Dalle concerie toscane a Giugliano ecco dove sono finiti i rifiuti tossici
12 giugno 2008 - Antonio Corbo
Fonte: Repubblica Napoli
Dal film alle carte giudiziarie sono passati solo pochi giorni. "Gomorra" (nella foto) dal festival di Cannes racconta al mondo uno spregiudicato personaggio che importa bidoni tossici. Un tipo smilzo e sveglio che moltiplica affari trattando con grandi aziende del Nord. Il personaggio dell´attore Toni Servillo esiste davvero nella tragedia campana. Finito sotto ricatto, si è pentito. Si chiama Gaetano Vassallo, ha 50 anni.
Vassallo, un hotel sulla Domiziana, è il primo imprenditore pentito che racconti tutto sul traffico dei rifiuti pericolosi. In un decreto di sequestro da 40 milioni, si confermano anche le sdegnate frasi di Napolitano. «La Campania ha subìto per anni lo smaltimento di rifiuti tossici da parte del nord». «Sì, dei nordisti», l´irata precisazione del Capo dello Stato in tv. «Basta leggere la relazione della commissione parlamentare», la sua replica l´indomani allo stupore polemico della Lega.
Vassallo denuncia se stesso e nove degli 11 fratelli. Le loro ville stile California, con piscine e arredi griffati, sono allineate in via De Tilla a Cesa. Tutte sequestrate ieri dalla Mobile di Caserta e dalla Finanza con armi, centinaia di migliaia di euro in banconote, conti correnti, Jaguar, motoscafi, e l´hotel Vassallo, un "tre stelle" di Castelvolturno che ospita convegni e banchetti. È l´ultimo pentito in ordine di tempo ma il primo per spessore di racconto: ricorda bene, è puntuale nelle rivelazioni, non copre nessuno. Lo sciame di "omissis" nei decreti del pool antimafia della Procura di Napoli lascia intuire nuovi provvedimenti. I primi interrogatori resi al capo del pool Franco Roberti e al pm Giovanni Conzo furono illuminanti. Tema: come diventare ricchissimi avvelenando la propria terra con i rifiuti del resto d´Italia. Vassallo parla della discarica che aveva a Giugliano, località Schiavi. L´ha imbottita di veleno incassando dieci lire per ogni chilo, d´accordo con due clan che si sono saldati per anni: quello di Francesco Bidognetti ("Cicciotto ‘e Mezzanotte") dei Casalesi con i Mallardo di Giugliano. Ancora oggi tonnellate di rifiuti pericolosi sono interrati sotto floridi frutteti, ciliegie e pesche. Altri magistrati del pool hanno raccolto le informazioni: Cristina Ribera, Raffaello Falcone e Alessandro Milita rafforzano e ampliano le loro indagini. Quella dei Casalesi è un´emergenza criminale senza pari in Italia per ferocia e attualità. Ma è altrettanto determinata la risposta giudiziaria del pool, che in questa operazione si avvale di Rodolfo Ruperti, capo della Mobile di Caserta, e dei finanzieri. Erano passate poche ore dai sequestri, quando Ruperti con Alessandro Tocco (nuova sezione di Casal di Principe) ha partecipato a un vertice in Procura. «È il primo risultato», significativo il passaggio nel comunicato. Prelude a imminenti blitz. Perché Vassallo ricostruisce il traffico clandestino e le quote di tangenti tra il 1987 e il 2005. Diciotto anni: immensi spazi (uno da 120 mila metri quadri) contaminati. Disastro ambientale è uno dei reati contestati. Sono decine gli indagati in Italia.
