Nella stessa inchiesta, sul Consorzio Eco4, è coinvolto anche Nicola Cosentino

Rifiuti e camorra, Landolfi a giudizio

Il deputato amareggiato: non c`entro e l`ho provato. Nino Palma: il Pdl è con lui
16 maggio 2012 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Tre anni dopo il clamore, le prime pagine e le polemiche, il deputato del Pdl Mario Landolfi, ex presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, va a processo.
Il gup Alessandra Ferrigno ha infatti deciso ieri il suo rinvio a giudizio per concorso in corruzione e truffa, aggravati dall`avere agito per favorire il clan camorristico dei La Torre di Marcianise; un gruppo criminale temibile, a volte alleato a volte rivale dei contigui casalesi.
In aula il 9 luglio
Il dibattimento comincerà il 9 luglio. La vicenda è quella del consorzio Eco4, di cui facevano parte i fratelli Sergio e Michele Orsi, quest`ultimo assassinato il primo giugno del 2008. Landolfi, secondo l`accusa, corruppe un consigliere comunale di Mondragone, la sua città, inducendolo a dimettersi per evitare lo scioglimento del consiglio; in cambio gli offrì un posto nella futura giunta e un contratto di lavoro dalla durata di tré mesi per la moglie, la quale peraltro si limitò a percepire lo stipendio. Del mancato scioglimento del consiglio e dunque della permanenza in carica del sindaco beneficiò, per il pm Alessandro Milita, il consorzio Eco4, una società a capitale misto attiva nel settore della raccolta dei rifiuti che nell`ordinanza di custodia cautelare il gip definiva «pura espressione della criminalità organizzata».
Il ruolo dei pentiti
L`inchiesta si basa sulle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia tra cui Gaetano Vassallo, titolare di discariche legato alla fazione del clan dei casalesi che fa capo al boss Francesco Bidognetti.
Coinvolto Cosentino
Nell`inchiesta fu coinvolto anche l`ex coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino,ora a giudizio davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere dopo avere, su sua richiesta, «saltato» la fase dell`udienza preliminare. Sulla vicenda, Mario Landolfi ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo nei confronti dei magistrati. Per esempio, ha messo a disposizione (e addirittura pubblicato su Facebook) le intercettazioni telefoniche che lo riguardavano, anche se, in quanto parlamentare, la Camera avrebbe potuto negare il consenso al loro utilizzo.
La reazione del deputato
Questo è uno dei motivi per cui Landolfi oggi si dice amareggiato: «Mi sono comportato all`insegna della trasparenza - rileva - fornendo chiarimenti in un interrogatorio durato due ore e mezzo. Ho depositato un`informativa della Guardia di Finanza dalla quale si evince con chiarezza che Ila moglie del consigliere comunale non fu assunta dal consorzio Eco4 grazie a me. Eppure, il giudice ha deciso il rinvio a giudizio: forse il meccanismo dell`udienza preliminare è da rivedere».
NItto Palma lo difende
Non si è fatta attendere la reazione del commissario regionale del Pdl, Nitto Francesco Palma: «Apprendo la notizia del rinvio a giudizio dell` onorevole Mario Landolfi, il quale, senza alcun dubbio, comproverà la sua totale estraneità ai fatti addebitatigli. Il giudice di Santa Maria Capua Vetere non potrà che prenderne atto pronunciando sentenza di piena assoluzione. Tanto affermo non per la rituale solidarietà di partito, ma sulla base della lettura delle carte processuali da me effettuata con l`occhio del magistrato e non del politico. Carte processuali che denunciano il totale deserto probatorio. In più occasioni, di recente - prosegue Palma - i giudici hanno sconfessato le linee accusatorie della Direzione distrettuale antimafia di Napoli nei con fronti di altri soggetti appartenenti al mondo della politica. Ed è per questo che, a partire dall`onorevole Landolfi, attendiamo con fiducia il responso dell`autorità giudiziaria. Che ci auguriamo essere rapido e sollecito per rimarginare, se mai è possibile, la ferita arrecata all`immagine di una persona seria e perbene».

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