Rifiuti inviati fuori regione la «Sapna» sotto inchiesta

L`ipotesi del pm: smaltimento illecito in Sicilia e Puglia
30 aprile 2012 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Quei camion colmi di spazzatura, quele tonnellate di rifiuti raccolte a Napoli e portate via dalla Campania, verso altre regioni. Immondizia da esportazione - con il marchio della Sapna, con tanto di timbro della Provincia -, e`è un`inchiesta della Procura di Napoli.
Milioni spesi in regime di emergenza, contratti e appalti firmati all`insegna del fare tutto e subito, anche per impedire nuovi contraccolpi sul piano della vivibilità e dell`immagine del capoluogo partenopeo. Eccolo lo scenario in cui si inserisce l`ultima inchiesta della Procura di Napoli sulla spazzatura prodotta al centro e nei comuni dell`hinterland. Oggi, a finire sotto i riflettori sono gli accordi e le procedure che hanno consentito al Palazzo di trasportare lontano dalla Campania l`immondizia prodotta nell` area metropolitana partenopea.
Mesi di accertamenti da parte dei carabiniri del Noe, una perizia chiesta dal pm (ne ha scritto il Mattino nell` edizione di sabato scorso), acquisizione di documenti a Palazzo Matteotti, ma anche pubblici amministratori che finiscono sotto i riflettori. Inchiesta per concorso in smaltimento illecito dei ri fiuti, la Procura punta i riflettori sui viaggi della speranza, o meglio, sulle procedure attivate dalla Provincia negli ultimi anni per trasferire in altre regioni i rifiuti prodotti nel capoluogo napoletano.
Qual è il punto di partenza? A seguire le mosse deINoe, siparte dallo scenario di emergenza in cui sono maturate alcune scelte amministrative. Per diversi mesi - è lo sfondo delle indagini - le procedure di trasferimento dell`immondizia in Puglia e in Sicilia sono state improntate all`insegna di criteri di eccezionaiità, senza provare ad approntare procedure ordinarie: senza gare d`appalto convocate per tempo, senza dare vita a un protocollo ordinario in grado di rispettare tutti i crismi della evidenza pubblica. Valutazioni da cui prendono le mosse gli accertamenti della Procura. Indaga il pool Ecologia del procuratore aggiunto Aldo De Chiara, al lavoro il sostituto procuratore Lucio Giugliano.
Vicenda ancora alle battute iniziali, ce n`è abbastanza per convocare Claudio Roveda, dallo scorso luglio amministratore unico della società ambientale di Palazzo Matteotti, su nomina del presidente Luigi Cesaro. Formalmente deve rispondere di una attività di «gestione abusiva di ingenti quantità di rifiuti», anche se il suo ruolo nelle scelte e nelle procedure adottate sembra oggettivamente defilato. Da quando è a Napoli - è bene ricordarlo -, Roveda è impegnato su una gara d`appalto che dovrà essere bandita nei prossimi mesi, che punta in primo luogo a unire «trasporto» e «smaltimento», due attività fino a questo momento gestite in modo separato. Esigenze di economia e trasparenza - fanno capire gli amministratori -, proprio mentre ai piani alti della Procura si passano al setaccio alcuni atti amministrativi firmati a Palazzo Matteotti.
Ma il punto su cui batte la Procura resta legato al concetto di emergenza: se nell`ultimo anno e mezzo si è usciti dalla fase cruciale, per quale motivo sono state assegnate commesse con procedure non ordinarie? È il punto cruciale, su cui manca ora versione di Claudio Roveda, ma anche di altri funziona ri e amministratori che hanno svolto un molo nei trasferimenti di spazzatura nelle regioni a sud della Campania. Sotto i riflettori i contratti per il servizio di trasporto e smaltimento fino alla prima metà dello scorso anno, che hanno messo in moto un volume di affari tutto da ricostruire: in pochi mesi, sono state investite decine di milioni di euro, sol di finiti a ditte convocate con procedure eccezionali, quelle che hanno scandito oltre un decennio di gestione dell`emergenza rifiuti in Campania.

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