L`inchiesta L`azienda entrata anche nei verbali del processo nel quale è indagato Cosentino

Impregeco società fantasma: costa 343mila euro

Creata per la gestione dei rifiuti, è inattiva dal 2004: mantiene sede, due manager e un impiegato
15 maggio 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Due dirigenti che costano tra stipendi e accantonamenti 343 mila euro ali` anno (ma una parte viene ribaltata sul consorzio unico che dell`azienda è azionista e che a sua volta non ha introiti di sorta) e un solo dipendente per una società consortile che non lavora dal 2004: lo scandalo ancora una volta è targato Impregeco, l`azienda virtuale dei rifiuti su cui i magistrati della dda indagano da anni. Una vicenda complessa che dimostra quanto sia aggrovigliato il nodo di quella che è stata l'emergenza rifiuti.
Impregeco gesù per un breve periodo la discarica e l`impianto di Paolisi, nel beneventano. Nacque gennaio 2002 per volontà dell`alierà commissario, Antonio Bassolino, e diventò attiva nel febbraio dello stesso anno. Il suo compito era quello di coordinare le attività dei Comuni dei consorzi di Napoli 1 e 3 e di Caserta 4 e di mandare avanti gli impiantì di tritovagliatura in attesa che entrassero in funzione i Cdr realizzati dalla Pibe. In realtà, l`avvio dei primi due Cdr, quello di Giugliano e quello di Caivano, è quasi contemporanea alla creazione della consortile che infatti dal 2004 non svolge più alcun servizio. Ciononostante otto anni dopo la società di cui è azionista unico il consorzio unico, conserva ancora una sede in via Porzio 4 al centro direzionale, perla quale si spendono circa mille euro di fitto al mese. Negli uffici restano una decina di scrivanie abbandonate e un impiegato che non prende lo stipendio da gennaio: dovrebbe prenderlo dal consorzio di bacino che ha smesso di pagare da tempo. Poi ci sono i due dirigenti. Uno, Vincenzo Esposito, era stato distaccato al consorzio di cui era diventato coordinatore: ma il 30 aprile si è dimesso vista l`impossibilità, ribadita con una lettera al liquidatore Domenico Pirozzi, di pagare gli stipendi, e ora chiede di tornare a Impregeco. L`altra, Pina D`Alterio, commissario liquidatore della consortile, è distaccata per due giorni alla settimana a Irpiniambiente. Attualmente l`azienda cerca di chiudere i conti, di incassare i 29 milioni che aspetta dai Comuniper poter pagare i creditori. Contestualmente si cerca di chiudere la quindicina di contenziosi ancora attivi. La società è ritornata alla ribalta per le dichiarazioni dell`ex commissario Massimo Paolucci che nei giorni scorsi ha deposto in un`udienza del processo a carico dell`exsottosegretario Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. «Incontrai tte o quattro volte l`onorevole Cosentino - sostiene Paolucci - in una circostanza ci vedemmo in un bar di Mergellina e lì manifestò la sua disponibilità alla soluzione di utilizzare Impregeco nel settore dei rifiuti».
L`obiettivo dell`impresa sarebbe stato quello di creare una cordata alternativa a Fibe. E dietro questa decisione ci sarebbe stato anche l`onorevole Cosentino. La consortile lavorò fino al 2004. Presidente era Giuseppe Valente che presiedeva anche il consorzio Ce4 ed era in quota Forza Italia. Il vicepresidente era Michele Caiazzo, cugino dell`alierà sindaco tualrnente consigliere regionale; amministratore era Giacomo Gerlini, ex sindaco di Giugliano e amministatore di un`altra consortile, la Gesen (entrambi in quota Ds). Nel 2007 la Impregeco fu fermata dall`interdittìva antimafia della prefettura di Napoli. Valente era già stato indagato per la gestione della discarica Bortolotto ed era poi stato arrestato nell`ambito dell`inchie sta su Ecoquattro di cui Impregeco possedeva trenta azioni. Gerlini, invece, era stato sindaco e consigliere del Comune di Giugliano, poi sciolto per mafia, e recentemente coinvolto nelle indagini su un complesso edilizio sponsorizzato dai clan Nuvoletta e Maliardo. Presidente del collegio sindacale era Raffaele Chianese, exvicesindaco diMondragone, poi accusato di truffa ai danni dello Stato, e capo della segreteria dell`exministro Mario Landoldi, a sua volta indagato.

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