No agli emendamenti, la Superprocura resta

Bocciate le richieste del Csm, I comitati di Chiaiano a Roma, per la cava si va avanti. Oggi Berlusconi a Napoli
11 giugno 2008 - Giulia Salvatori
Fonte: Il Mattino

Roma. Contro i rifiuti in Campania restano la Superprocura e il tribunale collegiale per i reati connessi all'emergenza. E, in risposta alle posizioni dei comitati di Chiaiano e Marano - ieri a Roma per incontrare la Prestigiacomo e poi il sottosegretario Bertolaso - resta forte e decisa la posizione del governo che «prosegue nella sua azione per risolvere l'emergenza rifiuti». Una giornata convulsa quella di ieri, da una parte l'esame in commissione Ambiente della Camera del decreto rifiuti, e dall'altra le proteste dei comitati di Chiaiano. Oggi visita ricambiata, a Napoli ci saranno il premier Silvio Berlusconi e il sottosegretario Bertolaso per fare il punto sulla situazione. La maggioranza fa quadrato in commissione Ambiente e respinge tutti gli emendamenti che sopprimevano o modificavano l'articolo 3 del decreto, quello che appunto istituisce superprocura e tribunale collegiale. Respinto anche l'emendamento del Pd che proponeva lo sdoppiamento tra il tribunale di Napoli e quello di Salerno, come suggerito anche dal Csm. La Superprocura per l'emergenza rifiuti resta a Napoli. Protesta il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia: ««È una chiusura totale a qualsiasi contributo migliorativo». Si difendono il rappresentante del governo, il sottosegretario Roberto Menia, e il relatore Agostino Ghiglia. E, mentre in Commissione si discuteva, una delegazione, circa centocinquanta persone secondo gli organizzatori, con striscioni e cartelloni sostava dinanzi al dicastero dell'Ambiente al grido di «Giù le mani dalle cave», «Resistenza, resistenza, resistenza», «No alla discarica». Sui cartelli: «Napoli è il Mezzogiorno d'Italia, a qualsiasi ora ci si arrivi è sempre l'ora giusta per poterci mangiare su». E ancora: «Oggi a Roma, domani a Bruxelles, se serve passeremo anche per Lourdes». Mentre proprio di fronte all'ingresso del ministero campeggiava la scritta «Jatevenne». Esasperati e indignati, i rappresentanti dei comitati contrari alla discarica di Chiaiano hanno marciato su Roma per ribadire il proprio no «al decreto Berlusconi che limita le libertà personali in Campania». Ma non solo: «Spiegheremo anche - chiarisce un manifestante - perché non vogliamo una discarica che sorge in un’area ospedaliera e naturalistica». Ma il ministero dell'Ambiente è solo il primo obiettivo della protesta. Ribadito l'impegno a intervenire sul fronte delle bonifiche per risanare le aree interessate e ad intervenire anche sul piano degli assetti idrogeologici, la risposta non soddisfa i manifestanti. Anzi, da qualcuno è considerata una proposta al ribasso. «Altro che eventuali misure di compensazione, come quelle annunciate dal governo: la verità - chiarisce Franco Barbato, deputato dell'Italia dei Valori presente all'incontro dei comitati - è che occorre utilizzare scelte alternative già esistenti e non accanirsi su Chiaiano». E allora la protesta si sposta a Palazzo Chigi. Al termine dell'incontro con Bertolaso, è da Antonio Musella dei comitati contro la discarica a Chiaiano che arriva la conferma. «Nessuna decisione è stata già presa. Bertolaso ha smentito che vi siano già dei risultati definitivi e ha confermato che si stanno ancora attendendo gli esiti dei rilievi tecnici e delle altre analisi da noi richieste. I risultati definitivi - riferisce Musella - ci saranno la prossima settimana». Un sospiro di sollievo. Almeno fino a martedì.

 

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