Traffico illecito di rifiuti, sotto accusa imprenditori locali
ACERRA - II collaboratore di giustizia, l`imprenditore Pasquale Di Giovanni è stato ascoltato nelle scorse ore su un processo che si sta celebrando a Napoli, nato da una costóla del procedimento "Giudizio Finale" che vede sotto accusa una serie di imprenditori che lavoravano nel settore dei rifiuti tra questi Pino Celestino, Pino Buttone, i tré fratelli di Acerra - Cuono, Salvatore e Giovanni Pellini. Il collaboratore Di Giovanni ha parlato di Pino Buttone e della famiglia Pellini. "Facevano affari per conto del clan Belforte nel settore dei rifiuti. Io sono stata una vittima di queste loro attività illecite. Sono stato costretto a fare quello che loro mi ordinavano di fare come quello di pagare anche una tangente". Il procedimento alle battute finali era nato a seguito di alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Michele Froncillo. Inizialmente non vi era l`aggravamento dell`articolo 7. Un altro scandalo sui rifiuti in Terra di Lavoro, sugli smaltimenti illeciti effettuati sotto il diretto controllo dalla camorra. I reati contestati sono: associazione per delinquere di stampo camorristico, traffico illecito organizzato di rifiuti e truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, estorsione, reati tutti aggravati dalla finalità dell`agevolazione manosa. Erano tutti titolari di attività imprenditoriali nelle quali venivano reinvestiti i proventi delle attività illecite del clan: i ricavi delle estorsioni e dell`usura. Somme di denaro a fiume che venivano usate per operare nel delicato settore della gestione dei rifiuti. Ed è la prima volta che si dimostra a livello giudiziario la gestione "diretta" del settore rifiuti da parte della camorra. Antonio Ricci di Marigliano, e i Pellini di Acerra. Questi ultimi si inserirono nel settore tra il 1996 ed il 1997. Nel 1994, la famiglia Belforte aveva comunque interessi nel settore rifiuti, ed in particolare detti interessi venivano curati da Giu seppe Buttone. Il collaboratore Froncillo dichiarò: "Ricordo ciò in maniera chiara perché nel 1996/97 ci fu una riunione a casa di Felice Napolitano nel corso della quale si decise il nuovo assetto della società Sem ed il ruolo che essa doveva avere nel settore della gestione dei rifiuti. Contemporaneamente era già stata messa in piedi una azione estorsiva da parte di Pino Buttane e Di Giovanni ai danni di una società di Milano che versava 70 milioni di lire mediante fatturazione di sponsorizzazione alla SEM; se non erro si trattava di sponsorizzazioni in settori sportivi. Questi 70 milioni venivano corrisposti a tronche di 10 milioni al mese". Ora il neo collaboratore potrebbe raccontare di un`estorsione messa in piedi dai mazzacane anche alla società milanese. Il processo è stato aggiornato al 4 maggio. Nel collegio difensivo gli avvocati Renato Jappelli, Giuseppe Foglia, Massimo Trigari.