Rabbia Astir, assedio alla casa del governatore

Niente stipendi, la polizia blocca il raid di 50 dipendenti. Scorta rafforzata e auto blindata per Caldoro
Le reazioni Il governatore: «Dialogo aperto sulla vertenza ma niente prevaricazioni» La solidarietà del sindaco
22 maggio 2012 - Paolo Mainiero
Fonte: Il Mattino

Un gruppo di lavoratori (circa cinquanta) dell`Astìr, la società della Regione che si occupa di interventi ambientali, ha provato a raggiungere l`abitazione del presidente Caldoro in via Manzoni. I lavoratori (l`Astir è un carrozzone di 467 dipendenti) non percepiscono lo stipendio da cinque mesi e ieri hanno voluto sfogare la loro rabbia contro il governatore. L`assalto è tuttavia fallito perché in via Manzoni è intervenuta la polizia, con quattro camionette e una sessantina di agenti in assetto antì-sommossa, che ha allontanato i manifestanti prima che si avvicinassero all`abitazione del presidente. C`è stato qualche momento di tensione, con uria e spintoni, poi i lavoratori sono andati via. Non era mai successo, pur nel clima di forti tensioni sociali che da anni segna la Campania, che la protesta prendesse di mira la residenza del governatore. Solo in piena emergenza rifiuti si ricordano sacchetti della spazzatura sparsi lungo via Posillipo nei pressi della casa di Bassolino. La protesta non modifica la linea di condotta della Regione, che è quella del confronto ma nel rispetto delle regole. Negli ultimi giorni, peraltro, al governatore è stata rafforzata la scorta ed è stata impostal`auto blindata, alui che dall`inizio del mandato non si era mai separato dalla sua Skoda. «Ð confronto democratico - dice Caldoro - non è mai mancato ed è sempre aperto. Lo testimoniano gli incontri avuti e quelli già in programma per l`inizio della prossima settimana per garantire, nel settore dell`ambiente, una attività fondamentale per l`Ente e la difesa, a regime, dei livelli occupazionali. Questa è la strada, scorciatoie o forme di prevaricazione fuori dal corretto confronto democratico non potranno cambiare i dati di fatto». La Regione ha nominato un liquidatore, l`ex questore di Napoli Franco Malvano, che ha accertato un debito di 70 milioni. Il sindacato chiede chiarezza e fa sapere che la mobilitazione andrà avanti. «I motivi della protesta - si legge in una nota - stanno nella disperata situazione dell`Astir e nella difficoltà di individuare in tempi brevi una soluzione per garantire la continuità lavorativa e retributiva». Giovanni Sannino (Fillea-Cgil) parla di orizzonte «vacuo e vaporoso». «La vertenza - dice - rischia di avvitarsi su sé stessa. Va scongiurata una qualsiasi ipotesi di soluzione che non sia quella che assi- sessore al Lavoro Severino Nappi conferma l`impegno della Regione: «È stato concordato un percorso che porterà alla costituzione di un`unica azienda pubblica in grado di autosostenersi e non di essere un peso per le tasche dei cittadini».
Numerosi gli attestati di solidarietà a Caldoro. «È un atto grave che va oltre il legittimo diritto al dissenso e che va dunque condannato con fermezza. È inaccettabile - dice il presidente del consiglio regionale Paolo Romano - che l`abitazione privata del presidente Caldoro e della sua famiglia possa diventare bersaglio e luogo di assalti e intimidazioni». Nitto Palma, commissario del Pdl, parla di «inammissibile incursione». «Vicinanza e solidarietà» a Caldoro dal gruppo regionale del Pdl che definisce «incredibile» quanto successo ieri in via Manzoni. Ferma condanna da parte dell`Udc: «Nessuno si lasci andare a manifestazioni violente e becere». Per Giuseppe Maisto, consigliere di «Caldoro presidente», «è inconcepibile che si possa violare la privacy del presidente della Regione in nome di una qualsiasi ragione». Solidarietà anche da Angelo Marino (Città nuove). «Le imboscate dice - non piacciono a nessuno e non sono tollerabili». Messaggio di solidarietà dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris e nota unitaria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl: «Le azioni intimidatorie volte a destabilizzare la coesione sociale vanno condannate e fermate immediatamente per evitare il ripresentarsi di un clima antidemocratico. L`unico strumento legittimo e civile di cui i lavoratori possono avvalersi per rivendicare i propri diritti è e resta il confronto e la concertazione».

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