RIFIUTI, MENO GARANZIE UGUALE PIÙ MORTI
Il settore dei rifiuti è attraversato da un percorso di liberalizzazione incontrollabile, privo di garanzie per cittadini e operatori, di regole che tutelino ambiente e territorio. Nemmeno il referendum del 12 e 13 di giugno del 2011 è riuscito a fermarlo, nonostante il quesito contro la privatizzazione coatta dei servizi pubblici, approvato dalla maggioranza degli italiani, riguardasse anche il settore dell`igiene ambientale. I primi a pagare i costi di questo sistema sono i lavoratori. La difficoltà nel garantire un regime di sicurezza adeguato alla delicatezza del servizio offerto ha causato 10 morti sul lavoro nel solo 2010. L`ultima tragica storia è quella di Antonio Ìåé, 41 anni, operaio precario morto in un incidente la settimana scorsa a Pisticci. Un Lsu mai stabilizzato dal Comune che da 15 anni lavorava nel settore rifiuti, 36 ore a settimana per 800 euro al mese. Sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro sono temi di rango costituzionale e previsti nei contratti di lavoro, attengono alla dimensione della dignità delle persone e a quella democratica nel suo complesso. In un sistema lasciato in pasto al mercato, salute e sicurezza sono subordinate alle logiche econo miche. L`aumento delle aziende frammenta il ciclo e abbassa il presidio di sicurezza a causa della mancanza di continuità organizzativa. Le logiche del risparmio, ancor prima di quelle industriali, spingono verso l`affidamento dei servizi attraverso appalti al massimo ribasso, senza una vera gestione pubblica. Le richieste delle controparti datoriali, sempre argomentate con necessità di carattere economico, puntano alla compressione del costo del lavoro e ad au mentare le flessibilità operative. La situazione è poi aggravata dai tagli alle risorse e al personale, che colpiscono le amministrazioni deputate al controllo di legalità. La mancanza di controlli genera zone d`ombra nella tutela generale dei lavoratori e nell`applicazione dei contratti (mancato rispetto dei riposi tra i turni di lavoro, negligenza e noncuranza sui dispositivi di protezione, eccessivo ricorso agli straordinari). Un primo passo potrebbe essere relezione e la formazione continua delle rappresentanze per la sicurezza sul lavoro, utili a qualificare l`azione sindacale e a responsabilizzare le aziende. Ma è soprattutto necessario che il sistema dei controlli sia rafforzato e che le amministrazioni vengano responsabilizzate. Nessuna logica aziendale, nessun malinteso liberalismo, nessuna privatizzazione, più o meno strisciante, dovrebbe pregiudicare la vita di un singolo lavoratore.