È stato il clan Bidognetti a provocare la resa di Vassallo. L´albergatore ebbe una richiesta di tangente (30 mila euro) da parte di camorristi del secondo livello, il gruppo di latitanti che ha aperto la strategia del terrore da Castelvolturno a Casale. Ruperti scoprì attraverso microspie e telecamere nascoste i contatti, convocò Vassallo. Immediata la conferma. Ma nel denunciare i colonnelli di Bidognetti, oggi in carcere e debilitato da tradimenti e pentimenti, Vassallo intuì il rischio. Morire come Michele Orsi. Era come l´imprenditore ucciso dieci giorni fa solo un "dichiarante". Si è quindi spinto oltre: è diventato "collaboratore di giustizia", guadagnandosi protezione e sede segreta. In cambio, ha accusato se stesso, 9 fratelli che però rifiutano la protezione, e ha scoperto uno scenario solo immaginato finora, e visto al cinema. Comincia da "Ecologia ‘89", «società gestita da Gaetano Cerci per conto della famiglia Bidognetti ma creata dall´avvocato Cipriano Chianese». Emergono nel tempo nomi importanti: Vincenzo Zagaria tra i gestori del traffico, Raffaele Giuliani proprietario di vastissime aree e Angelo Marrazzo della società Ecol.Magi. Si legge di un invaso, uno solo da un milione di metri quadri. Figurarsi le dimensioni del business che assicurava di volta in volta quote da mezzo miliardo di lire. Una rottura tra i Casalesi e Mallardo consentì al clan di Giugliano di rinnovare i patti, fissando una tangente fissa di 300 milioni a discarica, non potendo controllare i volumi. Lo stesso Vassallo era stato arrestato con Bidognetti nel ´92, operazione "Adelfi" ma assolto nel processo che condannò invece il capo. Rivela Vassallo che lo schema dell´affare è ancora quello di "Adelfi". Logico pensare a connivenze diffuse: possibile che nessuno abbia ostacolato questi traffici dal ´92 a ieri?
«Quando parlo delle principali discariche, alludo alla mia, "Novambiente", alla Setri, alla Cigagel di Chianese, e a quella di Raffaele Giuliani», dichiara Vassallo, che descrive l´intensa attività di Vincenzo Zagaria «che gestiva direttamente la discarica di Chianese». Lo stesso imprenditore pentito ha guidato gli inquirenti sui terreni inquinati: alcuni sono noti come discariche. "Tre Ponti" di Parete, ma soprattutto "Schiavi" e "Scafarea" di Giugliano. Tra le provenienze indicate le concerie di Santa Croce dell´Arno. «Rifiuti nocivi e tossici, con polvere di alluminio e fusti velenosi», serenamente racconta Gaetano Vassallo. Certificati falsi al Nord, rifiuti pericolosi in Campania: un gioco che consentiva di accumulare una fortuna, dalle ville all´albergo. Emblematico il silenzio degli inquirenti su Eco4, il braccio operativo di Ce4, scandalo che è costato la vita a Michele Orsi, "dichiarante" e non "pentito". Le vite di Vassallo e Orsi si sono incrociate nella giungla dei rifiuti. Come e quando?
Vassallo denuncia se stesso e nove degli 11 fratelli. Le loro ville stile California, con piscine e arredi griffati, sono allineate in via De Tilla a Cesa. Tutte sequestrate ieri dalla Mobile di Caserta e dalla Finanza con armi, centinaia di migliaia di euro in banconote, conti correnti, Jaguar, motoscafi, e l´hotel Vassallo, un "tre stelle" di Castelvolturno che ospita convegni e banchetti. È l´ultimo pentito in ordine di tempo ma il primo per spessore di racconto: ricorda bene, è puntuale nelle rivelazioni, non copre nessuno. Lo sciame di "omissis" nei decreti del pool antimafia della Procura di Napoli lascia intuire nuovi provvedimenti. I primi interrogatori resi al capo del pool Franco Roberti e al pm Giovanni Conzo furono illuminanti. Tema: come diventare ricchissimi avvelenando la propria terra con i rifiuti del resto d´Italia. Vassallo parla della discarica che aveva a Giugliano, località Schiavi. L´ha imbottita di veleno incassando dieci lire per ogni chilo, d´accordo con due clan che si sono saldati per anni: quello di Francesco Bidognetti ("Cicciotto ‘e Mezzanotte") dei Casalesi con i Mallardo di Giugliano. Ancora oggi tonnellate di rifiuti pericolosi sono interrati sotto floridi frutteti, ciliegie e pesche. Altri magistrati del pool hanno raccolto le informazioni: Cristina Ribera, Raffaello Falcone e Alessandro Milita rafforzano e ampliano le loro indagini. Quella dei Casalesi è un´emergenza criminale senza pari in Italia per ferocia e attualità. Ma è altrettanto determinata la risposta giudiziaria del pool, che in questa operazione si avvale di Rodolfo Ruperti, capo della Mobile di Caserta, e dei finanzieri. Erano passate poche ore dai sequestri, quando Ruperti con Alessandro Tocco (nuova sezione di Casal di Principe) ha partecipato a un vertice in Procura. «È il primo risultato», significativo il passaggio nel comunicato. Prelude a imminenti blitz. Perché Vassallo ricostruisce il traffico clandestino e le quote di tangenti tra il 1987 e il 2005. Diciotto anni: immensi spazi (uno da 120 mila metri quadri) contaminati. Disastro ambientale è uno dei reati contestati. Sono decine gli indagati in Italia.
