Fiumi, scatta l’allarme «Sono tutti inquinati»

Sele e Bussento nel mirino e nel Tanagro moria di pesci nei pressi dei caseifici
12 giugno 2008 - Domenico Barbati
Fonte: Il Mattino

Bussento, Tusciano, Sele, Picentino. Scatta l’allarme per i fiumi salernitani. Una task-force coordinata dall’assessorato all’Ambiente della Provincia di Salerno comincerà il monitoraggio dei corsi d’acqua, ma il rischio inquinamento è già oltre la soglia del consentito e del sopportabile. Ieri un incontro in Prefettura, scattato dopo l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Olivieri di Sala Consilina, sull’impianto di itticoltura lungo le rive del Bussento, ha tolto il coperchio sull’intera «questione» fluviale salernitana. I riscontri sono allarmanti. A parte il Sarno, sulla cui drammaticità sta lavorando da tempo il commissario straordinario Jucci, nessun fiume salernitano può vantare acque cristalline. Chiare fresche e dolci acque? Soltanto un ricordo letterario e le cause sono varie. Si va dagli scarichi abusivi, agli eccessivi prelievi, ai tanti, troppi enti, che avrebbero competenza alla gestione dei fiumi e che finiscono per dividere le responsabilità in rivoli talmente piccoli di cui poi si perdono le tracce. «I dati sono allarmanti - spiega l’assessore provinciale all’Ambiente Angelo Paladino - Appena venuto a conoscenza dei fatti mi sono fatto immediatamente promotore di un tavolo per la salvaguardia dei fiumi salernitani che coinvolga anche carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale, polizia di Stato e capitaneria di porto. Ieri abbiamo dato il via al monitoraggio degli scarichi abusivi lungo il Tusciano e il Picentino. Ma non basta, anche Arpac, Autorità di Bacino, Consorzi di Bonifica che sono autorizzati a prelevare acqua, e gli Ato, devono fare la loro parte. Molti di questi fiumi transitano in territori che rientrano in parchi nazionali. Non è ammissibile che il Tanagro, per esempio, lungo il cui corso non vi sono industrie, abbia un alto livello di inquinamento e si registrino quotidianamente morie di pesci. Sono dati allarmanti». Quella delle competenze è un altro aspetto della questione. L’Arpac per la qualità delle acque, l’Autorità di bacino per la portata, l’Ato per il ciclo delle acque, i Consorzi di bonifica per i prelievi al servizio dell’agricoltura e poi la Provincia per gli atti amministrativi al prelievo e i Comuni. Insomma una selva di competenze e chi inquina continua a restare impunito. Tusciano e Picentino continuano a ricevere scarichi abusivi di industrie e di civili abitazioni, il Tanagro continua a registrare morie di pesci in prossimità degli scarichi di caseifici, il Sele ha ridotto di gran lunga la sua portata e quindi sale l’inquinamento che non si diluisce più nelle grandi quantità di acqua e il Bussento è monitorato sia dalle autorità civili che dalla magistratura con un’inchiesta ancora in corso. «Chi scarica abusivamente - continua Paladino - deve essere denunciato e l’attività deve essere chiusa. Il danno che si sta arrecando all’ambiente è gravissimo e chiunque fa impresa deve capire che deve depurare. Il costo della depurazione è un investimento per l’ambiente in cui chi inquina vive. É un danno a se stesso». Fra i tanti fiumi l’unico ad avere invertito la rotta sembra proprio il Sarno. Nonostante continui ad essere fra i più inquinati l’opera del generale Jucci comincia a dare i primi frutti. Gli scarichi abusivi sono stati drasticamente ridotti e anche le anguille che erano un lontano ricordo in alcuni tratti sono tornate a ripopolare il fiume. Opera di tanti volontari, ma è un segnale importante. Ora l’allarme riguarda gli altri fiumi e bisogna evitare che diventino come il Sarno.

 

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