Il cardinale pronto a cedere allo Stato l'area di proprietà della Curia

Sepe al premier: «Se serve, prendetevi la cava di Chiaiano»

E' durato quasi un'ora l'incontro tra il il presule e il premier. Alla fine l'augurio a Berlusconi: «'A Maronna t'accumpagne»
12 giugno 2008 - Carlo Franco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

I dipinti di Luca Giordano, che impreziosiscono il salone di Donnaregina e la cava di Chiaiano che fa parte della dotazione patrimoniale della Curia, perchè è di proprietà dell'Arciconfraternita dei Pellegrini da tempo commissariata. Sacro e profano, arte sublime e miserie umane, si mischiano nell'incontro tra Silvio Berlusconi e Crescenzio Sepe che si è svolto ieri mattina in un clima di grande cordialità.
È la prima volta che i due leader si incontrano (Berlusconi è stato qui, ma ad invitarlo fu il cardinale Giordano nel primo anno di Bassolino governatore) e il cardinale sorprende il premier perche annuncia una disponibilità totale, al di sopra di ogni interesse di parte: «Aspetto il responso dei tecnici, ma se serve per il bene comune prendetevi la cava, non solleveremo obiezioni perchè tutti insieme dobbiamo raggiungere il risultato di salvarci dall'inferno». Con i giornalisti, nel cortile dell'Arcivescovado, sarà ancora più esplicito appena l'auto del premier supera la soglia del palazzo e si avvia in Prefettura, sfiorando una montagnola di rifiuti posta quasi all'ingresso del Museo diocesano: «Napoli deve recuperare la dignità che ha perduto, non può essere condannata per l'eternità. Con il Presidente abbiamo parlato non solo di rifiuti e ho capito che Napoli per lui è davvero la metafora della crisi italiana. E che il riscatto deve cominciare da qui, dal Sud. Per questo mi è venuto spontaneo salutarlo con il mio viatico: 'A Maronna t'accumpagne e lui mi ha risposto in meneghino dicendo pressappoco che l'aiuto dal cielo arriva solo a chi lavora».
Cinquanta minuti in compagnia di Bertolaso e di Bonaiuti con l'obiettivo di affermare un clima di collaborazione leale al di qua del Sebeto. La cava di Chiaiano diventa, in questo senso, una sorta di cartina di tornasole e Sepe non tradisce l'attesa del Governo: se serve la cava è vostra. Basta chiacchiere. Berlusconi incassa e commosso ringrazia — anche per l'impegno in favore della differenziata — facendo a sua volta una serie di promesse: palazzo Chigi non taglierà i finanziamenti previsti dal progetto Nicolais ( benedetto dal presidente Napolitano e dal cardinale) in favore delle cooperative giovanili messe in piedi dal parroco Loffredo nel rione Sanità, dove sono sorti laboratori teatrali e artigianali oltre ai corsi di formazione in informatica avviati in cento parrocchie del centro antico e della periferia nord nei quali il tasso di criminalità è tra i più alti. Berlusconi darà sostegno economico anche alle politiche occupazionali che Sepe continua a portare avanti, a dispetto delle insinuazioni circa presunti favoritismi che il pastore avrebbe ottenuto. Quando la domanda, impietosamente, gli viene posta, l'Arcivescovo ha un gesto di fastidio e tira diritto: «Di queste fandonie non mi occupo».
Il premier si è seduto nella stessa poltrona che ospitò, a novembre di due anni fa Romano Prodi. Il riferimento colpisce l'immaginazione e chiediamo: Eminenza, con chi si è trovato meglio? «Con entrambi, anche se i caratteri dei due leaeder sono profondamente diversi». Insistiamo: più riflessivo Romano, più incisivo Silvio? «Questo lo dice lei, da parte mia posso solo mettervi a parte di una sensazione: Berlusconi è deciso a mantenere l'impegno di ripulire entro luglio le strade di Napoli e della provincia dai rifiuti. Prima di passare alle soluzioni strutturali. C'è voglia di sporcarsi le mani e, soprattutto, chi ha responsabilità operative deve prendersele tutte, a cominciare dalla Chiesa».
Altro argomento delicato le sinergie interistituzionali. La Chiesa ha assicurato collaborazione a tutto campo, ma nei palazzi laici della politica avviene altrettanto? «Oggi si è avverte una volontà di superare gli steccati ideologici e il presidente mi ha confermato che per riprendere a volare alto un dialogo serrato con le opposizioni è fondamentale». Berlusconi e Bassolino, quindi, fileranno d'amore e d'accordo. «Credo di sì, per come stanno le cose, anzi, sono obbligati a darsi una mano a vicenda. Il Presidente mi ha detto che i rappoprti con la Regione e il Comune sono di grande collaborazione ma, ripeto, sono convinto che la ragion di Stato impone a Bassolino e a Berlusconi di lavorare insieme ».

 

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