«Amianto, porteremo le scrivanie tra i reperti»
Le reazioni La dirigente: «Massima collaborazione con i pm noi sempre attenti
alla sicurezza»
POMPEI. Allarme amianto: paura tra i dipendenti. «I troppi decessi per cancro ai polmoni e l`awiso di garanzia, emesso dalla procura a carico della soprintendente, avvalorano i nostri timori sui pericoli ai quali è esposta la nostra salute. Non intendiamo più lavorare negli uffici-lager». Questo è il grido d`aiuto che i lavoratori lanciano ai ministri dei Beni Culturali Lorenzo Ornagli! e della Sanità Renato Balduzzi, minacciando di portare le scrivanie fuori dai container e di posizionarle tra le antiche vestigia, se i loro appelli continueranno a rimanere inascoltati. «La dottoressa Cinquantaquattro si chiedono i lavoratori - perché ha scelto di dirigere la soprintendenza di Pompei dagli uffici di Napoli, a differenza dei dirigenti che l`hanno preceduta? Forse teme perla sua salute?». E ancora, i lavoratori si chiedono: «Perché Casina Pacifico e gli edifici di Porta Stabia e di San Paolino, che potrebbero risolvere il problema degli ambienti di lavoro per tutto il personale della soprintendenza, continuano a rimanere chiusi?». Il senatore Nello Di Nardo ha un`altra soluzione: «Avviare subito il trasferimento dei dipendenti nella Reggia di Quisisana, uffici già disponibili a Castellani mare di Stabia».
Silenzio invece negli uffici della soprintendenza. Solo nel pomeriggio, con una nota nella quale si conferma la notizia, anticipata ieri dal Mattino, dell`avviso di garanzia, la dottoressa Cinquantaquattro ha ribadito «piena collaborazione agli inquirenti, fiduciosa nell`intervento chiarificatore della magistratura» maha anche sottolineato che «nel corso degli anni sono stati costantemente effettuati attività dibonifica e di monitoraggio delle sedi di lavoro e dell`area archeologica, al fine di garantire le adeguate condizioni di sicurezza p er la salute dei lavoratori».
In realtà la Soprintendente in carica rischia di pagare una scelta - o più verosimilmente una condizione di inerzia - messa in atto dai suoi predece+ssorifin dal 1980. I container che ospitano gli uffici della soprintendenza di Porta Marina Superiore furo no infatti installati nel periodo post-terremoto e definiti «prowisori». Una provvisorietà che dura da 31 anni. Questo stato di cose ha spinto ilpersonale a inoltrare richieste all`Inail per la verifica e il riconoscimento del danno biologico. A convalidare la loro preoccupazione è la relazione tecnica eseguita dal chimico Salvatore Monta nino, che sulla base dei rilievi effettuati, nel febbraio 2000, indicava luoghi e strutture della soprintendenza da bonificare in modo programmatico, «al fine di ripristinare le condizioni dell`ambiente», prevedendo specifici piani di lavoro anche nell` area archeo logica di Pompei, per limitare i disagi al personale e ai visitatori. Un piano di risanamento mai attuato, sul quale si èconcenttatal`attenzione della procura di Torre Annunziata.
La Cisl, pur esprimendo solidarietà alla Cinquantaquattro per l`avviso di garanzia, denuncia altri casi di tumore tra il personale. «Tra i dipendenti degli scavi aumentano i casi di cancro - affermaAntonio Pepe, segretario della Cisl - ma l`amministrazione continua a farli lavorare in prefabbricati vecchi e pericolosi. Anche se le dispersioni di amianto sono micro - continua Pepe - è statisticamente provato che il problema biologico, ed in particolare l`effetto oncogeno dell`amianto, è subordinato alla durata ed all`intensità dell`esposizione». Anche la Uil vuole vederci chiaro. «La soprintendente afferma Maria Rosa Rosa - continua a dire che per i lavoratori non ci sono problemi mentre per gli inquirenti mi sembra non sia affatto così. Quindi stiamo pensando, con le altre sigle sindacali, di riunirci domani per fare un documento da inviare al ministero dei Beni culturali perché ci spieghi cosa esattamente sta succedendo».