A Bagnoli il digestore dell`immondizia «Bene solo se si accelera sulla bonifica»
Bagnoli da anni è un simbolo del disastro di Napoli e la metafora di una rinascita che non c`è, che si allontana e che, quando sembra afferrata, scivola dalle mani. Fiumi di parole, cataste di progetti, veleni da bonificare, cumuli di spazzatura esposta agli angoli di strada. Insomma, a vent`anni esatti dalla dismissione dell`nva, la misura è colma, anzi colmata, è quella terrache penetra nel mare come una ferita insanabile e insondabile. Intanto in uno deipaesaggi potenzialmente più seducenti di Napoli, per una scelta che apparentemente sembra una nemesi, arriverà tra due anni, come ha annunciato l`altro giorno il sindaco Luigi de Magistris, un digestore anaerobico, un impianto di smaltimento dei rifiuti umidi. Insomma, a essere concreti, monnezza. La prima lettura è questa. Severa come un disinganno allevato da decenni.
La storia squadernata come un libro dei so gni, con dentro i progetti più esaltanti, le illusioni più brillanti. Dalle stalle alle stelle. Pianiurbanistici, varianti, parchi urbani, poli tecnologici, persino la Coppa America. Dall`acciaio dell`uva a Bagnoli Futura, società di trasformazione urbana che nel nome contiene qualcosa di così indefinito che perpetua l`annuncio delle magnifiche sorti e progressive. Quante ne abbiamo sentite. E quante ne sentiremo. Prima con Bassolino e poi con la lervolino. Vezio de Luda, assessore all`urbanistica nel 1993, scrisse che neue zone dell`ex-Italsider sarebbe spuntata «al posto delle ciminiere, una riviera di atta turistica, bella forse più di via Caracciolo, nell`incantevole scenario tral`isoletta di Nisida e il litorale flegreo». Ce ne hanno poi raccontate tante, senza scuomo, senza vergogna. E tutto nero su bianco con progetti redattiepagati.Andiamo a memoria: dovevamo goderà un parco pubblico di 120 ettari, un approdo turistico con 700 posti, un polo del terziario, un borgo marinaro con alberghi, un acquario tematico, una cinecittàbattezzata Napoli Studios, unmuseo del lavoro, una come città della musica, un parco dello sport (questo l`hanno inaugurato e l`hanno abbandonato al degrado). Promesse. Dalle stelle alle stalle. Appena chiudevamo gliocchi ce ne rifflavano una nuova. Come il bambino di Francesco Gucdni: «Mi piaccion le fiabe, raccontane un`altra». Ora gli îññÛ ci tocca aprirli. E il digestore può sembrare indigesto. Simbolicamente lo è. Come conferma Ennanno Rea, autore di un libro fondamentale come «La dismissione». «Ci sono stati ritardi immani e la bonifica non è mai stata completata» si rammarica «ma, messe da parte le illusioni, nonsipuòessere contrari agli impianti di smaltimento dei rifiuti, da qualche parte bisogna realizzarli, ma farli bene». Un invito alla concretezza e alla vigilanza che viene rilanciato pure da Vittorio Silvestrini, fondatore di Città della Scienza, da decenni s`è positivamente inastata nel cuore del disastro Bagnoli. «Un digestore anaerobico» spiega «è l`impianto più pulito che esiste attualmente. Dipende dalle dimensioni». Quello di Bagnoli dovrebbe smaltire al massimo 30mila tonnellate all`anno. «Che significa il passaggio di una dedna di camion al giorno» aggiunge il professore. «Sono impianti piccoli. Al massimo può occupare, con tutte le zone di contorno, un`area di 2 ettari. Non d si può fermare, però, al digestore. A questo sacrificio devono corrispondere opere che finalmente rilandno üquartiere».Nontemeunefi`etto nimby? «Non aedo che d sia questo pericolo quando c`è un`informazione corretta e non si punti sulla scandalo per lo scandalo. Quello che condivido di meno è la solita dedsione calata dall`alto. Un progetto del genere deve essere preceduto da una campagna di confronto con i dttadini».
E sulla discussione preliminare batte pure Pietro Rinaldi, consigliere comunale della lista arandone «Napoli è tua» e referente dei movimenti che si sono opposti alla discarica di Chiaiano. «Le scelte devono scaturire dal confronto, ma va chiarito che una discarica e un digestore sono impianti che è sbagliato paragonare» minimizza. «La costruzione nell`area occidentale non è incompatibile con lo sviluppo turistico ed è fondamentale affinchè la raccolta differenziata abbia un senso». Resta, però, la beffa. La zona che doveva essere bonificata diventa il sito perbonificare dallamonnezza il resto della atta. Chissà quando il mare bagnerà Bagnoli.