Rifiuti In ipotesi solo lo sversamento di alcune tonnellate di umido stabilizzato. E a fine maggio chiuderà per esaurimento l'invaso di Terzigno

La discarica non riapre, il sequestro salva Chiaiano

25 aprile 2012 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Chiaiano non riapre, cava Sari a Terzigno chiude. E` il bollettino rifiuti tracciato ieri da Giovanni Perillo, il presidente della società provinciale per la gestione del ciclo dei rifiuti, audito nella sede del consiglio comunale. La seduta della commissione era stata convocata dopo che era rimbalzata la notizia che la riattivazione dello sversatoio al confine tra Napoli e Maraño era stata inserita nella relazione della Regione destinata a Bruxelles per scongiurare la maxi multa da parte dell`Unione Europea. In realtà in quel documento si parla di copertura della cava con compost fuori specifica, nell`ambito della gestione successiva all`esaurimento. Insomma, a Chiaiano finiranno al più alcune migliaia di tonnellate di frazione umida tritovagliata e stabilizzata e solo per alcune settimane. L`ipotesi che il sito accolga nuovamente rifiuti, sia riattivato come discarica, è fuori discussione per due motivi. Ð primo: non c`è più spazio. Ð secondo: l`area è in parte sequestrata ed è al centro di una inchiesta della Procura di Napoli, che coinvolge Ibi ed Edil Carandente, le società che hanno effettuato i lavori e che, secondo i pubblici ministeri titolari del fascicolo, non avrebbero garantito la qualità adeguata dei materiali e la perfetta realizzazione del progetto iniziale. Ieri in Comune — presenti anche i rappresentanti di comitati ed associazioni — Perillo ha specificato che l`ente competente sulla discarica di Chiaiano è la Provincia di Napoli e che quest`ultima a novembre ha decretato in consiglio la chiusura del sito. Quell`indirizzo, ha proseguito il presidente di Sapna, resta valido. Tra fine maggio ed inizio giugno chiuderà anche la discarica Sari di Terzigno, ormai esaurita. L`invaso accoglie ogni giorno circa 350 tonnellate di immondizia prodotta dai Comuni vesuviani. Rifiuto tal quale,perché non passa per gli stir. Che ne sarà di tale spazzatura dopo la chiusura dello sversatoio? L`ideale sarebbe ovviamente incrementare la differenziata, per abbattere i quantitativi da portare a discarica. Nell`immediato, però, urge una soluzione capace di evitare che quei sacchetti mandino in tilt il sistema. Dice Perillo: «Quelle 350 tonnellate giornaliere andranno negli impiantì di tritovagliatura. Ð punto sarà di organizzare il lavoro degli stir in maniera da gestire questo surplus». A Quarto Resta sospeso — dopo le vibranti proteste inscenate da chi abita in quella zona — l`accesso dei II sito La discarica di Chiaiano non riaprirà. E a fine maggio chiuderà quella di Terzigno tecnici del commissario regionale Vardè alla cava del Castagnaro, in cui dovrebbero realizzare i carotaggi propedeutici alla realizzazione della discarica. Si regge, insomma, su un precario equilibrio il ciclo dei rifiuti campani, affidato soprattutto all`esportazione di migliaia di tonnellate a settimana nelle altre regioni ed all`estero, via nave. Fa dunque paura la scadenza di giugno, quando il consiglio di stato dovrà stabilire se il prodotto degli stir sia rifiuto speciale oppure no. Nella seconda ipotesi, per portarlo fuori dalla Campania, saranno nuovamente necessari accordi tra le regioni e non basteranno più le intese tra la Sapna ed i privati gestori delle discariche pugliesi, liguri, toscane.

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