Equitalia, indaga la Procura "Un cartello dietro i disordini"
LEADER dell`antagonismo di ieri e di oggi, capipopolo sotto i sessanta e giovani attivisti di Insurgencia, disoccupati dell`area flegrea e studenti del Cau, gli storici "nemici" di CasaPound. Se aveva un obiettivo l`assalto di due giomi fa agli uffici di Equitalia, a centrarlo è stato un variegato "cartello" che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, mira ad accreditarsi come «portabandiera del conflitto» a Napoli. Un assortito mix che, dopo gli scontri con la polizia e i contusi al di qua e aldilà dei tafferugli, si è già dato appuntamento per venerdì: proprio tra via Ponte di Tappia e via Bracco, per un`altra manifestazione non autorizzata. «Quell`indirizzo? È un caso», dicono. Casualmente, a due passi c`è la direzione Equitalia.
Un`ora di filmato sul corpo a corpo al corso Meridionale: vernice rossa e cassonetti rivoltati, cariche e manganelli. Le videocamere dell`intelligence sono rimaste puntate su di loro, venerdì scorso e hanno ripreso i venti minuti di scontro. Sedici "aggressori" sono già stati individuati: scatterà la denuncia nelle prossime ore. Un video su cui si è soffermato, in serata, a lungo il questore di Napoli Luigi Merolla, coni il capo della Digos, Filippo Bonfiglio. Il dossier arriverà, nelleprossime ore, sul tavolo del procuratore aggiunto Gianni Melillo, a capo del pool che già indaga su tensioni sociali e sul presunto ricatto dei disoccupati "Bros".
Ora si apre un altro fascicolo. Capitolo "Equitalia": chi soffia sulla rabbia sociale. Ragiona uno degli inquirenti: «Da quando è cominciata la tragica scia dei suicidi, provocando un`onda di angoscia e preoccupazione condivisibili, è salita parallelamente la volontà dei protagonisti della rivolta di farsi "interpreti" della rabbia. Sono quelli che hanno sempre cercato di coagulare intomo a sé il consenso». Gira un`immagine tra i poliziotti napoletani, cui si riconosce una speciale inclinazione nella gestione della piazza: «Abbiamo le strade già cosparse di benzina». Tradotto: vigilanza alta, basta un piccolo fiammifero per provocare l`escalation. Si fa strada voglia innalzare il livello dello scontro, mentre in Procura si prepara lo screening delle realtà — almeno 5 — che hanno deciso di partecipare all`ennesima stagione di protesta. Si va da vecchi esponenti delle Rdb, oggi la rete dell`Unione sindacale di base, di cui sono stati individuati alcuni esponenti impegnati a lanciare oggetti in corso Meridionale, al cartello dei cosiddetti disoccupati flegrei, nati alcuni anni fa e diventati interlocutori più accesi durante la (prima e poi cancellata) assegnazione di Coppa America a Bagnoli. E ancora: dal centro sociale di Insurgencia ai disoccupati Bros passando per la mobilitazione del Cau, il collettivo autorganizzato universitario che già sul suo sito rivendica il merito di aver catalizzato, l`altra mattina al Vasto, contro Equitalia, «il malessere sociale che cova da troppo tempo», riscuotendo «l`approvazione unanime di abitanti e passanti». Limpide prese diposizione, peraltro condivise in questi mesi da intellettuali e firme importanti della cultura. Ma che rischiano di degenerare.
Un caso nel caso riguarda poi uno dei protagonisti della rivolta anti-Equitalia: alcuni fotogrammi di alcuni video riprendono un giovane uomo che impugna il casco contro alcuni poliziotti, è il leader di Insurgencia Antonio Musella, sostenitore della prima ora del sindaco de Magistris, oggi collaboratore del consigliere di maggioranza in comune Pietro Rinaldi, oltreché autore e giornalista. Musella potrebbe essere uno dei sedici aggressori denunciati. Ma il leader del centro sociale di Chiaiano, raggiunto da Repubblica, raccontala sua posizione di "manifestante": «Nel video che ho visto, sul sito di Repubblica, la mia condotta è chiaramente difensiva: parte una carica, io e altre persone sfiliamo lateralmente e ci sottraiamo alla violenza, ma poi un agente torna indietro, sembra accanirsi su un mio amico e a quel punto io reagisco per difenderlo». Impugnando il casco come arma? «Non potevamo scappare, non c`era altro modo. E non ce lasiamo passati bene, io ho contusioni sulle braccia... Ma non mi appassiona la diatriba su chi ha alzato prima il braccio, qui non ci siamo resi conto che sta morendo un sacco di gente e ci stanno sparando addosso. La riscossione da parte di Equitalia va sospesa. Come centro sociale abbiamo una posizione popolare e pubblica, invitiamo i cittadini a portare le proprie cartelle».
La stessa anima di Insurgencia, attraverso il consigliere Pietro Rinaidi, ha già chiesto al sindaco di «rescindere immediatamente il contratto del Comune con Equitalia o di sospendere la riscossione per i prossimi sei mesi». MaLuigi de Magistris rilancia con posizioni più moderate. «L`amministrazione sta procedendo in questa direzione, ma questo passo non può essere compiuto dall`oggi al domani. Bisogna mettere in atto nuove forme di riscossione, la lotta all`evasione va fatta in modo intelligente».Il sindaco torna poi a condannare le violenze di venerdì e sottolinea come sia sbagliato mettere nel mirino i dipendenti di Equitalia. «La colpa è di un sistema che è stato creato: ma va smantellato con le armi delle democrazia. Ci vuole una rivoluzione pacifica: coni il voto, con mani pulite e grande energia. La violenza da spazio a chi ci vuole fermare».
E intanto Napoli si conferma focolaio di tensioni su vasta scala. Un filo rosso legherebbe il centro studi perquisito lo scorso marzo a Montesanto, su disposizione del procuratore Rosario Cantelmo, agli anarchici che hanno rivendicato l`attentato al dirigente di Ansaldo, a Genova.