Primarie, l`Asia conferma: pressioni ma non abbiamo ceduto
È questo il quadro: preferenze per le primarie in cambio di promesse di assunzione. Due filoni d`indagine che hanno diversi punti di contatto. Da un lato l`inchiesta sulle primarie condotta dal capo del pool anticamorra, l`aggiunto Rosario Cantelmo e il pm Pierpaolo Filippelli; dall`altro l`inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo (pm Raffaello Falcone e Urbano Mozzillo) che sta cercando di focalizzare una sorta di strategia della tensione messa in atto dai disoccupati organizzati per condizionare l`attuazione del Piano regionale lavoro varato dal centrodestra e un`altra relativa alle assunzioni Asia. Nell`affaire, quindi, non c`entrano più solo i seggi di Miano e Secondigliano dove ci sarebbero stati flussi di voti anomali del centrosinistra. Dietro ci sono anche pressioni e richieste perinserire disoccupati in una cooperativa sociale per la differenziata che lavorasse per conto dell`Asia.
«Da quattro anni zero assunzioni, abbiamo solo assorbito i lavoratori del Consorzio di bacino 5 per obbligo di legge e quelli degli appalti cessati. Mai fatto costituire cooperative e abbiamo sempre sottolineato come il problema di Asia sia la meccanizzazione, non certo le braccia», dicono ora i vertici dell`azienda partecipata, confermando che pressioni in tal senso ci furono eccome. Pressioni però che non ebbero alcun esito. E ora gli inquirenti ipotizzano che ci siano questi no dietro ad alcuni episodi di sabotaggio ai danni di alcuni mezzi della partecipata, episodi mai chiariti del tutto. Pressioni su pressioni alla vigilia delle primarie del 23 gennaio 2011 che dovevano scegliere il candidato di centrosinistra per la corsa a palazzo San Giacomo. Ma le stesse pressioni si registrarono, e qui si spiega à ascolto (come persone informate dei fatti) di politici e amministratori attuali, anche dopo le primarie e prima delle comunali. Altra storia ma che serve a focalizzare lo scenario: ovvero come qualcuno si sia giocato la stessa partita per mesi. Prima però c`è l`inchiesta avviata dalla Dda alla metà del settembre scorso, dopo che gli investigatori si erano imbattuti in un`inter cettazione sulle comunali (ancora elezioni) su Gragnano. In quella breve telefonata intercettata, un collaboratore di un politico di centrodestra e uno di un candidato democrat confermano che lì, in quel seggio di Miano, è stato stretto un patto per spartirsi le preferenze. Le pressioni sul voto, quindi, non sarebbero solo quelle di un competitor ma addirittura di due.
Sinora sono decine le persone ascoltate dai pm della Dda. Alcuni candidati (in corsa c`erano Cozzolino, Oddati, Ranieri e Mancuso), poi i dirigenti di partito (l`ex segretario provinciale Tremante, il commissario Orlando arrivato dopo il flop primarie e il funzionario democrat Persico). Senza contare gli elenchi dei 44mila votanti sequestrati nell`autunno scorso per capire chi si sia recato nei seggi sospetti dove la camorra pottebbe aver influenzato il voto perpermettere le promesse di assunzione. Un voto poi annullato dal segretario nazionale Bersani che non decretò mai il vincitore tra i super votati Andrea Cozzolino e Umberto Ranieri. ©RIPRODUZIONI Le accuse Assunzioni e sabotaggi: doppio filone d`inchiesta sui posti di lavoro promessi