Inchiesta rifiuti, Greco tira in ballo Bertolaso

Il vicecommissario: ho sempre informato i vertici dell’ufficio. Liberi 16 funzionari, c’è anche la Di Gennaro
11 giugno 2008 - Leandro Del gaudio
Fonte: Il Mattino

Il subcommissario Michele Greco tira in ballo i vertici del commissariato nel corso dell’interrogatorio di garanzia reso dinanzi al gip. È il giudice Rosanna Saraceno a sottolineare «le ammissioni e le rilevanti precisazioni rese in ordine ad altre posizioni apicali» nella struttura commissariale. Un contributo che viene definito «rilevante» al punto tale da attenuare le esigenze cautelari per l’ex numero due del commissariato per l’emergenza rifiuti, sotto la gestione di Guido Bertolaso. Una valutazione espressa dal gip nel corso del provvedimento che revoca gli arresti domiciliari a carico di ben 16 dei 25 indagati di truffa e traffico illecito di rifiuti nel corso della recente gestione dell’emergenza. Stesso provvedimento per Marta Di Gennaro, numero due della protezione civile e braccio destro di Bertolaso in commissariato (fino all’agosto del 2007) e per tutti i capimpianti. Restano invece ai domiciliari due esponenti dell’azienda Ecolog, accusati dello smaltimento di rifiuti non a norma in Germania per conto del commissariato, un carabiniere, e l’amministratore delegato della Fibe. Inchiesta «rompiballe», c’è dunque una svolta dopo la maratona di interrogatori a porte chiuse dinanzi al gip Saraceno. I sedici indagati hanno fornito un contributo rilevante nel corso degli interrogatori dinanzi al gip e per loro sono cessate le esigenze cautelari. Il gip si sofferma soprattutto sulla posizione del subcommissario, difeso dal penalista Giuseppe Fusco: «Greco ha ammesso la sua piena consapevolezza della criticità e delle difformità della gestione rispetto al contenuto delle autorizzazioni e prescrizioni, ma ha aggiunto di aver reiteratamente esternato le sue convinzioni, anche di natura tecnica, in ordine alla necessità di una rideterminazione del contenuto della gestione del servizio». La sospensione dei pubblici uffici di Greco è motivata anche con il suo «recentissimo incarico» di dirigente del settore regionale per la programmazione e la gestione del ciclo dei rifiuti. Ma ce n’è anche per Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso, che «ha ammesso di aver dato priorità assoluta, pur nella sostanziale consapevolezza dell’irregolarità della gestione, all’aspetto consistente nella rimozione dei rifiuti dalla strade». Un’inchiesta che esce rafforzata dal lungo confronto tra il giudice e gli indagati, scandito da non pochi momenti di tensione. Vertici di governo in Campania e imprenditori facevano «gioco di squadra», secondo le conclusioni della Procura di Napoli, firmate dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara e dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. E l’hanno fatto anche dal 2005 al 2007, nella cosiddetta stagione transitoria, dopo la prima inchiesta che vede imputate 28 persone, tra cui il governatore Bassolino, il suo vice Vanoli e l’ex establishment della Impregilo. Scrive ora il gip alla luce degli interrogatori: «C’è una comune consapevolezza tra pubblici funzionari dell’espletamento di un servizio diverso e lontano da quello autorizzato; una gestione solo apparentemente regolare, sostanzialmente difforme dalle poche regole fissate dalla Presidenza del Consiglio».

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