È stato il clan Bidognetti a provocare la resa di Vassallo. L´albergatore ebbe una richiesta di tangente (30 mila euro) da parte di camorristi del secondo livello, il gruppo di latitanti che ha aperto la strategia del terrore da Castelvolturno a Casale. Ruperti scoprì attraverso microspie e telecamere nascoste i contatti, convocò Vassallo. Immediata la conferma. Ma nel denunciare i colonnelli di Bidognetti, oggi in carcere e debilitato da tradimenti e pentimenti, Vassallo intuì il rischio. Morire come Michele Orsi. Era come l´imprenditore ucciso dieci giorni fa solo un "dichiarante". Si è quindi spinto oltre: è diventato "collaboratore di giustizia", guadagnandosi protezione e sede segreta. In cambio, ha accusato se stesso, 9 fratelli che però rifiutano la protezione, e ha scoperto uno scenario solo immaginato finora, e visto al cinema. Comincia da "Ecologia ‘89", «società gestita da Gaetano Cerci per conto della famiglia Bidognetti ma creata dall´avvocato Cipriano Chianese». Emergono nel tempo nomi importanti: Vincenzo Zagaria tra i gestori del traffico, Raffaele Giuliani proprietario di vastissime aree e Angelo Marrazzo della società Ecol.Magi. Si legge di un invaso, uno solo da un milione di metri quadri. Figurarsi le dimensioni del business che assicurava di volta in volta quote da mezzo miliardo di lire. Una rottura tra i Casalesi e Mallardo consentì al clan di Giugliano di rinnovare i patti, fissando una tangente fissa di 300 milioni a discarica, non potendo controllare i volumi. Lo stesso Vassallo era stato arrestato con Bidognetti nel ´92, operazione "Adelfi" ma assolto nel processo che condannò invece il capo. Rivela Vassallo che lo schema dell´affare è ancora quello di "Adelfi". Logico pensare a connivenze diffuse: possibile che nessuno abbia ostacolato questi traffici dal ´92 a ieri?
«Quando parlo delle principali discariche, alludo alla mia, "Novambiente", alla Setri, alla Cigagel di Chianese, e a quella di Raffaele Giuliani», dichiara Vassallo, che descrive l´intensa attività di Vincenzo Zagaria «che gestiva direttamente la discarica di Chianese». Lo stesso imprenditore pentito ha guidato gli inquirenti sui terreni inquinati: alcuni sono noti come discariche. "Tre Ponti" di Parete, ma soprattutto "Schiavi" e "Scafarea" di Giugliano. Tra le provenienze indicate le concerie di Santa Croce dell´Arno. «Rifiuti nocivi e tossici, con polvere di alluminio e fusti velenosi», serenamente racconta Gaetano Vassallo. Certificati falsi al Nord, rifiuti pericolosi in Campania: un gioco che consentiva di accumulare una fortuna, dalle ville all´albergo. Emblematico il silenzio degli inquirenti su Eco4, il braccio operativo di Ce4, scandalo che è costato la vita a Michele Orsi, "dichiarante" e non "pentito". Le vite di Vassallo e Orsi si sono incrociate nella giungla dei rifiuti. Come e quando?