La mediazione di Chiaiano sì a un impianto di ecoballe
Sì alla discarica ma di ecoballe e non di «tal quale». È la carta che si stanno giocando i comitati del no alla discarica nella cava di via Cupa del Cane a Chiaiano. Sussurata a mezza voce, quasi un chiacchiericcio, ma la notizia viene fuori in contemporanea dalla Rotonda Titanic, l’area del presidio di Chiaiano, dal tavolo tecnico che si è tenuto ieri a Palazzo Salerno e da Roma, dove i comitati sono stati ricevuti prima dal ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo poi dal sottosegretario Guido Bertolaso. Un triplo fronte, ma procediamo con ordine. Non ci sarà oggi nessun annuncio, se ne riparlerà all’inizio della prossima settimana, probabilmente tra il 16 e il 17 si saprà la verità sugli esami di Chiaiano. Dal tavolo tecnico a Palazzo Salerno è venuto fuori quello che più o meno si sapeva. I tecnici di Bertolaso - il sottosegretario non ha preso parte alla riunione - hanno concesso ai tecnici dei comitati e del Comune di Marano e Calvizzano, oltre che a quelli dei proprietari della cava, ulteriori sette giorni per svolgere nuove analisi, nuovi carotaggi. L’ultima settimana concessa dal governo prima di annunciare la decisione su Chiaiano. Mentre si confrontavano i tecnici, è rimbalzata appunto la proposta di mediazione di collocare in via Cupa del Cane una discarica per le ecoballe e non di sacchetti. Se si tratta di una vera apertura dei comitati o solo strategia per prendere tempo lo si capirà nelle prossime ore. Prima in mattinata grande tensione a Roma. I comitati hanno manifestato e sono stati ricevuti dal ministro Prestigiacomo. Ne è scaturito un pareggio. «Il governo va avanti», ha dichiarato la Prestigiacomo. «Scelta politica e non tecnica quella di Chiaiano» la replica dei comitati. Anche Bertolaso li ha incontrati ma il sottosegretario ha ribadito che per il momento non è stata presa nessuna decisione. Chiaiano resta dunque l’epicentro della crisi, contestualmente il sindaco Iervolino puntualizza sulla questione termovalorizzatore in un botta e risposta con il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta: «Rosetta - dichiara Laboccetta - non può decidere all’ultimo momento quale sito scegliere per il termovalorizzatore, sta sfuggendo alle responsabilità. Ha detto che non ha i suoli». Secca la replica della Iervolino, che ieri si era appellata a Bertolaso dicendo che Napoli non è Roma e ha pochi spazi da sfruttare. «Che intorno all’area urbana di Napoli non ci siano spazi di campagna come a Roma, non è di certo una scoperta - spiega l’ex ministro dell’Interno - dire con chiarezza che stiamo lavorando sulle aree infraurbane per capire quale sia il luogo più adatto per le esigenze dell’impianto che si deve costruire, non significa di certo dire di no al termovalorizzatore, ma esattamente il contrario». E ancora: «Come ho già detto con chiarezza il Comune di Napoli rispetterà il decreto e i tempi in esso stabiliti e lavorerà con il governo per la realizzazione del termovalorizzatore che ritiene più che mai necessario».