L`impianto per i rifiuti si faccia ad Agnano

23 maggio 2012 - Guido Donatone
Fonte: Repubblica Napoli

CARO direttore, vorrei illustrare ai lettori un caso di schizofrenia napoletana.
Il piano urbanistico (1996) di Vezio De Lucia (esponente non a caso di Italia Nostra) recepiva le istanze ambientaliste per l`assetto dell`area occidentale di Napoli, che egli cosi definisce: «l`incantevole scenario tral`isoletta di Nisida e il litorale negreo» (Repubblica 18-5-2012). Quindi, dopo la bonifica dei suoli inquinati, la realizzazione di un grande parco a verde pubblico (120 ettari) nell`area dell`ex Italsider; il ripristino della morfologia naturale della linea di co sta; la conseguente riappropriazione del mare (disinquinato con la rimozione della colmata) da parte dei napoletani con il recupero dell`unica spiaggia pubblica esistente a Coroglio, voluto anche dalle forze politiche progressiste.
Ebbene che cosa dobbiamo constatare? Oltre i fin troppo noti ritardi delle operazioni di bonifica, ricordiamo che nel novembre 2011 è stata varata dal Dipartimento Ambientale del Comune un`autorizzazione edilizia, ereditata dalle precedenti amministrazioni: la co struzione di un complesso di edifici tra cui una torre di oltre 60 metri, tra via Cocchia e via Diocleziano, in un`area già "liberata" da circa 250 pini, mentre ne andavano abbattuti altri 8 (la Forestale bloccò l`operazione ed è in corso un contenzioso giudiziario). Anche tale iniziativa edilizia, sunostradenunciasuquesto giornale, è ora al vaglio della Soprintendenza ai beni architettonici.
Si registrano inoltre nuovi, inconsulti sussulti finora sopiti. Si scuote da un sano torpore Renato De Fusco (Repubblica 19-5-2012), storico dell`architettura e teorico della demolizione del tessuto edilizio storico persino nei decumani di Neapolis greco-romana da sostituire con nuove costruzioni (!). Ora auspica: «Bagnoli può solo essere il prolungamento dell`urbanizzazione di Posillipo». Traduzione: una colata di cemento alposto del grande parco urbano. Se siffatte proposte sono anacronistiche (ma riflettono le pulsioni rimosse degli architetti d`"assalto"), si deve invece porre la dovuta attenzione sull`ultima novità in realizzazione di un "digestore anaerobico", un impianto perii trattamento della frazione umida dei rifiuti nel contesto del parco urbano di Bagnoli (quest`ultimo ancora resta sulla carta). Esiste la realistica esigenza di creare tré mini impianti di smaltimento a Scampia, a Napoli Est e a Napoli Ovest, dal momento che l`amministrazione è contraria al termovalorizzatore. E comunque viene assicurato che l`impianto di compostaggio non produce miasmi (ma su ciò non tutti gli esperti sono d`accordo). Inoltre l`amministrazione sostiene che l`impianto di lavorazione dei rifiuti produrrà energia realizzando un obiettivo occupazionale e di sviluppo. Tuttavia osserviamo che questo impianto impegnerebbe almeno due ettari sottraendoli al parco.
Preciso alriguardolaposizionediItaliaNostra. Non si possono ignorare alcuni impedimenti sostanziali: l`ubicazione dell`impianto nell`ambito del parco pubblico di Coroglio e a breve distanza dal mare è in contrasto con la vocazione e la destinazione urbanistica dell`area prevista dal Piano, che è turistico-alberghiera, e altresì culturale-ambientale. Soprattutto sociale: la spiaggia pubbli caper i napoletani meno abbienti. Inoltre è evidente che l`inevitabile traffico dei camion dei rifiuti rende incompatibile l`appetibilità economica dell`areaper gli auspicati investimenti di capitali privati. Infine abbiamo il dovere di sottolineare che senza un piano che localizzi siffatti impianti non è possibile a priori conoscere la conformità dellaloro localizzazione conle previsioni del Prg.
A nostro avviso, se è necessaria la presenza nell`area occidentale dell`impianto, esso può essere invece realizzato in aree alternative esteme al parco, come la zona di Agnano, anche a debita distanza dall`ippodromo, dove esistono i concessionari di automobili. Al contrario, l`ipotesi di insediamento all`intemo del parco urbano di Coroglio è incompatibile con la strategia di sviluppo complessiva dell`ex area industriale perseguita dal Prg, strategia che è — ribadiamo — finalizzata allo sviluppo turistico dell`area, il cui motore è identificabile nel grande parco urbano: un`attrezzatura all`aperto per il tempo libero, lo svago, lo sport, l`apprendimento.
Ma soprattutto è incompatibile conia normativa urbanistico-paesaggistica insistente sull`area, che è assoggettata a vincolo apposto nel 1999 dalla Soprintendenza ai beni architettonici e p er il paesaggio di Napoli.
L`esemplare relazione allegata a tale vincolo mi venne dettata (io ero l`amanuense) ininterminabili sedute notturne dall`indimenticabile Antonio lannello di Italia Nostra.
L`autore è presidente di Italia Nostra sezione di Napoli

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