Digestore anaerobico, già contrari Verdi e Sel
NAPOLI — Un impianto per il trattamento della frazione umida dei rifiuti a Bagnoli, nell`area ex Italsider: il progetto del Comune e di Bagnolifutura divide, anche a sinistra. Proviamo dunque a capire innanzitutto di cosa si parla. II dato da cui partire: a Napoli mancano impianti in cui la parte umida del rifiuto (scarti alimentari e vegetali), depositata dai cittadini nei bidoni della differenziata, sia trasformata in compost, in fertilizzante. Dalla città partono infatti ogni anno decine di migliaia di tonnellate destinate fuori regione.
Costo insostenibile, tanto più che, con l`estensione del porta a porta, la percentuale di umido differenziato è destinata a salire.
Gli impianti sono dunque indispensabili, in una prospettiva di superamento definitivo delle deiscariche, e devono soddisfare una capacità complessiva di circa 150.000 tonnellate annue. Ma quali strutture? Le alternative sono: compostaggio o digestione anaerobica. La prima tecdnologia trasforma l`umido in fertilizzante all`intemo di capannoni ossigenati. I rifiuti sono trasformati da batteri che operano in presenza di ossigeno in compost. La seconda tecnologia punta agli stessi effetti, ma il processo avviene sfruttando batteri che operano in assenza di aria. Ne scaturisce digestato, che può essere utilizzato in agricoltura, e biogas, che si può impiegare per produrre energia. Vantaggi del compostaggio: il rientro economico è più tacile, per chi gestisce l`impianto. Il digestore emette però — ed è un vantaggio nelle aree urbanizzate — pochissimi o nessun odore. Il piano del Comune prevede tre siti per trattare la frazione umida differenziata: uno a Bagnoli, uno sui suoli dell`ex centrale del latte, uno a Napoli est. Nella zona ex Italsider l`ipotesi più accreditata è un digestore anaerobico per trattare circa 30.000 tonnellate all`anno. A Bagnoli, più che dall`impianto in sé, i problemi potrebbero derivare dall`andirivieni dei camion che entreranno ed usciranno dal digestore anaerobico, per scaricare la trazione organica e per portare via il digestato. Quanti saranno? Gianfranco Galanzino, amministratore delegato di Entsorga,una delle aziende italiane che lavorano nel settore del compostaggio, quantifica:
«Un impianto da 30.000 tonnellate annue comporta l`afflusso di circa 50 camion al giorno». Nessun problema, prevede Tommaso Sodano, il vice sindaco della giunta de Magistris: «Proprio per evitare sovraccarichi in una determinata zona sono pianificati tré impianti, in tré aree diverse. A Bagnoli l`incremento di traffico prodotto dal digestore, se ci sarà, sarà minimo. Anche perché diminuiranno i compattatori destinati alla raccolta dell`indifferenziato, in virtù del progressivo sviluppo della raccolta differenziata porta a porta». Di tutt`altra opinione Giuseppe De Cristofaro, segretario provinciale di Sinistra e libertà: «Realizzare un digestore anaerobico su scala industriale di tali dimensioni ha un pesantissimo impatto sul territorio e soprattutto mina la vocazione turistica dell`area».