Rifiuti, conti in rosso: nuovo spreco da un milione
A diciotto anni dall`avvio dell`emergenza rifiuti, il governo stanzia un altro milione di euro per mantenere in vita l`Unità tecnico amministrativa incaricata di far quadrare i conti. Un`impresa ardua: le pratiche esaminate sono state 920 e sono stati chiesti 3 miliardi e mezzo, ma per il 2007 non si riescono nemmeno a trovare i riscontri necessari per rispondere ai rilievi della Ragioneria delloStato. Insomma, mancanole «pezze d`appoggio» per le spese sostenute. Eppure le carte non scarseggiano: quando a Napoli arrivò l`allora direttore generale dell`Unità stralcio, Luciano Cannerozzi De Grazia, scoprì che il materiale raccolto (progetti e documentazioni) copriva la bellezza di 840 metri, quasi un chilometro di carte suddivise in 167 scaffali da cinque ripiani. Ma non era finita: le ricerche successive portarono alla luce altri 75 scatoloni si trovavano ancora nella sede della Regione. Così per stabilire chi deve essere pagato e con quali soldi, visto che in cassa non ci sono liquidi, il 30 aprile è stata prorogata l`Unità tecnico amministrativafino al31 dicembre ed è stato stanziato un altro milione di euro per mantenere il personale e affrontare le spese ordinarie. Solo per l`affitto della sede di via Medina si spendono 22 mila euro al mese. Un assurdo visto che tra l`altro l`immobile è di proprietà del demanio. Nell`infinito caos delle emergenze continua a succedere di tutto. Per tentare di quantizzare i crediti e i debiti accumulati dai diversi commissari ai rifiuti, nel febbario del 2010 fu creata l`Unità stralcio che aveva il compito di varare un bando: chi vantava crediti doveva presentare la richiesta. Era risultato infatti impossibile ricostruire la contabilità sulla base della documentazione esistente. Ma anche avviare la procedura non fu semplice visto che in ogni caso mancavano i soldi per pagare. Il 31 gennaio del 2011, alla fine del suo mandato, Cannerozzi De Grazia aveva varato il bando e cominciavano ad arrivare le richieste. Il governo decise di creare una nuova struttura, quella in vita attualmente, e di farla subentrare alla precedente. Alla guida il prefetto Gianfelice Bellesini. Ma quindici mesi dopo la matassa resta ancora difficile da sbrogliare. Molti, però, i dati interessanti che già sono venuti fuori. Cominciando da quello sui contenziosi ancora pendenti che sono ben 1450. Inoltre ci sono 661 vertenze stragiudiziali. Solo nell`ultimo trimestre ne sono partite 78, mentre nell`intero 2011 ne sono stati impiantati «solo» 189. Un caso a parte la maxi vertenza ancora aperta con Fibe che ha chiesto 2 miliardi e 400mila euro, dei quali 1,5 solo per il danno d`immagine. Ma l`accordo varato perla cessione del termovalorizzatore di Acerra alla Regione (costerà 355 milioni euro) prevede l`azzeramento delle precedenti contese.
Tra le 920 istanze presentate 192 sono state valutate come esigibili, 132 riguardanti gli espropri sono state trasmesse agll`ufficio istruttorio per approfondimento e 96 sono sospese perché sotto contenzioso . Al momento la massa passiva accertata è di 128 milioni. L`Unità, però, vanta 241 milioni di crediti nei confronti dei Comuni che non hanno pagato per i servizi ricevuti fino al 2009. Il Comune di Napoli deve 60 milioni di euro che pagherà rate di 5 milioni fino al 2017. L`amministrazione, però, chiede a sua volta al commissariato 9 milioni e altri 16 li pretende Asia.
Resta ancora aperto anche il capitolo degli esprori per i quali è stato speso nell`ultimo anno quasi un milione e mezzo. Un capitolo estremamente controverso visto che molti non sono mai stati conclusi. E ora, in teoria, i proprietari potrebbero decidere di chiedere non solo la restituzione del bene, ma anche il ripristino dello stato dei luoghi: l`amministrazione sarà costretta a pagare non più il prezzo stabilito, ma una cifra enormemente superiore.
E poi c`è il capitolo relativo alle cosiddette «contabilità speciali» riferite ai commissariati che si sono succeduti dal 2006 al 2011. Per il 2007 e il 2008 la Ragioneria ha mosso una serie di rilievi. Per il 2007 sono ancora in corso i riscontri perché mancano gli incartamenti relativi alle assunzioni nei consorzi di bacino. Una cosa è però certa: per la sola gestione corrente, sono state