Raid e attentati «Guerra del clan per Paffare rifiuti»
Un`azione eclatante: una decina di colpi messi a segno nello stesso lasso temporale, ma in punti differenti della città. Più o meno negli stessi minuti - al centro e in periferia - tra vicoli e quartieri antichi, ma anche nelle arterie asfaltate che collegano punti diversi dell`area metropolitana. Spari nella notte contro i camion impegnati nella raccolta della spazzatura in città, senza fare differenza tra ditte e consorzi, senza badare troppo al sottile: spari nelle ruote, contro i mezzi impegnati a svuotare la città dai cumuli di spazzatura che ingolfavano centro e periferia del capoluo- go partenopeo. È accaduto tra il 2005 e il 2006, una serie di attacchi, azioni mirate e firmate dal boss della camorra napoletana Eduardo Contini, almeno a voler dare credito a quanto sta raccontando in questi mesi Salvatore Lo Russo, capoclan di antico lignaggio, oggi collaboratore di giustizia. È lui, l`exboss dei capitoni, a puntare l`indice contro Eduardo Contini, svelando retroscena finora rimasti inediti sulla notte - o sulle notti degli agguati ai camion della spazzatura. Episodi raccontati dalla cronaca cittadina, ma rimasti per anni senza una spiegazione, su cii oggi c`è il racconto di un ex boss napoletano. Siamo nei mesi a cavallo tra il 2005 e il 2006, Napoli è devastata da una emergenza che sembra irrisolvibile e c`è chi prova a battere cassa. E lo fa nel pieno della sua latitanza, secondo quanto racconta oggi Salvatore Lo Russo: «Furono colpiti camion della raccolta della spazzatura m diversi punti della città, l`ordine partì da Contini», spiega il pentito ai pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo, secondo quanto emerge da un verbale depositato agli atti di un processo al clan Licciardi. Decine di pagine di omissis, segno di un racconto che scava sull`interesse «imprenditoriale» della camorra cittadina, su cui sono in corso accertamenti della pg. Stando al racconto di Lo Russo, gli anni della latitanza di Contini (dal 2000 al 2007, fino all`arresto messo a segno dall`ex capo della mobile `Vittorio Pisani), sono stati segnati da un particolare dinamismo criminale da parte della ex primula rossa. Prima la tregua con i Lo Russo, poi gli equilibri da guerra fredda con l`ex boss della Sanità Giuseppe Misso, fino a ragionare di affari: droga, racket, ma anche rifiuti. E il racconto di Lo Russo non è l`unico in questo senso, a dimostrazione che anche le cosche cittadine (non solo i casalesi, storicamente attivi sul piano dello smaltimento dei rifiuti) hanno puntato a battere cassa, hanno provato ad approfittare dell`emergenza. Ma qual era la strategia della camorra napoletana? Perché mandare a sparare contro i camion che raccoglievano rifiuti? C`è un doppio target, alla luce di ciò che sta emergendo dal deposito dei verbali da parte della Dda di Napoli, una doppia possibilità di guadagno fiutata dal clan del Vasto: l`imposizione del pizzo per garantire ai camion della spazzatura di entrare m città, una tassa per consentire ai mezzi di svuotare i cassonetti, di liberare i marcianiedi. di trasnortare ton- nellate di iminondizia verso depositi, discariche, siti di stoccaggio. E più era urgente l`ingresso dei camion, più il prezzo della tangente poteva lievitare - stando a un semplice ra gionamento di mercato - mentre sullo sfondo si affacciano altre ipotesi investigative: come il probabile fiuto del business degli appalti per l`acquisto dei contenitori della spazzatu ra, ma anche verso l`imposizione di ditte controllate dalla camorra spa.