecchie come discariche e inceneritori anziché incrementare la differenziata.
È «ancora troppo corposo, seppur in calo, il ricorso alla discarica come forma di smaltimento», si legge nel rapporto. Nel 2010 a essere sversati in discari ca erano ancora 15 milioni di tonnellate di rifiuti. Non in quelle di piccole dimensioni, che a causa di una severa direttiva europea sono state chiuse nel corso degli ultimi anni (ci sono 263 discariche in meno, 1`82% di queste erano al sud) ma in quelle grandi. «Cinque Paesi europei hanno già raggiunto l`obiettivo «discarica zero» - nota Daniele Fortini, presidente di Federambiente, (Federazione italiana dei servizi pubblici d`igiene ambientale) - invece a forza di discutere di «rifiuti zero», mandiamo in discarica la metà di quelli che produciamo. Le discariche non le tocca nessuno: delle 221 in esercizio nel 2010 si è omesso di dire che il 95% sono private, non sono pubbliche: qualcuno ci si arricchisce con quella roba là». Nel contempo non possiamo parlare di differenziata a pieno regime. Anzi. «Ancora il Paese viaggia a due velocità - dice l`Ispra - con il nord che sfiora il 60% e il centro e il sud sopra il 30%». Si avvia verso una buona strada il Veneto che guida la classifica delle Regioni impegnate nella differenziata con una percentuale del 58,7% (+1,2% sul 2009), seguita dal Trentino Alto-Adige (57,9%) e dal Piemonte (50,7%). Una territorio significativo come la Campania arriva al 32,7% ma solo per i picchi di oltre il 50% di Salerno e Avellino; Napoli si ferma al 26,1% ma con un piccolo aumento rispetto all`anno precedente. Ma l`attenzione è ora rivolta al Lazio, con le polemiche derivanti dalla scelta di un sito alternativo a Malagrotta e con un`emergenza rifiuti solo sfiorata nei mesi scorsi e che potrebbe esplodere presto. La Regione di Roma è ferma al 16.5%, fanalino di coda assieme al sud.

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