«Ecoballe, 240 milioni di sprechi»
NAPOLI — Duecentoquaranta milioni di euro. Tanto è costato allo Stato, in dodici anni, l`affitto dei terreni per le ecoballe.
Un fiume di denaro che avrebbe potuto essere utilizzato in maniera ben più utile e produttiva se fosse stato rispettato quanto prevedeva nel lontano 1998 l`ordinanza 2772 firmata da Giorgio Napolitano, all`epoca ministro degli Interni con delega alla Protezione Civile.
Vale a dire che, nelle more della costruzione dell`inceneritore, il combustibile da rifiuto avrebbe dovuto essere smaltito da chi lo produceva, nel caso specifico Impregno, «in appositi impiantì». Dunque, anche fuori regione o all`estero.
Quella stessa ordinanza, ricorda il consulente della Procura di Napoli, Paolo Rabittì, nel libro "Ecoballe", prescriveva l`attivazione della raccolta differenziata con l`obiettivo di raggiungere il 35% entro il 2000.
Ieri alcuni dei siti delle ecoballe sono stati meta della missione napoletana della Commissione parlamentare d`inchiesta sulle irregolarità nel ciclo dei rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella.
I parlamentari hanno sorvolato i depositi di Acerra, Santa Maria la Fossa, Marcianise, San Tammaro, Giugliano-Villa Literno. Nel pomeriggio hanno tracciato un bilancio in Prefettura.
«Da quanto abbiamo appreso», ha detto Pecorella, «solo il 12% circa delle ecoballe prodotte in passato - complessivamente oltre sei milioni, per un peso di sei milioni di tonnellate - sono state smaltite. Insomma, siamo a zero, o quasi, sotto questo aspetto. E` un problema ambientale, economico e non solo. Bisognerebbe capire davvero a chi appartengano i terreni che ospitano quelle balle. C`è anche un grave rischio incendio. Negli anni, se ne sono già verificati». Sulle modalità di smaltimento, peraltro, si confrontano ancora tesi diverse. Da una parte i paladini dell`incenerimento. Procedura, quest`ultima, peraltro complessa, sia perché ormai le ecoballe hanno un tale potere calorico che necessiterebbero di un impianto ad hoc, anche perché si calcola che potrebbero essere bruciate in non meno di 20 anni. Altra opzione di cui si è parlato in passato è quella di chiudere ogni cilindro in una camicia di cemento e di tambarlo. Strategia non meno complessa e controversa, anche alla luce del dato - lo ha ricordato ieri Paolo Russo, uno dei componenti della Commissione - che per trasportare le ecoballe servirebbero 600.000 tir almeno. Mezzi che, messi in fila, coprirebbero la distanza tra Napoli ed Oslo. Si aggiunga l`incerta composizione dei materiali - «in alcuni punti», ha ricordato Pecorelia, «si notava benissimo la presenza di copertoni» - e la vertenza che contrappone Impregilo allo Stato arca la proprietà di un terzo delle ecoballe, due milioni su sei, e sarà evidente quanto ardua sia la soluzione del re bus. Va peraltro cercata ed individuata quanto prima, anche perché dipende pure da essa l`ipotesi di evitare la sanzione dell`Unione Europea all`Italia, che potrebbe essere comminata appunto per la mancanza di un piano di gestione adeguato dei rifiuti. A giugno scade la proroga che è stata concessa alcuni mesi fa. Ci si augura ne arrivi un`altra.