Ecoballe, spesi 240 milioni in 11 anni
LO SCENARIO IL FUTURO
I SITI DELLA`SOSTA`
Gli `ispettori` si sono recati presso cinque località che ospitano il materiale di scarto
I PROPOSITI
Oltre a smaltire si deve pensare anche a bonificare le aree che ospitano i rifiuti
La Commissione ecomafie in Campania
NAPOLI - Quando si parla di rifiuti bisogna fare sempre i conti con l`emergenza (o con le emergenze) a Napoli e nel resto della Campania. La commissione di inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti dovrebbe concludere il proprio lavoro entro l`estate o immediatamente dopo. I relatori, però, preferiscono non anticipare quanto verrà discusso in Parlamento sottolineando, però, come occorra non solo pensare a smaltire le ecoballe, ma anche a bonificare i suoli che, per anni, hanno accolto questi rifiuti. Torna quindi a balzare agli onori delle cronache la questione ecoballe. Ne sono state smaltite meno del 13% di quelle prodotte, e prevalentemente in siti di stoccaggio molto piccoli, e complessivamente sono già costate in 11 anni 240 milioni di euro tra confezione, stoccaggio e nolo dei suoli su cui sorgono vere piramidi di un prodotto ad altissimo rischio per la salute. E` questo in `parole povere` l`esito di un sopralluogo in Campania in cinque luoghi in cui sono `parcheggiate` una parte dei 5,8 milioni di tonnellate di ex ecoballe, che avrebbero dovuto essere al centro di un piano industriale di smaltimento chiesto dall`Unione europea, per carenza del quale l`Italia rischia sanzioni. Quella delle ecoballe, rifiuti che avrebbero dovuto essere selezionati e solo secchi, accumulate tra il 2001 e il 2008, è una "realtà grave e complessa - dice Gaetano Pecorella, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti - di cui si è finito per non parlare più". Ma proprio le ecoballe, che sono un valore economico sulla cui proprietà almeno per 2 milioni di tonnellate non c`è certezza, assieme alle bonifiche, costituiscono, spiega, i punti nodali su cui la Commissione darà indicazioni nella sua relazione conclusiva dell`indagine campana pronta entro l`estate. Ci sono 30 siti in Campania in cui sono stoccate, e solo i più piccoli di questi sono stati oggetto di svuotamento, spesso parziale. "Ci sono pericoli imminenti - aggiunge Pecorella - come quello di incendi, peraltro anche scoppiati in qualche caso, con la produzione di diossina. E abbiamo visto molto percolato, cosa che indica che il prodotto non è affatto secco o che comunque è mal conservato. Non c`è il piano industriale, non è chiara la natura del rifiuto ne omogenea, non è chiara la proprietà e nemmeno quella dei suoli in cui sono stoccate ". Urge dunque una soluzione "più articolata e immediata" del termovalorizzatore dedicato per lo smaltimento delle ecoballe (le cui procedure di costruzione peraltro non sono nemmeno avviate), perché, oltre al rischio di sanzioni a giugno da parte dell`Ue, ci sono rischi per la salute dei cittadini derivanti da "vere città fatte da piramidi di ecoballe alte 10-15 metri". Pecorella non esclude che "per dirimere le controversie in corso si possa far ricorso alla confisca". Paolo Russo (Pdl), componente della commissione, ricorda che il trasporto di queste ecoballe richiederebbe óOOmila mezzi, cioè "veicoli da qui fino ad Oslo ". A lui si deve il conteggio che ogni tonnellata di ecoballe in dieci anni è costata alla collettività 40 euro, tra confezione e gestione. "Occorre accelerare le procedure per gli impianti di trattamento finale", sottolinea. "Di crisi in crisi aggiunge Stefano Graziano (Pd) - le ecoballe sono ancora lì e il ciclo integrato dei rifiuti non è completo, e e`è un problema di salute e di infiltrazione della criminalità organizzata". "Io speriamo che ce la caviamo ", chiosa invece Maurizio Grazzano (Popolo e territorio).